Alessandria compare tra le prime 40 città europee per maggior numero di decessi collegati ai livelli di inquinamento atmosferico. I dati allarmanti emergono dalla recente pubblicazione del Barcelona Institute for Global Health che ha pubblicato una interessante ricerca sui decessi correlabili all’inquinamento da particolato fine, mettendo a confronto mille città (fra capoluoghi di provincia e quelle minori) di ben 31 stati europei.

La situazione è davvero preoccupante anche in riferimento alla città di Tortona, che, sull’inquinamento atmosferico, ha praticamente dati quasi uguali a quella di Alessandria ma, a quanto pare, non è stata presa in esame e, d’altro canto, i ricercatori non potevano certo analizzare tutte le città d’Europa.


Se da un lato suscita preoccupazione ritrovare capofila su 858 città esaminate ben due capoluoghi di provincia del nord Italia, (Brescia e Bergamo, rispettivamente al primo e secondo posto per morti correlabili al particolato fine), dall’altro incontrare la città di Alessandria al 37° posto nella stessa classifica per l’inquinamento da Pm2,5 deve rappresentare un importante momento di riflessione.

I ricercatori si sono spinti oltre, ipotizzando oltre al numero di decessi correlati ai livelli di inquinamento registrati quanti, invece, si sarebbero potuti evitare, mantenendo i livelli di inquinamento su valori più contenuti: 84 decessi si sarebbero potuti evitari, qualora si fosse mantenuto l’inquinamento entro i valori raccomandati dalla Organizzatione Mondiale della Sanità, che diventano ben 126 se si fossero realizzate le condizioni di vita identificate nella ricerca come le città più virtuose.

Lo studio in dettaglio

ISGlobal Ranking of Cities è un progetto tutt’ora in corso, volto a stimare gli impatti di vari tipi di inquinamento sulla salute in 1.000 città europee. La ricerca valuta le conseguenze di varie esposizioni ambientali legate alla pianificazione urbana e dei trasporti (quali inquinamento atmosferico, rumore da traffico stradale, esposizione a spazi verdi ed effetti del surriscaldamento ambientale) per capoluoghi di provincia distribuiti in più di 30 paesi europei.

Classifica dell’inquinamento atmosferico

La prima fase del progetto si concentra sull’inquinamento atmosferico, uno dei maggiori fattori di rischio per malattie e morti nel mondo. Lo studio condotto da ricercatori del Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal) ha stimato per la prima volta gli impatti dell’inquinamento atmosferico sulla salute in Europa a livello di città. Poiché i dati sulla malattia non sono disponibili per tutte le città, lo studio si concentra sulla mortalità. Il team di ricerca ha stimato la mortalità annuale dovuta all’inquinamento atmosferico per ciascuna delle 1.000 città incluse nello studio e ha stilato due classifiche sulla base dei risultati: una per il particolato fine (PM2,5) e una per il biossido di azoto (NO2 ).

Dopo aver conglobato le città comprese nella stessa area metropolitana, la classifica finale è stilata su 858 città europee. La città classificata al primo posto è quella con i peggiori dati sulla mortalità legati all’inquinamento atmosferico, mentre la città classificata al numero 858 ha i migliori dati, con minore impatto sulla mortalità.

La classifica dell’inquinamento atmosferico si basa su un punteggio del carico di mortalità assegnato a ciascuna città. I punteggi sono stati calcolati utilizzando un algoritmo che tiene conto dei tassi di mortalità, della percentuale di mortalità prevenibile e degli anni di vita persi a causa di ciascun inquinante atmosferico.

Metodologia

Lo studio si basa sulla metodologia di valutazione quantitativa dell’impatto sulla salute. Questa metodologia segue un approccio di valutazione comparativa del rischio confrontando gli attuali livelli di inquinamento atmosferico nelle città con due scenari teorici di riduzione dell’inquinamento atmosferico (raccomandazioni dell’OMS e livelli minimi misurati). Gli impatti sulla salute sono stimati in funzione di queste riduzioni, utilizzando le più recenti e solide evidenze scientifiche sulla relazione tra livelli di inquinamento atmosferico e mortalità.

Gli inquinanti incriminati

Il particolato fine o PM2,5 rappresenta uno dei principali inquinanti atmosferici. Costituito da una miscela di elementi solidi e liquidi sospesi nell’aria, contiene particelle di polvere, metalli, cemento e materia organica di dimensioni ultrafini. Con un diametro compreso tra 0,1 e 2,5 µm, queste particelle in sospensione nell’aria sono in grado di penetrare nel sistema respiratorio giungendo fino agli alveoli polmonari senza più essere espulse. Costituito principalmente da residui di carbonio conseguenti a una combustione incompleta (soprattutto del gasolio), le principali fonti di PM2,5 nelle città sono rappresentate da traffico,  riscaldamento domestico, la combustione industriale e la combustione di legna e carbone.

Il biossido di azoto, o NO2, rientra anch’esso tra i principali inquinanti atmosferici: è un gas tossico e irritante che colpisce le vie aeree del sistema respiratorio umano, aggravando malattie respiratorie preesistenti (come l’asma) e portando a un aumento dei ricoveri ospedalieri e degli accessi al pronto soccorso. A lungo termine, l’esposizione a NO2 può portare allo sviluppo di forme asmatiche e all’aumento della sensibilità alle infezioni respiratorie. La sua fonte principale sono le emissioni dei veicoli a motore.

Fonte https://isglobalranking.org/

Annamaria Agosti