Senz’R, all’anagrafe Davide Santamaria, è un rapper italiano classe ’92. Inizia a scrivere musica nel 2005, ma solo dopo quattro anni comincia ad affinare la personale identità artistica partecipando ai primi Contest di FreeStyle. Nel 2010 diventa la voce della crew OLYO!bollente e apre i concerti di artisti hip hop nazionali ed internazionali quali la Sugarhill Gang, Das EFX, Onyx, Slum Village, Piotta, Salmo, Machete Crew, Sud Sound System, Bassi Maestro, Ensi, Kaos One, Colle der Fomento e tanti altri.

Nel 2014 esce la prima raccolta di Senz’R, intitolata “La Vendetta delle Camole”, a cui segue l’album di debutto da solista “Non c’è 2 Senza Erre”. Lo stile di Davide Santamaria continua a perfezionarsi con il progetto “Occhi in tasca”, uscito nel 2018, e con il suo secondo album “Fino a Pagina 10” che è stato pubblicato lo scorso anno. La pandemia di inizio 2020 gli ha poi permesso di poter sperimentare con i suoni e con la lingua italiana, continuando a lavorare a quindici pezzi inediti che presumibilmente vedranno la luce nei prossimi mesi e per i quali, per ognuno, ho scelto un produttore differente.


Noi di Oggi Cronaca abbiamo intervistato il rapper senza la R, per la nostra rubrica Oggi Musica, a proposito del brano dal titolo “Modem” – distribuzione Believe, caratterizzato da un potente sound elettronico https://youtu.be/e_hc5cbzkc4      

Davide, leggo che il tuo nome d’arte Senz’R nasce dal rotacismo… la erre alla francese ti ha mai creato dell’imbarazzo, ti ha in qualche modo positivo o negativo, oppure in entrambe le maniere condizionato come persona e come artista? La “R” è sempre stata un vero e proprio problema per me, specialmente quando ero ragazzino. Non saprei dirti esattamente in che modo, ma il mancato uso della consonante “r” ha sicuramente influenzato e veicolato la mia crescita artistica, quanto quella personale. Non dico che sia la fine del mondo, anzi a certe ragazze piace, però anche nella quotidianità quando posso la scavalco. La mia musica è stata molto condizionata da ciò e da questa mia scelta (di scavalcare la erre, se possibile); ho costruito larga parte della mia carriera giocandoci sopra e dunque tale mio scrivere senz’-r è parecchio particolare. La risposta alla tua domanda quindi è sì, decisamente! La peculiarità principale del giovane difatti – come lui stesso ha spiegato – è la continua ricerca di alchimie lessicali per aggirare il difetto fonetico della erre moscia.

Come ti descriveresti in quanto persona e come artista? Variegato. A volte quasi bipolare, impulsivo, ma sempre vero.

Il tuo nuovo singolo si intitola “Modem”: perché e come nasce questo titolo? Ho deciso di intitolare il mio ultimo singolo così (“Modem”) perché quando l’ho composto non funzionava la connessione. E a proposito della sopracitata canzone Senz’R ha affermato <<Nei primi giorni dello stato emergenziale si sentiva già chiara la mancanza della normalità. Avevo capito che saremmo rimasti in quella surreale situazione non poco tempo; Internet ha smesso di funzionare e mi sono ritrovato a guardare il soffitto. Nel momento della solitudine assoluta ho riflettuto in particolare sulla mia passione per la musica. (…) È da più di un decennio che invento giochi di parole in rima e li trasformo in canzoni, eppure mi sembrava di essere ancora all’esordio. Nonostante in “Modem” sia del tutto consapevole di quello che faccio – tentando di dimostrarlo utilizzando diverse tecniche, in ispècie l’extrabeat nelle strofe, la percezione era di aver appena iniziato, completamente scollegato da tutto il resto>>. L’or ora riportato riferito ovvero alla routine giornaliera, al fatto che Davide non potesse più vedere gli amici e neppure la ragazza con cui stava uscendo, e non di meno al fatto che tutto il mondo fosse in ginocchio, chiuso in casa.   

