Cos’è la musica? La Musica, per chi qui scrive, è magia ed è divina.

La Musica infatti trascende, va oltre i limiti dell’adesso, di qualsiasi fino ad ora. Come per ogni Arte, pure in questa, l’artista inizialmente parte e si basa sempre su un primo dato di realtà concreta, del quotidiano ma in essa, poi, egli va al di là del tangibile, del materialmente esperito sulla propria pelle. Non è insolito per l’appunto che il vissuto non corrisponda al desiderato, tuttavia ogni persona può andare avanti al già attuato per vivere ulteriori emozioni, sentimenti e speranze in testi e basi musicali che superino il passato e il continuamente in fieri presente.


Questa non discriminante d’attualità, d’azione verificatasi nel concreto del raccontato è il motivo per cui la Musica – e l’Arte tutta – si caratterizza per l’essere ultraterrena e non dipendente dall’immanente, dall’effettivamente occorso ed è vera anche quando i fatti non trovano riscontro nel giornaliero.  

Nella musica il musicista quanto l’ascoltatore vive (e diviene) altro, lì si invera la parte più profonda dell’umano ed è così quindi che la Musica mette in contatto con altre diverse individualità, che sono possibili e si avverano soltanto nella comunione e condivisione dell’interiore, tempo e spazio.

Ciò detto, oggi vorrei ricordare insieme un grande Maestro: Ezio Bosso che, il 15 maggio, è venuto a mancare a soli quarantotto anni. Indimenticabile direttore d’orchestra, compositore e pianista torinese. Uno straordinario creativo, tant’è che è impossibile non tornare al suo “confronto con lo spazio, perché la musica è appunto spazio ed è basata sul silenzio, sulla suddivisione del silenzio quale ossessione dei musicisti forse già nelle grotte; musicisti che posizionano strumenti in architetture sonore, si rapportano alla stereofonia che serve a questo, all’agogica, al pensiero della dinamica a cui non si è più abituati nel volume costante che non deve far però perdere la preziosa possibilità di creazione di spazio immaginario nelle nostre teste (…)” – https://youtu.be/7SGsmMVUkm8.

Sapeva magistralmente parlare al cuore della gente, con rara generosità e Passione, a prescindere da qualsiasi confine. Ezio, sin da piccolo, frequentò uomini e donne di ogni Paese e tutti li seppe ascoltare, trasformando i problemi in opportunità grazie proprio all’amata Musica in cui fino all’ultimo crebbe e in virtù della quale visse profondamente molte vite, pur restando simile ad albero dalle radici robuste ma con bei rami d’una folta chioma nel vento – http://europa.today.it/attualita/ue-ezio-bosso-emoziona-parlamento.html.     

Bosso credeva inoltre in una teoria antica, tra i motivi probabilmente del suo tenace e sincero sorriso nonostante le complessità di giorni non per natura consueti e tipici della maggioranza. Pensava l’esistenza composta da dodici stanze, nelle quali lasceremo qualcosa di noi e che ci ricorderanno e ricorderemo quando passeremo di nuovo all’ultima. Nessuno può ricordare la prima poiché quando nasciamo non vediamo e quindi non la scorgiamo, eppure nell’ultima la raggiungiamo, tornandovi perciò. Non è un caso che il musicista piemontese abbia intitolato il suo primo disco da solista di pianoforte “The 12th Room”.

Scriveva altresì <<La parola stanza significa fermarsi, ma pur affermarsi. È una parola così importante quantunque non ci pensiamo mai. La diciamo e basta. Le abbiamo inventate, le stanze. Le abbiamo costruite quando abbiamo trovato finalmente un posto dove fermarci. E abbiamo dato loro nomi, numeri, significati, a volte poetici. La stanza dei giochi, la stanza della musica, la stanza dei sogni. La stanza della luce o la stanza cieca. La sala, il salone, la stanza da bagno, la cucina qual nomi pratici. Sono infinite le stanze, non di meno non ci prestiamo attenzione>>. Le stanze ovvero rappresentano fasi e sentimenti, che le accompagnano: dolore, felicità, serenità, pace da godere ciascuna il più possibile “in maniera che possano essere maniglie alle quali aggrapparsi nei momenti di sofferenza” – https://www.raiplay.it/video/2020/05/Sanremo-2016-Ezio-Bosso-la-standing-ovation-piu-commovente-abd68fcd-0b56-4e0a-92ee-655dcb42cb74.html.

Mi sento di ringraziare con commozione quest’artista meraviglioso, che ancora poche settimane dalla sua rinascita nella stanza n. 1, spero, ha dimostrato una sensibilità fuori dall’ordinario ed uno scavo imo e al contempo pratico da autentico genio, anima bella. Ed è in un ultimo saluto che Ezio Bosso riconfermò il suo bisogno di Musica, di sognare un lieto domani con gli altri perché non c’è domani senza vicinanza, senza stare insieme – https://youtu.be/LginF_PH8fM. Un esempio lui , non solo frasi stupende. Il Maestro difatti, nel settembre scorso, svelò di non poter più suonare il pianoforte a causa di due dita che non rispondevano bene. Ciò nonostante non smise di dirigere l’orchestra <<Musicista non lo si diventa solamente per talento, a un certo punto, soprattutto chi ce l’ha il talento, lo deve dimenticare e fare spazio al lavoro quotidiano, alla disciplina>>.    

Arrivederci mani sagge, a rivederci negli alti cieli della nostra adorata Arte…

Giulia Quaranta Provenzano