La Regione Piemonte sta lavorando per ridare dignità all’ospedale di Tortona e potenziarlo. Lo ha confermato l’assessore alla Sanità piemontese Luigi Icardi, giunto a Tortona venerdì pomeriggio.

“Per fare questo, però – ha aggiunto Icardi – è necessario cambiare la legge regionale 1/600 (quella approvata dalla Giunta Chiamparino del PD – ndr) che ha ridefinito il ruolo degli ospedali.”


Soltanto dopo questa modifica, infatti, sarà possibile assegnare nuovi reparti (o far ritornare quelli trasferiti a Novi Ligure) al nosocomio tortonese. Proprio per questo motivo, l’Amministrazione regionale di Centro – Destra, da tempo, ha dato incarico ad un’apposita commissione di “rivedere” tutto il sistema della rete ospedaliera regionale e cambiare la leggere 1/600 che ha visto clamorosamente depotenziare l’ospedale di Tortona.

Icardi su questo punto ha le idee molto chiare: “La regione Piemonte – aggiunge – ha da tempo istituito questo gruppo di lavoro che avrà anche il compito, attraverso la ridefinizione della rete ospedaliera e dei servizi, di ridurre la Mobilità passiva. Spendiamo 88 milioni all’anno per pagare cure che i Piemontesi fanno in altre regioni e molte di queste avvengono soprattutto in Lombardia. L’ospedale di Tortona è una struttura di confine e se adeguatamente potenziata può ridurre la Mobilità passiva. E’ vero che col Pronto Soccorso di Tortona chiuso molti tortonesi, in caso di necessità hanno scelto di andare a Voghera, così come so che i tortonesi non scelgono di recarsi presso gli ospedali di Novi Ligure o Alessandria ma a Voghera con costi non indifferenti per la Regione ed è anche per questo che cercheremo di porre un rimedio potenziando l’ospedale tortonese.”

“Tortona per la Mobilità passiva – ha aggiunto l’assessore regionale alla Sanità – è un punto nevralgico e sono ben consapevole della criticità del ruolo che riveste in questo campo. Ci stiamo lavorando su, così come stiamo lavorando ad un ragionamento che comprenda Pubblico e Privato. Durante il Covid i due settori hanno lavorato bene ed hanno salvato vite umane; se lo abbiamo in emergenza possiamo farlo anche normalmente. Se siamo stati in grado di superare tutti i problemi legati al Covid credo siamo in grado di impedire che i piemontesi vadano a farsi curare in Lombardia.”

“Il gruppo di lavoro – ha concluso Icardi – formulerà proposte per l’organizzazione dell’area ospedaliera valutando il livello di integrazione ospedale-territorio, con l’obiettivo di rendere l’offerta delle prestazioni sanitarie il più funzionale alle necessità dei cittadini”.

Per Icardi la Sanità piemontese (pubblica e privata) ha dimostrato di essere un’eccellenza, per cui se questa eccellenza trovasse spazio anche presso ospedali di confine come quello di Tortona, non solo si ridurrebbe la Mobilità passiva ma, addirittura, si potrebbero richiamare utenti dalla Lombardia.

Il Policlinico di Monza, con le sue molteplici cliniche, ad esempio, ha dimostrato di essere un’eccellenza nella Cardiologia (e non solo) a livello italiano e – ad esempio – la presenza dei medici in un reparto di cardiologia presso l’ospedale di Tortona (convenzionato col Servizio Sanitario nazionale) non solo impedirebbe ai tortonesi di recarsi in Lombardia ma fungerebbe da richiamo per tanti vogheresi che verrebbero a farsi curare a Tortona andando ad incrementare l’importanza dell’ospedale cittadino.

Se questo accadesse sarebbe determinate per il futuro dell’ospedale di Tortona: è risaputo, infatti, che più un ospedale è importante più si tenderà a potenziarlo con l’inserimento di nuovo reparti e, in futuro, perché no, anche di un Punto nascite.