Qual è il messaggio che vorresti trasmettere con “Modem” e quali le aspettative su di esso? Per me la scrittura è sfogo, creatività, energia in ogni momento sbagliato, o durante una giornata storta, la scrittura mi ha puntualmente aiutato. In quel momento, il momento in cui ho scritto il testo di “Modem”, mi sentivo senza nessuno e dimenticato. Riflettendo su me stesso mi sono posto diverse domande legate alla mia persona, quanto al mio percorso artistico. Mi sono letteralmente tirato su di morale, spolverandomi le spalle su un foglio di carta, spronandomi con le parole a fare di continuo meglio, ricominciando cioè con più forza. Il risultato è un messaggio, per me e per l’ascoltatore, da rileggere quando nulla va per il verso giusto o quando serve una dose di carica in generale.

“Modem” racconta un momento di evasione dalla noia e dalla routine quotidiana. Personalmente cosa ti dà noia e cosa pensi delle abitudini di tutti i giorni, e tu sei un abitudinario? Io mi sento abitudinario in quanto lavoro tutti i dì, il sistema me lo impone. Questa cosa potrebbe anche darmi noia, tuttavia mi sta permettendo di investire su me stesso e vivere della mia arte. Per il resto cerco di evadere da tutto, quando posso.

A proposito di lockdown, questa situazione reputi ti abbia insegnato qualcosa a cui magari non avresti mai creduto di arrivare a fare-non fare o pensare? E come vedi l’attuale stato emergenziale a livello di prospettive nazionali ed internazionali (altresì e soprattutto in relazione alla situazione che hanno vissuto e vivono ancora gli artisti attualmente)? Vedo che ad oggi la situazione è sempre fuori controllo. Adesso fanno meno tamponi di ieri ma ci sono più contagi, domani il contrario, le terapie intensive si riempiono, lo Stato cerca di contenere l’epidemia a suo modo e stiamo ritornando al punto dello scorso marzo. Quindi per il momento non mi sento di fare alcuna previsione in nessun ambito e per alcun contesto, anche perché non saprei cosa pensare. Questa situazione non mi ha insegnato nulla, né mi ha aiutato in alcunché. Ho scritto tantissimo in quarantena unicamente perché non sapevo come impiegare il mio tempo, di conseguenza ho sperimentato con la musica e affinato certe tecniche ma è comunque soltanto un gran disagio.

Come descriveresti l’Arte e cosa pensi non possa mancare ad un cantante, come altresì ad un ballerino, o ad un pittore, o ad un fotografo, o ad un attore etc. cioè ad una persona meritevole dell’appellativo di artista? Chi è dunque un artista? Nell’arte una cosa fondamentale è la personalità. Un’artista deve avere personalità. Quella non può mancare.

Ed in ultimo proprio poiché hai prima dichiarato che quando Internet ha smesso di funzionare, hai cominciato a guardare il soffitto, ti chiedo cosa pensi della tecnologia, di Internet appunto e dei social… Penso che siano un ottimo mezzo di comunicazione se utilizzati nel modo giusto. Hanno preso una strana piega nel giro di pochi anni, e hanno condizionato l’intero pianeta. Ogni tanto ci penso, e penso che sia una cosa pazzesca. È una rivoluzione questa, un momento storico, ed è in continua evoluzione. Adesso si deve ballare con TikTok, chissà tra un po’ cosa salterà fuori. Io personalmente uso solo Facebook e Instagram.  

Infine dopo aver ammesso di essere dell’idea di sapere quello che fa, di riuscire ad arrivare senza sosta oltre, Senz’R ci saluta confidandoci che vorrebbe avere la possibilità di far ascoltare la sua musica a tutti giacché rappresenta il demolitore di auto, il pugile bastardo, lo sporco in abito bianco, il rapper hardcore senza una consonante. E, però, a proposito dei brani che usciranno a breve ci dice <<Non vi anticipo nulla, dovete seguirmi!>>.

Giulia Quaranta Provenzano