“Rivedere i criteri con i quali si stipulano i contratti di affitto di canone concordato, in modo che siano attuati effettivamente per chi ne ha bisogno, significa mettere attorno ad un tavolo tutte le categorie interessate. Una discussione consigliabile senza un preventivo aumento dell’Imu in quanto questo aumento deve servire nel momento della contrattazione. L’averla attuato riduce questa capacità di contrattazione. A parte che non è questo il momento, in seguito all’emergenza sanitaria del coronavirus, per porvi mano”: così Simone Tedeschi, ex assessore al Bilancio nella giunta con sindaco Rocchino Muliere, ha concluso la commissione consiliare al Bilancio tenutasi venerdì 28 agosto. Una commissione dove, ancora una volta, si è discusso dell’aumento dell’Imu per i contratti di affitto a canone concordato che nell’emendamento proposto dall’amministrazione comunale verrebbe elevata di due punti, dal 5,6 per mille al 7,6 per mille. Una misura che ha suscitato le vibrate proteste della minoranza consiliare, Democratici per Novi e Movimento 5 Stelle, per la quale andrebbe eliminata. Il tutto in vista di un consiglio comunale convocato per martedì primo settembre nel quale resta ancora il dubbio di come voteranno i consiglieri comunali di Forza Italia dopo l’invito loro rivolto da Maria Rosa Porta, in qualità di rappresentante regionale di Azzurro donna, di non aderire alla proposta dell’amministrazione comunale  e di non votare l’emendamento. Un voto contrario, aldilà che non consentirebbe l’approvazione del bilancio di previsione, creerebbe una notevole frattura fra la stessa Forza Italia e le altre componenti che reggono la giunta Cabella. Al momento non è dato di sapere, Francesca Chessa, capogruppo di Forza Italia, rientra a Novi lunedì 31 agosto, dopo un periodo di ferie.

L’emendamento della Lega è stato presentato da Giacomo Perocchio che oltre a esserne consigliere comunale ne è anche il coordinatore cittadino.


 “Sulla base dei nostri programmi elettorali-ha detto Perocchio-abbiamo pensato a quelle categorie che risultano essere fra le più colpite in seguito alla pandemia del coronavirus. Il gettito stimato dall’aumento della imposta Imu per i contratti a canone agevolato è stato calcolato in 163.000 euro. Abbiamo pensato di utilizzare questa risorsa per abbassare l’Imu, per i proprietari dei muri dei negozi, portandola da 10,6 a 9,5 per mille. Per questo verrebbero impiegati i due terzi della cifra introitata e quindi circa 100.000 euro. Gli altri 55.000 euro saranno utilizzati al fine di creare un fondo di sostegno del quale potranno usufruire i negozianti che, nonostante la pandemia, hanno continuato ugualmente a pagare l’affitto dei locali.” Un fondo di sostegno per il quale verranno privilegiati i piccoli negozianti, coloro che non hanno ricevuto facilitazioni da parte del governo.

Il coordinatore della Lega ha spiegato: “Abbassare l’aliquota Imu ai proprietari dei muri dei negozi, nella nostra ottica, dovrebbe spingerli a diminuire l’affitto a chi il negozio lo gestisce con indubbi vantaggi per il commercio della città.” Usufruirebbero di questa riduzione negozi ed esercizi commerciali rientranti nelle categorie C1 e C3. Nella categoria catastale C1 rientrano i locali occupati da barbieri, modiste, orologiai nonché gli uffici telefonici, le ricevitorie postali, i banchi del lotto, le esattore delle imposte dirette, le agenzie bancarie o assicurative, i locali dove si effettua la vendita, con prevalenza al dettaglio, di merci, manufatti, prodotti, derrate e quei locali dove la vendita si accompagna con prestazioni di servizio come ad esempio trattorie, ristoranti, pizzerie, panetterie intese come locali di vendita al minuto del pane, bar e caffè. Per un locale di medie dimensioni rientrante in questa categoria catastale l’aliquota Imu dovrebbe passare da 388 a 348 euro.

