Il 21 settembre si è celebrata la Giornata Mondiale delle Gratitudine, istituita per la prima volta nel 1965 alle Hawaii al fine di porre l’attenzione sull’importanza della riconoscenza non soltanto verso le persone che si hanno accanto, ma pure per quanto circonda quale ad esempio, in primis, la natura. Dire “grazie” non è solo sinonimo di educazione, bensì è una capacità emotiva che contribuisce allo sviluppo psicologico e al benessere di ciascuno.

Molti studiosi hanno infatti dimostrato che l’essere grati migliora la qualità della vita e soprattutto la salute del corpo e della mente, rafforzando addirittura il sistema immunitario. Merito del ricercatore Robert Emmons dell’University of California la scoperta nientemeno che la gratitudine abbassa del 23% il livello del colesterolo, l’ormone dello stress. Inoltre essa supporta l’autostima e consolida i rapporti interpersonali/sociali, e riduce notevolmente la depressione e la pressione sanguigna, andando ad agire in modo favorevole anche sulla qualità del riposo. Sorge dunque spontaneo domandarsi: c’è una relazione tra l’Alzheimer e i problemi del sonno?


Ed ecco che vale la pena ricordare che la sopraddetta data settembrina coincide altresì con la 25sima Giornata dedicata all’impegno nei confronti dell’Alzheimer, giornata all’interno del mese rivolto, in tutto il mondo, a tale morbo degenerativo di cui ancora non si conosce la cura. Risale al 1906 la descrizione scientifica di un caso di demenza senile da parte del neurologo Aloysius Alzheimer, quello della signora Augusta D. che era stata ricoverata nel novembre del 1901, e che diede avvio agli studi che hanno condotto alla definizione della malattia che ha preso il nome dal dottore tedesco. 

Ad oggi tuttavia il già prima menzionato sonno è al centro di alcune nuove scoperte al proposito: vi sarebbe ovvero un legame tra apnee notturne e lo sviluppo del disturbo neuro-cognitivo, che colpisce in prevalenza le donne (per i 2/3 i pazienti sono femmine). Un’indagine condotta da ricercatori italiani, e pubblicata sulla rivista Sleep Medicine Reviews, ha provato ossia come le apnee ostruttive notturne contribuiscano al declino gnoseologico in tutte le demenze ed in particolare per quel che concerne l’Alzheimer. In Italia soffrono di questa patologia oltre 600000 anziani e anziane over 65 – e la cifra è destinata a triplicare nei prossimi anni, con costi economici assai elevati per le famiglie.

Ma, appunto, che legame c’è tra cattivo sonno e demenza? Spiega la dottoressa Biancamaria Guarnieri che v’è una stretta correlazione poiché si è visto come le proteine dannose dell’Alzheimer, Beta Amiloide e Tau, si accumulino all’interno del sistema nervoso centrale per la maggiore durante le ore di veglia mentre vengano, dopo, eliminate dormendo bene. Un riposo non sereno e rilassato quindi può interferire con codesto meccanismo.

Infine, in età avanzata attualmente non è raro il verificarsi dell’insonnia, il trovarsi di fronte a soggetti con disturbi del comportamento in sonno Rem, sindrome della gamba senza riposo RLS, eccessiva sonnolenza diurna e le più volte citate apnee notturne che rappresentano un fattore di alto rischio e favoriscono una più veloce progressione della malattia. I sintomi, in ispècie fra i maschi, sono il russare talmente forte da far svegliare la compagna e un’esagerata spossatezza durante il giorno. Nelle appartenenti al “gentil sesso” i sintomi sono meno facili da riconoscere comunque, in genere, confusione, difficoltà a dormire e a concentrarsi, mal di testa.

Uno stile di vita sano può, ad ogni buon conto, ridurre il pericolo di demenza e ciò a partire dall’eliminazione dalla dieta di carne rossa, cibi parecchio zuccherini e lavorati, carboidrati raffinati. Bene cibarsi invece di legumi, pesce sia grasso che azzurro, mirtilli, noci, semi, verdura a foglia verde; ottimo l’uso di olio di oliva, mangiare pane e pasta di grano integrale. Toccasana l’esercizio fisico, camminare, ballare e persino fare i lavori domestici. Sì allo studio, al divertimento e alle parole crociate. Bandito, all’opposto, isolarsi.

Giulia Quaranta Provenzano