Mael, all’anagrafe Elisa Maffenini, fin da piccola ha sempre rincorso il suo più grande sogno: la musica. Originaria della provincia di Varese, energia e entusiasmo quali costanti ad accompagnarla nel personale percorso di formazione e crescita che l’ha vista studiare in diverse scuole (di musica, appunto) conseguendo, in contemporanea, la laurea in Mediazione linguistica nella città natale. Nel 2008 la detta ha partecipato, in qualità di solista, ad un tour organizzato dalla Disney in cui ha presentato “Camp Rock”. Dal 2015 al 2017 ha poi preso parte al programma “Come Dire”, per la radiotelevisione nazionale svizzera RSI, in veste di cantante ufficiale. Francia, Italia, Kazakistan, Russia, Svizzera sono soltanto alcuni dei diversi Stati dove ha già svolto la sua attività artistica. Inoltre nel 2016 Mael è stata concorrente del talent televisivo “The Voice of Italy, scegliendo come vocal coach Raffaella Carrà. Nel 2019 è poi uscito “Borracho de ti” [https://youtu.be/FJnLOJwou-M], il primo inedito in spagnolo di Elisa Maffenini e successivamente l’intero EP, contenente sette tracce in inglese, per l’etichetta Music Ahead.

Nel 2020 Mael realizza il suo primo inedito in lingua italiana, dal titolo “Greta” [https://youtu.be/w7cuGRc3w8c], brano prodotto e arrangiato da Giuliano Boursier (che ha anche prodotto il suo ultimo extended play intitolato “PEOPLE KNOW”), e proprio a tale proposito è stata intervistata da noi di Oggi Cronaca, per la rubrica Oggi Musica. A seguire l’intervista.

Mael, come nasce questo tuo nome d’arte e cosa rappresenta per te? Il mio nome d’arte di primo acchito potrebbe ricordare le prime due iniziale, unite, del mio nome e cognome (Ma.ffenini El.isa) ma non è questa la motivazione per cui è stato scelto. La spiegazione è più lunga, è ulteriore e molto più articolata …Tutto risale e nasce allorché ero più giovane e nel mio vecchio gruppo musicale mi chiamavano Mel; poi ho inciso un album di cover con il nome, dell’angelo, Imael ed è stato infine – con il team della mia etichetta – che abbiamo trovato la mia identità in Mael.

Come ti descriveresti in quanto persona e come artista? Se mi dovessi descrivere come persona, potremmo iniziare oggi e finire senza dubbio dopo le feste… diverse le sfaccettature del mio carattere e difatti quale artista, se si analizzano tutti i singoli che ho inciso, è evidente come essi siano completamente diversi l’uno dall’altro. Sarebbe quindi difficile trovare alcuni, sempre troppo pochi, aggettivi per descrivermi dacché mi ritengo in continua evoluzione …ed evoluzione, per me, equivale a cambiamento!


Il tuo primo inedito in italiano, uscito il 7 dicembre, si intitola “Greta”: quale l’origine del brano e con quali aspettative viene alla luce? Questo brano era stato scelto per proporlo a Sanremo, dunque, la lingua italiana in primis per questo motivo. Le aspettative erano appunto di presentarlo all’Ariston, ma non sempre succede quello che si vuole e non di meno abbiamo deciso comunque di fare uscire “Greta” con le medesime attese di tutti gli altri singoli.

Vi è un motivo in particolare per cui non hai mai cantato discograficamente prima in italiano? Sì, il motivo è che credevo che la mia vocalità e la mia timbrica fossero più adatte alla lingua inglese e non invece italiana sebbene, però, oggi io la pensi diversamente.

Qual è il messaggio che vorresti trasmettere con la canzone “Greta”? Il messaggio che vorrei riuscire a trasmettere con questa canzone è che ognuno ha una propria identità e non dovrebbe mai sentirsi, né essere o venir frenato nel mostrarla.

Hai affermato a proposito appunto di “Greta”, brano prodotto ed arrangiato da Giuliano Boursier, che <<Greta è un’anticonformista. Una donna che non scende a compromessi. Per questa ragione o la si ama oppure la si odia. La vita di Greta è un tripudio contrastante di colori senza mezze tinte, che getta secondo istinto e irrazionalità (…)>>. Il testo ha una musa ben precisa – e tu ti rispecchi, per qualche aspetto, in lei? Assolutamente sì è la risposta ad entrambe le domande.

Nel video di “Greta”, diretto da Claudio Zagarini e nel quale il personaggio di Greta è interpretato da più attori, viene posto un focus sul concetto di multipersonalità e di multisessualità. Ciò senza preoccuparsi di violare la morale o il pudore, proprio – sostieni – come avviene in preda ad un raptus creativo. Sono eccessivamente indiscreta nel domandarti se v’è un qualcosa che ti riguarda da vicino, se riguarda qualche persona che ben conosci e ti è magari cara? Nel video di “Greta” non si tratta della ripresa di vari attori per attenzionare alcun disturbo di personalità multipla, bensì vi sono vari personaggi così da focalizzarsi sul fatto che qualsiasi sia la propria ed altrui sessualità, lavoro, genere, razza e specie l’essere umano ed ogni creatura deve essere libero di fare ciò che si sente. Questa è e significa, a mio avviso, libertà mentale (n.b. e non disturbo di personalità multipla…).

