Parrà probabilmente strano, in tal periodo d’ancora sempre urgenti preoccupazioni di salute, parlare di assicurativo e finanza tuttavia oggi faremo una sorta di “esperimento”. Prima di questo tempo della verità a mettere a nudo fragilità, bisogni e virtù, infatti, il rapporto col sé e con gli altri e soprattutto con le proprie priorità era piramidale. Al vertice della detta piramide (e le persone è comprovato che la pensino dall’alto!)  vi era la volontà di trattare di investimento e risparmio e, solo a seguire, in ultimo di previdenza e protezione. Adesso che l’assistenza e le coperture però non sono più una necessità vista come lontana, ma il campo minato in cui tutti si è stati catapultati ecco che forse, appunto soltanto ora, si preferirebbe focalizzarsi ed essersi focalizzati precedentemente soprattutto su di esse, aver ragionato prima in maniera prospettica e non superficiale, orientata all’immediato o scaramantica …cit. <<del senno di poi ne sono piene le fosse (…)>>. 

Iniziamo con un tuffo nel passato. I rendimenti annuali lordi dei Titoli Governativi nel gennaio 2008 erano pari al 3,87% in Germania e 4,11% in Italia per scadenze a due anni, a cinque anni erano di 3,97% nella prima e 4,04% nella seconda, del 4,23% in Germania e 4,62% in Italia qualora con orizzonte previsto di dieci anni ed equivalenti a 4,54% per i tedeschi e 4,97% per gli italiani se di durata trentennale – ove si ricordi, inoltre, che il tasso della Banca Centrale Europea BCE era del 4%. E due lustri dopo? Lo scenario è cambiato sensibilmente perché a febbraio 2020 i rendimenti annuali lordi dei Titoli Governativi con scadenza a due anni avevano valore pari al -0,64% in Germania e -0,20% in Italia e sempre rispettivamente nelle due Nazione -0,60% e +0,23% a cinque anni, -0,40% e +0,96% se decennali, ed infine +0,13% e +2% nel caso di quelli trentennali – attualità in cui il tasso BCE, cioè il valore del costo del denaro, è dello 0%.


Come investire quindi nell’era dei tassi zero? Se precedentemente i portafogli poggiavano su tre colonne portanti costituite dal cash per la liquidità, dai bond per la tranquillità e dall’equity per la performance adesso non è più così, bensì si è di fronte ad un contesto di “nuova normalità” caratterizzato da bassi rendimenti, bassa inflazione, modesta crescita, cicli meno prevedibili, mercato obbligazionario non più remunerativo e maggiore volatilità nei mercati azionari tanto da rendere la diversificazione del rischio e il contesto maggiormente sfidante per gli attori coinvolti. Ecco dunque che se prima il risparmiatore si domandava come poter fare per far crescere il proprio investimento, massimizzare la gratificazione pecuniaria e sfruttare le opportunità offerte dalle aziende, attualmente si interroga invece sul come poter proteggere il proprio patrimonio e minimizzare la variabilità dei rendimenti, realizzare incrementi pur modesti nelle diverse fasi del mercato. Oggi pertanto il “fai da te” non è più per tutti, piuttosto è divenuta centrale la figura del consulente e primario il valore delle competenze e della relazione con il proprio referente qual ‘partner di vita’ e “coach comportamentale” nel dar risposta alle differenti esigenze con varie e diverse soluzioni ibride di investimento.

