Siamo gli unici in Europa a non riaprire le scuole fino a settembre. Il ministro Azzolina non è in grado di prendere decisioni nonostante la nomina di 18 esperti. Tutto è fermo e bloccato. E mentre  in Europa le scuole riaprono la Azzolina propone da settembre di ripartire con mezza classe a scuola e mezza a casa connessa digitalmente. Una follia, quando invece basterebbe assumere i tanti insegnanti precari e avere quindi a disposizione più classi con un numero limitato di alunni.

A tal proposito, dato per scontato che andremo avanti con il distanziamento sociale ancora per mesi, e vista la cronica mancanza di aule nei plessi scolastici che con l’ipotetico sdoppiamento delle classi si andrebbe a creare, sarebbe forse il caso che il ministro prendesse in considerazione l’utilizzo di strutture appartenenti allo Stato ormai in disuso quali le Caserme o edifici appartenenti al Demanio o chiedesse ai Comuni l’uso di strutture di loro pertinenza o convenzionati, patronati… onde evitare il caos dei doppi turni che apporterebbero ancor più disagi alle famiglie con più figli e genitori entrambi lavoratori. Così facendo si creerebbero posti di lavoro, scuole aperte in sicurezza e didattica assicurata.


Didattica che, nonostante sia stata affrontata digitalmente (ma non da tutti gli studenti purtroppo), manca a tutti. Alle famiglie e agli studenti in primis, specie i più piccoli. Per fare fronte a queste nuove necessità, dettate dall’emergenza in atto, il Governo e il ministro Azzolina, ove possibile e su organizzazione regionale/territoriale , dovrebbero fare in modo di far ripartire già dopo il 18 maggio l’apparato scolastico organizzando lezioni all’aperto usufruendo di strutture organizzate, dando modo ai più piccoli di tornare a socializzare e ad una vita “in itinere” verso la normalità, recuperando i mesi di inattività scolastica e il contatto con le insegnanti che non può essere sostituito dallo studio da remoto.

Dare linee guida, ad oggi inesistenti, da poter applicare nell’apparato ludico-ricreativo, proponendo attività di DIDATTICA IN FATTORIA o SETTIMANE VERDI, dove possibile, sollevando i genitori dalla necessità quotidiana della “gestione” dei figli permettendo a questi ultimi di trascorrere giornate riscoprendo i valori legati ai territori, al rispetto della natura e del nostro pianeta.

Questa la proposta che arriva proprio da Biella: ad avanzarla è il consigliere comunale della Lega Andrea Ferrero che propone un progetto molto valido, in linea con scelte serie e ponderate che cozzano decisamente con l’attività repressiva che il ministro Azzolina sta perpetrando nei confronti di chi, come il Sindaco di Borgosesia, nel pieno rispetto della legge si è visto togliere la disponibilità delle scuole del suo paese. Plessi da utilizzare quali centri di assistenza a 21 minori, con l’impiego di 8 operatori, in una sorta di babysitteraggio allargato in modo da andare incontro alle esigenze delle famiglie. Ma nemmeno questo va bene.

Per il ministro dell’Istruzione il capitolo scuola è chiuso fino a settembre prossimo. A meno che arrivi l’ennesimo salto mortale carpiato all’indietro che cambierà nuovamente tutto. Il ministro Azzolina cominci a fare il ministro e si assuma le proprie responsabilità.

Cristina Patelli, deputata della Lega membro della Commissione Cultura alla Camera