A proposito di morale, pudore e libertà, cosa ne pensi di molti dei tabù che ancora ci sono nella nostra società? E cosa ne pensi, per esempio, di certe categorizzazioni aprioristiche (soprattutto legate al sesso e al genere per cui, per dirne una, le donne in quanto tali dovrebbero essere tutte amorevoli come se l’amorevolezza fosse un connotato di genere ad identificare il sesso)? Penso che, per quanto siano stati fatti progressi nella nostra società rispetto al passato, viviamo ancora in un mondo in cui le persone si scandalizzano nel vedere due uomini o due donne baciarsi – e ne sono testimonianza tutte le ingiustizie omofobe che sentiamo ovunque, ahimè, ogni giorno.

In quale stato ti trovi personalmente, per lo più, quando fai musica? In uno stato confuso di benessere.

Il testo di “Greta” recita <<(…) Ci sono parole che non fanno rumore/ Si accendono al buio/ Trovano la direzione/ Ci sono parole che non sanno più/ fingere/ Ma sanno arrivare/ Tu cercale/ fuori o dentro te (…)>>: quali sono tali parole per te? Sono proprio quelle nel buio, sono le parole non dette ma fatte – e ve sono davvero tante, hanno mille sfaccettature diverse.

Cos’è per te la Musica ed inoltre come definiresti la tua di musica? La musica è la mia vita; tutta la mia vita…  

Secondo te, nell’Arte in generale e nelle varie arti, è ancora possibile inventare qualcosa di nuovo oppure è già stato detto e fatto tutto? A oggi è molto difficile essere originali, ma mi è impossibile pensare che non ci sia più alcunché di nuovo da dire e inventare.

Al di là delle impressioni soggettive che ciascuno di noi può provare alla vista e all’ascolto di un’opera d’arte, tu credi che esista un significato oggettivo, un’unica possibile interpretazione oggettiva per ogni singola creazione? No! Un’opera d’arte crea emozioni e reazioni differenti a seconda di chi la osserva e/o l’ascolta. Per esempio, se si prende una mela e la si mette davanti a quattro persone, queste quattro persone si focalizzeranno su quattro aspetti diversi. Una potrebbe domandarsi se è buona, un’altra potrebbe interrogarsi su chi l’abbia messa lì, un’altra ancora potrebbe invece pensare se è possibile o no mangiarla ecc. ecc. …ne consegue che non si può, ovvero, quasi mai giungere ad un’interpretazione oggettiva delle cose, soprattutto quando si tratta di vista e/o udito.

Cosa ritieni non possa mai mancare ad un Artista con la A maiuscola (e cosa gli si può, invece, “perdonare”)? Un Artista, a mio parere, non può peccare per alcuna ragione di sensibilità: senza questa è impossibile avere a che fare con le emozioni, quelle vere. Gli si può però, per dirne una, perdonare una stonatura durante un live…

Quando hai capito che la musica poteva diventare ed è effettivamente diventata il tuo lavoro? Che la musica potesse diventare il mio lavoro, in realtà, losapevo da sempre perché non ho mai dubitato del sentimento che provo nel farla.

Con un curriculum importante come il tuo, che vanta attività in diversi paesi quali Svizzera, Francia, Italia, Kazakistan, Russia e molti altri, puoi dirci quali sono le maggiori differenze a proposito della considerazione verso gli artisti nelle dette nazioni? La considerazione verso gli artisti cambia moltissimo da Paese a Paese. Purtroppo, e sottolineo purtroppo, quando si parla di live l’Italia è la Nazione che, per esperienza personale, ha meno considerazione del lavoro di cantante di tutte le altre.  

Nel 2016 sei stata concorrente al talent televisivo “The Voice of Italy”, scegliendo come vocal coach Raffaella Carrà: cosa ti ha spinto a partecipare al programma e perché hai voluto la Carrà quale tua allenatrice della voce? Ho sempre creduto che la televisione fosse un ottimo veicolo di promozione e di crescita quindi, movendo da questo presupposto, nel 2016 ho deciso di partecipare a “The Voice of Italy”; ho sempre amato i talent e l’adrenalina che si prova facendo tali esperienze. Ho scelto la Carrà perché, tra lei e Emis Killa, l’ho ritenuta più adatta alle mie necessità di apprendimento.

Quali i tuoi prossimi progetti artistici e personali a breve, e a più lungo, termine? Cantare – cantare – cantare.

Giulia Quaranta Provenzano