Quale perciò un valido concetto e proposizione di allocazione del risparmio e di diversificazione oggi? Come or ora anticipato,entrare in una Gestione Separata che garantisca stabilità e protezione, abbinandola non di meno a linee multi-comparto alla luce della ricerca del rendimento e del già suggerito mix per la ripartizione del capitale. Ciò è possibile ottenerlo, per esempio, con la diversificazione geografica nelle principali aree economiche mondiali ed attraverso strategie direzionali od ancora, in ottica di creazione di valore in settori innovativi, per mezzo dei megatrend scegliendo ovvero aziende in grado di proporre quelle imprese capaci di intercettare segmenti quali i grandi cambiamenti sociali, economici, politici, ambientali o tecnologici (strategia per crescere per mezzo di shift demografici) ed altresì quel che impatta il business, l’economia, la società, le culture, la vita personale (strategia per crescere per mezzo di nuovi modelli demografici) ed infine ciò che rappresenta cambiamenti che forniscano opportunità di investimento di lungo periodo per una progettualità più consapevole e responsabile (ambiente, social – Environment Social Governance ESG). Oltre poi a prestare attenzione alla crescita demografica per cui nel 2050 le persone saranno 10 miliardi, all’invecchiamento secondo cui nel 2030 gli abitanti dei Paesi sviluppati sopra i sessant’anni saranno più numerosi dei giovani con meno di venticinque anni, all’urbanizzazione che vedrà sempre tra dieci anni quasi il 10% della popolazione concentrata su 41 megalopoli di oltre 10 milioni di abitanti ciascuna, alla rivoluzione digitale creante nuovi modelli di business e nuovi settori tecnologici, alle nuove frontiere di consumo con focus sui millennials rappresentante il 25% dei consumatori delle economie sviluppate e il 30% di quelle emergenti e alla small cap, una crescita sana guidata da un minore indebitamento e presenza in settori innovativi è doveroso e bene, utile porre una lente di ingrandimento ed optare persino per soluzioni basate sul rispetto dell’ambiente e sulla tutela sociale, sulla creazione personalizzata cioè di valore etico orientato e mirante alla salvaguardia del clima (per investire nelle energie rinnovabili e implementare politiche ambientali a tutela di risorse naturali), alle pari opportunità (per favorire la tutela delle minoranze e l’uguaglianza di genere), al consumo responsabile (per promuovere le città intelligenti connotate da sviluppo tecnologico, rispetto dell’ambiente e della forza lavoro), alla salute e benessere (per investire su salute, alimentazione naturale, prodotti e servizi che favoriscono uno stile di vita attivo e sano) e alla crescita sostenibile (per attuare un’economia circolare che rispetta le risorse naturali in linea con la tutela dei mari e della terra).

Infine un accenno a quella che è la fiscalità dei prodotti ibridi. La componente prudente in Gestione Separata è esente dal bollo pari allo 0,2% (L. 27/12/2013 N° 147, in vigore dal 01/01/2014) e – dell’investimento ibrido – la plusvalenza è agevolata in quanto la tassazione è inferiore al 26% (L. 18/06/2014 N° 89) in virtù della presenza di una componente in titoli di stato (assoggettata al 12,5%); in aggiunta, vi è efficienza fiscale poiché compensazione tra plusvalenze/minusvalenze all’interno della parte in multi-comparto. Altro vantaggio delle opportunità sopra illustrate è l’impignorabilità e l’insequestrabilità in base all’Art. 1923 del Codice Civile, il quale recita che le somme dovute dall’assicuratore al contraente o al beneficiario non possono essere sottoposte ad azione esecutivo cautelare ed in ultimo, non d’importanza comunque, l’essere fuori dall’insieme dei beni, dei diritti e delle obbligazioni che costituiscono l’oggetto della successione mortis causa come da Art. 1920 del Codice Civile secondo cui il beneficiario acquista un diritto proprio ai vantaggi dell’assicurazione, per cui le somme corrisposte a seguito del decesso dell’assicurato non rientrano appunto nell’asse ereditario.

Ancora una cosa: dal momento che si è esordito con l’affermare <<oggi faremo una sorta di “esperimento”>>, credo ormai l’abbiate compreso tutti esso in e di cosa sia misura e dimostrazione. Il raccontato e spiegato vuol essere invito e cartina tornasole della sincerità nell’aver di continuo affermato, troppo spesso invano, che <<LA PROTEZIONE È LA BASE DELL’INVESTIMENTO>> pertanto “vendere” solamente il rendimento è sbagliatissimo. È giusto sterilizzare il rischio con una Gestione Separata e non perdere il valore reale del denaro non lasciandolo stagnante sotto materassi e mattonelle, tuttavia aggrapparsi solo all’interesse significa ignorare progetti di vita che richiedono una programmazione che getti le fondamenta e metta al sicuro la prima persona e gli affetti da condizioni imprevedibili e contingenti che obblighino a non riuscire più a perseguire l’obiettivo in ragione del quale si era o voleva investire.   

Per maggiori informazioni e curiosità, richiesta di prospetti esemplificativi e preventivi scrivere senza impegno a giulia40.1989@tim.it oppure su WhatsApp al (+39) 333-4035044.

Giulia Quaranta Provenzano