Il caso della vicenda della mamma e del figlio che raccontiamo in altra parte del giornale nell’articolo a questo link https://www.oggicronaca.it/2020/10/mamma-tortonese-col-figlio-malato-da-scuola-deve-fare-il-tampone-ma-non-la-chiamano-dal-12-ottobre/ è allarmante perché mette in evidenza che non solo siamo in piena pandemia da Coronavirus, com’è accaduto la scorsa in primavera, ma rappresenta un pericoloso campanello d’allarme in quanto se le strutture sanitarie non riescono già da adesso ad esaudire in tempi ragionevoli, le numerose richieste di tampone per verificare se una persona sia effettivamente affetta dal virus, cosa succederà con l’arrivo dell’inverno e dell’influenza stagionale?

Il problema riguarda soprattutto coloro che sono asintomatici che, secondo le statistiche, sono ben oltre la metà dei casi e non sapendolo e andando in tranquillamente in giro come fossero sani, rischiano di infettare altre persone che a loro volta faranno altrettanto.


La mamma che ci ha contattato e di cui raccontiamo la storia nell’articolo citato sopra, infatti è ligia alle regole e ha deciso di rimanere in casa, ma quanti potrebbero non farlo?

Non sappiamo come andrà a finire la storia di questa mamma e del suo bambino (ma ci auguriamo nel migliore dei modi ovviamente) ma è evidente che fotografa una situazione sanitaria locale (ma non soltanto, purtroppo) con molti limiti, dove le strutture già oggi non sembrano in grado di fornire una risposta adeguata, in tempi ragionevoli, alle necessità dei cittadini e non sappiamo se, e come, anche la politica possa intervenire per cercare di risolvere il problema.

Noi, da semplici giornalisti, ci limitiamo a segnalare i casi e soprattutto ad evidenziare che la situazione sta diventando sempre più grave; per questo l’unica cosa che possiamo fare, per evitare un secondo lockdown con risultati catastrofici per l’economia, è di invitare tutti tuti ad usare le protezioni, indossando la mascherina, mantenendo il distanziamento sociale e lavandosi spesso le mani.

Facendo molta attenzione a tutti i nostri gesti, a quando tocchiamo oggetti di uso comune, maniglie, porte e altro e poi inavvertitamente ci tocchiamo naso e bocca. Il contagio arriva anche da queste azioni che non ci accorgiamo di compiere e facciamo meccanicamente.

Se tutti avessero avuto più accortezza adesso non saremmo in questa situazione, per cui il nostro invito è: protezioni, controllo e attenzione, perché non farlo e poi sperare che l’Asl o la Sanità in generale, possa intervenire subito per curarci, se la situazione è come quella che si sta profilando con una marea di richieste, sarà davvero molto difficile.

La prima cura e attenzione dobbiamo averla noi stessi, per noi e per i nostri familiari, cosa che tante persone incoscienti, purtroppo non hanno avuto.

E quello a cui stiamo assistendo è il risultato di queste dimenticanze e di un assurdo menefreghismo da parte di tanta gente.

Angelo Bottiroli