Abbiamo vissuto tutti, a livello mondiale, mesi drammatici. E ancora, purtroppo, permangono molte insicurezze a minare la tranquillità per ciò che concerne la nostra saluE e quella dei nostri cari. In quest’ottica emergenziale, maggiormente, ritengo dunque doveroso fare un focus sulla tutela di premorienza.

Che cosa rappresenta quindi la protezione oggi, un’opportunità o una necessità? Con il termine “protection” ci si riferisce ai contratti assicurativi con obiettivo la protezione del capitale umano inteso come morte che avviene prima di una determinata scadenza. Ambito di interesse di cui ci occuperemo, di conseguenza, è la previdenza in caso di reversibilità.


Ecco le regole per l’attribuzione della reversibilità a chi resta. Il 100% al coniuge con due o più figli, il 70% a solo un figlio, l’80% a due figli, il 100% a tre o più figli, il 15% ad un genitore, il 30% a due genitori, il 15% ad un fratello o una sorella, il 30% a due fratelli o sorelle, il 45% a tre fratelli o sorelle, il 60% a quattro fratelli o sorelle, il 75% a cinque fratelli o sorelle, il 90% a sei fratelli o sorelle e il 100% ad oltre sei fratelli o sorelle.

Per avere accesso alla pensione diretta occorre vantare al momento del decesso o quindici anni di assicurazione e di contribuzione, oppure cinque anni di assicurazione e di contribuzione di cui almeno tre anni versati nei cinque anni precedenti il decesso.

Si ricordi poi che a partire dal 1995 la pensione pubblica di reversibilità indiretta ai superstiti è stata ridotta e che dal 2018 delle seguenti percentuali in base al reddito del beneficiario: per redditi da 0 euro a 19789,38 euro annuali di una percentuale dello 0% e l’importo spettante alla/al vedova/o della pensione maturata dal defunto pari al 60%, per redditi da 19789,39 euro a 26385,84 euro all’anno di una percentuale di riduzione del 25% e l’importo spettante al superstite pari al 45%, per redditi da 26385,85 euro a 32982,30 euro annui di una percentuale del 40% e l’importo spettante al sopravvissuto pari al 36% della pensione maturata dal morto mentre per redditi da 32982,31 euro annuali di una percentuale di riduzione del 50% e lo spettante alla/al vedova/o del 30%.

Tutelarsi e tutelare i propri famigliari con una polizza Temporanea Caso Morte significa andare a salvaguardare e difendere conto corrente, il risparmio di una vita, gli investimenti, l’abitazione e non indebitarsi bensì piuttosto avere al contrario protezione per mancanza di imprevisti, stabilità per garantire un futuro alle persone alle quali si tiene.

Va sottolineato che nonostante un elevato bisogno di protezione dichiarato dalle famiglie italiane, persiste un basso grado di impegno dei propri risparmi in tale direzione. Se si considerano le categorie protezione a tutela di eventi imprevisti quali decesso, invalidità e non autosufficienza, risparmio ad integrazione del reddito pensionistico pubblico e altri investimenti come immobili, titoli di stato, obbligazioni ecc. la protezione è in testa ai desideri degli italiani ma se si passa a considerare le scelte effettive di sottoscrizione delle soluzioni assicurative scende all’ultimo posto. Ad oggi mediamente solo il 4% degli italiani possiede una copertura TCM.

In una realtà caratterizzata dai continui e giornalieri spostamenti, per es. ci si è mai chiesti che incidenza hanno gli incidenti stradali sulla mortalità quotidiana? In una stima preliminare gennaio-giugno 2015 attraverso dati Istat-Aci si pose l’accento su quanto la mortalità stradale fosse in crescita, del +1% a causa di una vita più frenetica e meno casalinga. L’indice di mortalità era di 1,88. I morti per incidenti stradali nel primo semestre di cinque anni fa 1596, gli incidenti stradali 470, circa 9 morti per ogni giorno, 600 i pedoni vittime della strada cioè due per ogni dì – mentre 8000 i decessi per incidenti domestici, circa il 30% di tutte le morti accidentali. Nel 2020 la situazione non è migliore.

In conclusione, una generica copertura di protezione TCM consente di mantenere il tenore di vita dei beneficiari in caso di premorienza dell’Assicurato il quale, se coincide con la figura del contraente, ha la possibilità di godere sul premio annuo versato della detrazione di imposta ai fini IRPEF prevista dalla normativa di legge vigente attualmente pari al 19% dei premi pagati entro il limite massimo di 1291,14 euro all’anno. Ulteriore vantaggio fiscale è rivolto ai beneficiari della polizza che sull’eventuale capitale erogato non pagano imposte; contratto il tale per aumentare la sicurezza di assolvere a impegni economici anche rilevanti presi in passato e destinati a progetti futuri delle persone vicine che posso essere scelte liberamente dal contraente e che magari sono fuori dall’asse ereditario. Capitale che è soggetto ad impignorabilità ed insequestrabilità delle somme assicurate.

Giulia Quaranta Provenzano