Si è tenuto in data odierna l’incontro tra FIOM CGIL – FIM CISL – UILM UIL e le RSU con i responsabili di ArcelorMittal del sito di Novi Ligure e del Gruppo, in merito alla richiesta di proroga della CIG COVID19 per 5 settimane per tutti i lavoratori dello stabilimento di Novi Ligure. 

Solo 2 settimane fa ArcelorMittal di Novi Ligure (ex ilva) ha presentato richiesta di deroga al Prefetto di Alessandria per anticipare la ripartenza dello stabilimento chiuso in base alle ordinanze ministeriali, argomentando l’urgenza di ordini da spedire e l’esigenza di ripartire per non perdere clienti. 


Le RSU hanno sottoscritto un protocollo sanitario in base alle disposizioni nazionali, che prevedeva anche test sierologici, per consentire la ripartenza in sicurezza per i lavoratori ed a distanza di appena 10 giorni, non avendo nemmeno ultimato la ripartenza dello stabilimento, arriva la comunicazione di proroga della Cassa Integrazione per COVID19 per 5 settimane, per tutto lo stabilimento. Analoga comunicazione è stata fatta a Genova. E’ evidente che dietro a tali fatti ci sia una regia generale del gruppo che deve determinare o meno la propria permanenza sul territorio italiano ed il piano industriale per l’assetto futuro. 

Per questo le OOSS e RSU hanno ribadito l’esigenza di un piano industriale serio, che chiarisca le prospettive future anche per Novi Ligure, dove i dipendenti vivono una situazione di totale incertezza ed hanno richiesto una integrazione salariale durante il periodo di cassa al fine di attutire l’impatto economico e sociale che la cassa integrazione comporta. 

L’azienda ha dichiarato di non avere al momento nessun mandato di proseguire la trattativa ed il tavolo è stato riconvocato a lunedì. 

Questa situazione si presenta grave e paradossale ed evidenzia ancora una volta l’assenza di relazioni sindacali chiare e corrette in un contesto di totale superficialità ed approssimazione da parte di una multinazionale presente a livello internazionale sul mercato dell’acciaio. 

Cgil-Cis e Uil