Vincenzo Adduci (classe 1990) è un cantautore e chitarrista originario di Napoli, che comincia da giovanissimo lo studio della chitarra classica. Animato dal forte desiderio di dedicare tutta la sua vita alla musica, trascorre l’intera adolescenza e la prima età adulta militando in diverse band tra la città di origine, Bologna (dove si è laureato) e Milano (dove attualmente vive).

Ed è a seguito del milanese incontro con i produttori Lele Battista dell’ex La Sintesi e Yuri Beretta dell’ex Genialando, che nasce il progetto Adduci la cui peculiarità è una dimensione sonora coerente al taglio cantautorale della scrittura e della vocalità del campano. Vincenzo ha inoltre ideato e già portato in giro, insieme alla pianista Antonietta Ranni, anche uno spettacolo piano e voce incentrato appunto sul cantautorato italiano degli anni ’60 ed intitolato “Senza fine” – oltre a collaborare persino in veste di produttore a numerosi progetti di amici e colleghi.   


Intervistato per la nostra rubrica Oggi Musica, abbiamo ricordato con Vincenzo come – a proposito della canzone “Parte di me” [https://youtu.be/ItFlBBuLKPI] – avesse ammesso di sapersi parecchio incline all’innamoramento. Ora che è tuttavia disponibile il suo nuovo brano “Una ragione per odiarti” [https://youtu.be/eWjpXGECI_w], egli ha affermato che innamorarsi è una sciagura e quanto più si viene travolti dal sentimento, tanto più alto risulterà in ultimo il prezzo da pagare. Ecco dunque che, secondo il tale giovane, <<razionalmente non varrebbe mai la pena di abbandonarsi a qualcuno. L’amore non basta a se stesso e si alimenta degli stessi innamorati>>. Adduci ha cioè aggiunto che, sebbene è vero che l’amore lasci sempre qualcosa di buono, è parimenti vero che la sua fine si connota per essere ogni volta piuttosto traumatica.

Inoltre prendendo in esame l’odio, Vincenzo ha specificato come lo intenda quale il contrario dell’amore: odio che, ugualmente al sentimento amoroso, è un coinvolgimento emotivo che lui ritiene non conoscere ragioni bensì che succede e basta (sebbene dopo lo si cerchi spesso di ricostruire, attribuendogli una causa posticcia). Il cantante ha difatti dichiarato <<Quel che intendo raccontare è proprio l’impossibilità di trovare un motivo oggettivo per odiare, e non certo perché le persone non abbiano difetti…>>.

Per quanto infine gli concerne, Adduci ha confessato che la propria paura da morire, sulla quale posto il focus nel secondo singolo “Una ragione per odiarti”, è un timore generato dal sentirsi infinitamente piccolo in confronto a qualcosa di immensamente grande. Il trentenne ha ovvero precisato come lui creda che <<(…) l’essere umano prova spavento solo di fronte a ciò con cui non ha famigliarità, e non di meno ciascuna persona conosce unicamente il presente>> perciò, per principio ideologico, non vorrebbe farsi sopraffare dalle emozioni così da illudersi di poter mantenere il controllo. Si dice, comunque, al medesimo tempo sicuro che sia un’utopia priva di realizzazione pratica pretendere di veicolare ogni situazione e in primis, alla luce di questo, Vincenzo ha continuato <<Le relazioni umane sono destinate, nella maggior parte dei casi, a generare sofferenza poiché rendono indifesi>>.

Infine, Vincenzo Adduci ha concluso <<Penso che, a differenza del nostro destino, la nostra felicità possa essere scelta e che anzi sia l’esclusivo modo per sperimentarla. (…) Personalmente credo di essere cuore e per nulla ragione, seppure mi pesi moltissimo accettarlo …quantunque spero che le mie canzoni, a parlare di codesti argomenti, possano dimostrarsi utili per qualcuno nella misura in cui lo sono almeno per me >>.

Giulia Quaranta Provenzano