Nella categoria catastale C3 rientrano laboratori per arti e mestieri e quindi principalmente artigiani oltre che fra gli altri forni da pane, caseifici, officine per la riparazione di autoveicoli, che verrebbero a pagare una aliquota da 545 a 487 euro. 

Giacomo Perocchio ha ancora spiegato perché l’amministrazione comunale ha deciso di aumentare l’aliquota Imu ai proprietari di appartamenti concessi a canone agevolato. “Il fatto consiste in una differenza di aliquota IMU tra appartamenti lasciati dai genitori ai figli-ha detto- o comunque tra congiunti che si trovano a pagare la stessa aliquota rispetto ai multiproprietari che usufruiscono del canone concordato. La giunta ha di conseguenza pensato di equiparare l’aliquota tra le due realtà sopra citate in modo da raggiungere un equilibrio più stabile.

C’è sempre da ricordare che i proprietari avranno in futuro una piccola percentuale di aumento IMU se usufruiscono del canone concordato ma con il vantaggio di un risparmio sull’IRPEF.”

Simone Tedeschi  ex assessore al Bilancio ha posto un interrogativo: dato che il presupposto di questa manovra è l’emergenza sanitaria dettata dal coronavirus, una volta che questa, si spera quanto prima, cesserà verrà annullato anche il tributo? Incidendo quindi sui bilanci dei prossimi anni.

Giacomo Perocchio ha affermato di avere sentito, prima di procedere all’aumento dell’aliquota Imu, le associazioni di categoria degli inquilini dei proprietari, così come quella dei commercianti per le misure che la Giunta aveva allo studio a loro favore.

Edoardo Moncalvo, consigliere comunale della Lega, ha ricordato a Simone Tedeschi di essere stato proprio lui, quando era assessore al Bilancio, ad avere sollevato il problema degli affitti a canone concordato. Sul tema ha replicato Simone Tedeschi il quale ha affermato di essere stato sempre favorevole ad una rivisitazione dei contratti a canone concordato in quanto rappresentano un problema. “Gli accordi che definiscono i criteri dei contratti di affitto a canone concordato-ha spiegato l’ex assessore al Bilancio- sono stretti a livello territoriale e per la nostra zona prevedono criteri molto ampi che, secondo i dati dell’ufficio tributi, negli anni si sono prestati a un ricorso ben aldilà rispetto alle finalità originarie della legge. In questo senso il Comune potrebbe aprire un ragionamento sul ritocco dell’aliquota se non altro con lo scopo di indurre le associazioni a ridefinire i criteri in maniera più rispettosa dello spirito originario nella norma. Ma ad avviso del gruppo consiliare dei Democratici per Novi non è certo questo il momento in cui farlo.”

Simone Tedeschi ha aggiunto: “Rivedere i criteri con i quali si stipulano i contratti di affitto, in modo che siano attuati effettivamente per chi ne ha bisogno, a canone concordato significa quindi mettere attorno ad un tavolo tutte le categorie interessate. Una discussione che non può avvenire con un preventivo aumento dell’Imu in quanto questo aumento deve servire nel momento della contrattazione. L’averla attuato riduce questa capacità di contrattazione.”

C’è stato però chi, come Stefano Moro, presidente della commissione Bilancio, ha chiesto se, effettivamente, l’aumento dell’Imu colpisce persone che non hanno ricevuto danni dal coronavirus. Un dubbio non solo suo: ad esempio nella sua pagina facebook una persona come Felicia Broda, ex vice sindaco ed assessore agli Affari sociali,  scrive: “Duemilasettecento famiglia pagheranno 160.000 euro:  chi sono queste 2700 famiglie? Sono tutti ricchi sfondati od hanno subito a loro volta dei disagi economici?”

Maurizio Priano