Avevamo già dato notizia in data 27 maggio, (https://www.oggicronaca.it/2020/05/conferito-a-giulia-quaranta-provenzano-il-premio-alla-carriera-artistica-malgrado-abbia-solo-30-anni/), del conferimento alla ligure Giulia Quaranta Provenzano (Classe 1989) del Premio alla Carriera artistica da parte del prestigioso Maco Museum, di Veroli. Anticipato altresì come il detto museo di arte contemporanea abbia offerto all’artista trentenne l’esposizione gratuita, per un mese, di un’opera. Ed è così che la scelta del vicedirettore del Maco Museum appunto, Ivan Caccavale, è ricaduta sulla Fotografia d’arte su tela dell’imperiese dal titolo “Universi paralleli 1-18”.   

Il tale elaborato artistico fa parte dell’omonima Personale intitolata proprio “Universi Parallelli1-18”. Esposizione fotografica, questa, che si è svolta dall’ 8 al 29 luglio 2018 al Palazzo del Bargello, in Via Consoli n.35, a Gubbio. Le diciotto immagini della Quaranta Provenzano avevano avuto inoltre un’antenna straordinaria in quanto la giovane presente sempre nella città umbra con ulteriori tre tele, nella Collettiva mostra-concorso “Cosmos, Mille Modi di rappresentare l’Universo”, che l’ha vista classificarsi seconda. L’evento organizzato dall’Associazione Culturale “La Medusa” ed è stata difatti la Presidente dell’associazione, Elisa Polidori, ad affermare allora che <<(…) Le opere fotografiche di Giulia Quaranta Provenzano hanno una forte valenza scenica dovuta sia alle scelte cromatiche di grande impatto, con colori vividi fissati su sfondo nero, sia al sapiente uso della composizione geometrica. (…) Per quanto riguarda gli scatti della Personale, che si allineano alla tematica del Premio, cioè il creato e i suoi elementi, Giulia fa una scelta fortemente connotata di spiccata personalità: quella di portare una sua personalissima rappresentazione del cosmo che dialoga con lo spettatore proprio attraverso il colore e non punta immediatamente a richiami realistici e oggettivi. (…)>>.


A distanza di due anni, l’arte di Giulia dimostra di non avere scadenza bensì di continuare ad affascinare soprattutto grazie a ciò che è l’artista stessa a definire l’origine della Filosofia. Al riguardo la giovane afferma afferma: “La Filosofia nasce come interrogazione, osservazione e studio della natura, del principio o sostanza originaria delle cose, e vede la sua alba con i filosofi di Mileto e la ricerca ionica dell’archè… dunque quale miglior occasione per ricordare e provare ad omaggiare gli antichi greci e la loro inesausta ricerca della forza primigenia a dominare il mondo, da cui tutto pensavano provenisse e a cui credevano tutto tornasse?! Perfino l’ospitalità dell’ex Monastero Benedettino del VI sec. D.C. in provincia di Frosinone – e non solo il Concorso già nominato – è una cornice perfetta, molto suggestiva come il tema rappresentato”.

Poi Giulia continua <<La Metafisica mi insegna e conferma nel proposito di non smettere mai di interrogarmi e, personalmente, pur mi dà la convinzione che sia bene rimanere umili nella consapevolezza che il sostenere realtà assolute spesso sfocia in hybris. Orgogliosa tracotanza che porta l’essere umano a presumere della propria potenza, ma ancor più ad illudersi di sostituirsi al divino che per me coincide con quanto è al di là del razionale, spaziale e temporale. Superbia che non è giustificabile in alcun modo, specie di fronte ad un’esperienza costantemente in fieri e pertanto esaustiva per nessuno e in nessun tempo.>>

Giulia conclude con l’ammettere che è istintivamente calamitata dal nero, origine e fine d’ogni cosa ed ugualmente è attratta dal colore viola ad indicare la metamorfosi, l’essere perpetuamente in divenire come è caratteristico dell’esistenza che sia degna di codesto nome e connotato, del vivere, e non unicamente trascinarsi con un corpo senza le ali interiori del desio.