Pubblichiamo volentieri,di seguito la rettifica giunta dall’associazione di volontariato Nucleo Operativo di Protezione Civile Logistica dei Trapianti di Firenze su un ostro articolo che però si rifà integralmente ad un comunicato stampa dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria: noi non abbiamo fatto altro che riportare integralmente il suo contento, fidandoci di informazioni giunte ufficialmente dall’ Aso.

Dio seguito la rettifica


Egregia redazione,

Facendo riferimento al vostro articolo”Dall’Austria all’Alessandria per salvare il padre malgrado il Covid grazie al trapianto” mi preme puntualizzare e chiedere rettifica che la missione è stata compiuta e portata termine non come si legge nell’articolo dalla Protezione Civile termine generico che rimanda al dipartimento nazionale ma dall’associazione di volontariato Nucleo Operativo di Protezione Civile Logistica dei Trapianti di Firenze specializzata da oltre 25 in trasporto di materiale urgente per trapianti.

Per vostra completa informazione vi invio il nostro comunicato riassuntivo di questi mesi di pandemia e tre foto scattate proprio al confine di Coccau (Tarvisio).

Il Nucleo Operativo di Protezione Civile Logistica dei Trapianti di Firenze raddoppia i suoi sforzi perché c’è una sanità delle urgenze che, nonostante l’emergenza sanitaria che ha coinvolto il nostro paese, deve andare avanti. É quella delle urgenze inderogabili, degli interventi salvavita e dei trapianti.

Nel pieno dell’emergenza quest’eccellenza del volontariato italiano capitanata da Massimo Pieraccini – fresco dell’onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana per meriti civili non solo non si ferma ma anzi raddoppia i suoi sforzi.

Le missioni dei volontari del Nopc da quando è esplosa la pandemia sono aumentate anche perché i colleghi di altre nazioni non entrano sul suolo italiano.
In questi mesi di emergenza sono stati portati a termine con successo dai volontari del Nopc oltre 50 viaggi per circa 100.000 km. sempre ritirando dall’unico hub italiano aperto a Fiumicino con destinazioni a tutto il nord Italia: Trieste, Udine, Venezia, Verona, Bolzano, Brescia, Piacenza, Milano, Firenze, Pisa, Siena, Bologna, Cuneo, Torino, Alessandria e Cagliari dove hanno ottenuto il permesso per entrare sull’isola in solo mezz’ora grazie alla disponibilità della Protezione Civile della Sardegna.
Durante l’emergenza causata dalla pandemia racconta Pieraccini “le nostre attività se da una parte sono rallentate per ovvi motivi a livello internazionale sono aumentate a livello nazionale a causa della chiusura delle frontiere che ci ha costretto a fare “da staffetta” per permettere alle donazioni che arrivavano dall’estero di raggiungere l’ospedale di destinazione in Italia.
É stato necessario infatti continuare a garantire quelle attività di medicina d’urgenza salvavita che sono il nostro quotidiano. Difficile garantire la “normalità” alla sanità d’emergenza quando nei primi giorni di restrizioni siamo riusciti a far rientrare in Italia due volontari (uno dalla Turchia e uno dagli Stati Uniti) e completato nonostante il blocco alle frontiere missioni internazionali a Ulm e Francoforte (Germania) e ad Helsinki dove il nostro corriere è rimasto per 72 ore chiuso negli aeroporti senza mangiare, bere e dormire.”


Sono state settimane di “straordinari” per gli uomini e le donne del Nucleo Operativo di Protezione Civile Logistica dei Trapianti nonostante i voli cancellati e le frontiere chiuse. “Riceviamo tanta gratitudine da parte dei medici in questo difficile momento – afferma Pieraccini – e sappiamo che anche se non possono dimostrarcela la riceviamo anche da chi quel Dono lo aspettava con ansia.
Noi immaginiamo sempre la loro faccia, ora più che mai, quando il medico entra nella loro stanza e gli dice sono arrivati. Abbiamo deciso di andare avanti nonostante tutto perché c’è chi non può aspettare.”

Del tutto eccezionale infine anche la missione portata a termine con una staffetta transfrontaliera via terra resasi necessaria per salvare la vita a un paziente ricoverato ad Alessandria che doveva ricevere le cellule da un familiare residente in Austria. Le frontiere con quel paese erano però chiuse e i corrieri del Nucleo, grazie alla collaborazione con la Polizia di frontiera italiana di Tarvisio, sono riusciti a ritirare le cellule provenienti dall’Austria ritirando il prodotto nella “terra di nessuno” della frontiera chiusa di Coccau (Tarvisio) dal collega tedesco.
–Nadia Fondelli