Aleramo è ricordato per aver vissuto un’esistenza incredibile fra realtà, leggenda, fantasia. E stato certamente un personaggio di valore in tutte le sue manifestazioni, doverosamente consegnato alla storia   

L’esistenza di Aleramo è attorno all’anno mille, nel periodo in cui l’uomo attende la fine del mondo da un momento all’atro, in sintonia con quello scorcio di credenza in cui è detto … mille e non più mille…, tuttavia la sua dinastia ha dominato, in terra di Monferrato, secondo i racconti descritti da frate Jacopo da Acqui.


La sua nascita sarebbe avvenuta a Sezzadio luogo in cui i genitori, provenienti dalla  Germania, sarebbero stati di passaggio per andare a Roma in pellegrinaggio, senza più tornare sui loro passi in quanto, cammin facendo, entrambi hanno perso la vita.

Dunque, la sua dinastia è incerta; il neonato è stato affidato alle cure d’una balia, affinché lo protegga, lo allevi, lo cresca con sani principi, abbia un’istruzione.

Il bimbo è stato battezzato Aleramo, un nome risalente dal significato di gioia, di allegria, affinché abbia un’esistenza al par del nome: come sarebbe stato pensato dai genitori adottivi.

Cresciuto in un ambiente familiare, ben accolto, accudito con attenzione, cresciuto con amore, affidato a persone coscienziose le quali lo hanno consegnato, sin dall’adolescenza, all’imperatore Ottone, tanto da essere ammesso come suo scudiero.

La scelta non è stata sbagliata, anzi, durante l’assedio di Brescia si è comportato con  valore, per meritare la nomina a cavaliere.

Accolto con molto riguardo presso la Corte ha l’occasione d’innamorarsi di Alasia figlia del sovrano.

Gl’innamorati compiono purtroppo l’errore di fuggire, subito precipitando in miseria, incontrano un periodo di difficile esistenza; per vivere, sono costretti a vendere il carbone ad Albenga, finché un giorno Aleramo incontra l’Imperatore senz’essere riconosciuto, tuttavia il suo comportamento di uomo valoroso ha attirato l’attenzione del Sovrano il quale lo chiama a corte, qui si riconoscono, parlano, l’offesa della fuga è stata perdonata, pertanto ottiene il dominio di tanto territorio … quanto ne avrebbe percorso a cavallo in tre giorni…

Ecco l’origine della terra di Monferrato.

E, Alasia? Alasia avrebbe, secondo la leggenda, fondato la ridente città d’Alassio.

                                                                                     Franco Montaldo