La vicenda che andiamo a raccontare è di quelle che fa rabbrividire e apre forti interrogativi sul funzionamento della Sanità in generale e un grande dubbio: siamo di fronte ad un caso di malasanità oppure è stato fatto tutto correttamente e quanto era possibile per salvare un uomo?

Il suo decesso avrebbe potuto essere evitato se il Covid fosse stato diagnosticato prima?


Domande destinate probabilmente a rimanere senza risposta e, comunque, in ogni caso, non spetterebbe a noi emettere sentenze anche sommarie: noi siamo giornalisti e il nostro ruolo è soltanto quello di raccontare i fatti quando ne veniamo a conoscenza e dopo averli verificati e, al limite, sollevare qualche dubbio o fare qualche commento.

Tutto il resto non è di nostra competenza, per cui lo lasciamo agli altri.

La vicenda che andiamo a raccontare ci era già stata segnalata da una lettrice il 6 novembre scorso e l’abbiamo già evidenziata in questo articolo https://www.oggicronaca.it/2020/11/tortonese-a-casa-con-la-febbre-da-15-giorni-con-nessun-tampone-si-aggrava-e-viene-trasferito-a-novi-ligure-tortona-e-covid-hospital/ .

Adesso purtroppo ne raccontiamo il triste epilogo, sempre riferitoci dalla nostra lettrice, che evidentemente conosceva bene l’uomo in questione.

Per chi non avesse letto il primo articolo parliamo di un Tortonese (che non significa sia di proprio di Tortona ma potrebbe essere anche di un paese della zona) poco più che cinquantenne, che è stato a letto con febbre da 15 giorni, senza che gli sia stato fatto il tampone. E questo nonostante nel suo posto di lavoro 4 colleghi erano risultati positivi al Coronavirus.

Secondo quanto è stato possibile appurare, oltretutto, questa persona ha subito qualche anno fa, un delicato intervento chirurgico, per cui si tratterebbe di un caso clinico complesso e non facile, probabile portatore di patologie gravi.

Giovedì 5 novembre visto l’aggravarsi delle sue condizioni, viene deciso il ricovero all’ ospedale a Novi Ligure perché il Pronto Soccorso di Tortona era già stato chiuso in seguito alla dichiarazione di Covid-hospital del nosocomio cittadino.

Il tampone ha dato esito positivo e il tortonese, che quindi era affetto da Covid-19, è stato trasferito ad Alessandria e messo sotto casco ad ossigeno. Le sue condizioni, però, nei giorni seguenti si sono ulteriormente aggravate ed è stato trasferito all’ospedale di Casale Monferrato e intubato, dopodiché, è deceduto.

Tralasciando il fatto che a Tortona pur essendoci un ospedale appositamente dedicato ai malati Covid questo tortonese ha girovagato per tre nosocomi senza mai rimanere in città, quello che colpisce in tutta questa vicenda, è il ritardo con cui è stato fatto il tampone e cioè soltanto in ospedale.

Non vogliamo sapere e non ci interessa il motivo per cui non sia stato fatto prima quando l’uomo era ricoverato a casa con la febbre, ma parliamo già del secondo, analogo caso, in pochi giorni, perché anche ad un altro tortonese (ma residente a Voghera) cioè Enrico Guagliata di cui abbiamo scritto in questo articolo https://www.oggicronaca.it/2020/11/tortonese-di-66-anni-rappresentante-in-pensione-muore-in-casa-per-covid-la-sua-vita/ non era stato fatto il tampone.

“Queste cose – conclude la nostra lettrice – sarebbero state anche accettabili a marzo quando la situazione era all’inizio e si facevano pochi tamponi e la Sanità aveva grosse difficoltà, ma adesso che stanno facendo tamponi a tante persone, proprio non si riesce a comprendere perché un malato con febbre e patologie gravi abbia aspettare due settimane prima di effettuarlo. Non è questo il modo di trattare le persone.”

Concludiamo questo triste articolo con un dubbio: se noi di Oggi Cronaca, piccolo giornale di provincia, siamo già venuti a conoscenza di due casi di tamponi non effettuati tempestivamente, con successivo decesso del paziente, quanti casi potrebbero esserci ,come questi, in tutta Italia?

Angelo Bottiroli

FOTO DI REPERTORIO