Nasce a Tortona nel 1676 da Antonia Francesca Il padre Gaspare Roveda è inserito nella buona borghesia tortonese Orfano del genitore in giovane età resta con la mamma la quale si unisce in matrimonio con Antonio Bertola un architetto: adotta il giovane concedendogli l’uso del cognome insegnandogli i segreti della sua ambita professione

Giuseppe Francesco Ignazio, completati gli studi, segue le orme del genitore adottivo, un gesto di riconoscenza divenendo architetto, nonché ingegnere molto apprezzato in tutto il territorio per progettare le costruzioni di difesa.     


Il duca di Savoia gli affida parecchi incarichi mirati alla ristrutturazione, con adeguamento ai tempi moderni, adattando alle prescrizioni del trattato d’Utrecht le strutture difensive del Piemonte, comprese le cittadelle, le piazzeforti, i castelli: un lavoro eseguito costantemente a regola d’arte, tanto da meritare le congratulazioni del Sovrano, soprattutto dagli esperti dell’esercito di quel tempo.

Le nuove costruzioni contemplano la Cittadella di Alessandria, eseguita su suo progetto, una complesso considerato, ancor oggi, la più importante opera dell’edilizia militare difensiva del XVIII secolo, fra le meglio conservate, nonché tra le più importanti d’Europa.

Progettata sulla sinistra del fiume Tanaro, è stata commissionata all’architetto da Re Vittorio Amedeo II, in persona, il cantiere è aperto nel 1728 in seguito alla demolizione di Borgoglio, il popoloso quartiere, forte di oltre quattro mila abitanti, vale a dire 1/4 dell’intera città, definito importante per aver contribuito più degli altri alla fondazione di Alessandria, modificando sensibilmente l’assetto urbanistico.

Il plesso, a sezione esagonale, è una massiccia costruzione difesa da una grandiosa muraglia in mattoni, allineati su un fronte perimetrale di circa tre km., difeso da un profondo fossato alimentato dalle acque del fiume, deviate con opportuni sbarramenti in caso di necessità

L’altra grandiosa opera è il forte di Fenestrelle realizzato nel 1727 su incarico del re Vittorio Emanuele II, una rocca tanto imponente da essere meritevole della nomina di Conte di Exilles, costituito da una grande muraglia rafforzata da fortificazioni a difesa della val Chisone, quindi in grado di ostacolare il passaggio dei più agguerriti eserciti.

Realizza la strada dei cannoni, ossia un passaggio per l’artiglieria pesante sulle vette montagnose fra le valli Varaita Maira piuttosto articolato, tanto da avvalergli l’incarico di Maestro delle fortificazioni, nonché Primo Ingegnere di sua Maestà, Direttore delle Scuole Tecniche e Pratiche d’Artiglieria di Torino.

                                                                                 Franco Montaldo