Esiste la libertà di opinione ed espressione individuale in questa società globalizzata?

La domanda è più che lecita se Facebook, dopo aver cancellato il profilo personale del nostro Direttore perché aveva pubblicato il link di un articolo apparso su Oggi Cronaca in cui si riportava un’azione di CasaPound a Tortona, oggi, dal Social più famoso del mondo, arriva un’altra “scomunica” e stavolta la situazione sembra ancora più grave perché se per CasaPound la motivazione ufficiale dell’oscuramento dei profili era per il fatto che si trattava di  “persone e organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri” come riportato da esponenti del Social, quella esposta da nostro lettore, Pier Paolo Liuzzo, pilota prima dell’Aeronautica e poi civile, era una semplice considerazione personale che, peraltro, conoscendo la persona che l’ha scritta, non aveva certo lo scopo di suscitare violenza o attaccare qualcuno.


Anche perché Pier Paolo Liuzzo, figlio di uno stimato avvocato di Tortona, conosce sicuramente bene la legislatura e non si avventurerebbe mai in espressioni che potrebbero offendere o dare adito a contenziosi giudiziari.

Come giornale, riteniamo questa ennesima censura, l’esempio più lampante della società in cui viviamo, fatta spesso di fuochi fatui che danno l’illusione di una libertà quanto mai effimera e solo apparente, che di fatto non esiste o c’è soltanto in piccole sacche che non possono minimamente scalfire chi manovra le masse.

Di seguito la lettera

 Caro Direttore,

vorrei condividere una mia recente esperienza (di poche ore fa), affinchè i lettori possano capire in che mondo, o meglio periodo storico, stiamo vivendo.

Il fatto che mi accingo a raccontare è, a mio avviso, nella maniera più categorica ed assoluta, inaccettabile.

Avrei potuto mirare a testate giornalistiche più grandi, ma ho deciso di scrivere al Suo giornale perché so che Lei, Direttore, si è sempre preso a cuore queste problematiche e so, con certezza assoluta, che pubblicherà quanto da me scritto, senza i classici “taglia e cuci”, arte creata ad hoc da certi giornali, servi del sistema.

Nel 2009 ho deciso di aprire un profilo Facebook, al fine di tenermi in contatto con amici e parenti lontani e per condividere foto, video e pensieri con i miei “amici” (anche se li ho sempre definiti profili condivisi).

Logicamente, quando una piattaforma da l’opportunità di esprimere i propri pensieri e sentimenti, dovrebbe vigere in essa la massima illuminata, attribuita a Voltaire, che recita: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo” e, se si tratta di servizio erogato a livello mondiale, dovrebbe interfacciarsi con le leggi di ciascuno Stato che copre (anche fiscalmente…ma questa è un’altra storia). Non dimentichiamo che in Italia vi è, ed è fortemente in vigore (almeno sulla carta), l’Art. 21 dello Statuto (Carta Costituzionale).

Purtroppo non è così. L’Art. 21 ha due pesi e due misure. Dipende sempre cosa si scrive e soprattutto cosa alcune persone vogliono leggere.

Ultimamente ho subito, per alcune opinioni espresse, blocchi temporanei del profilo. Non in ultimo, poche ore fa, ho subito la disattivazione del profilo per un commento, con allegata fotografia, alquanto scomodo a qualcuno.

Mi sono limitato a dimostrare il mio personale dissenso a fronte dei 4 Milioni di Euro (dichiarati dall’On. Gasparri) per il riscatto pagato per la “scarcerazione” della Sig.na o Sig.ra Silvia Romano.

Questo commento a qualcuno è risultato scomodo. Questo è il risultato (vedi foto a fine articolo)

Orbene. Sicuramente l’Azienda Facebook ha radiato il mio, come penso di altri, profilo non di propria iniziativa ma su segnalazione di qualcuno. Oppure, verosimilmente, ha avuto mandato da qualche addetto stampa dei palazzi di Roma, di censuare definitivamente, coloro i quali manifestano pubblico dissenso verso questo ignobile, ripeto ignobile, fatto.

Facebook poteva benissimo astenersi, visto che ha sede legale in un paese oltreoceano e questo è una questione prettamente italiana. Ma ha acconsentito al prestarsi a questo gioco di censura.

Questo per dire che non rimpiango certamente il fatto di non avere più Facebook (mai riaprirò altro account), me ne sono liberato. Stavo valutando da diverso tempo di cancellarmi. L’unica cosa che mi frenava era il dovere perdere 11 anni di fotografie, ricordi di gioventù.

Mi fa riflettere, invece, sul fatto che ognuno di noi ha la libertà di scrivere quello che vuole entro certi limiti, imposti non si sa da chi secondo criteri ben stabiliti.

Il mio commento era chiarissimo. Limpido. Cristallino.

Può o non può dare fastidio (per non dire una frase scurrile) a noi Italiani, in questo momento storico di COVID-19, sapere che questo governo ha pagato 4 Mln di Euro per questa donna, a fronte delle centinaia di persone che soffrono e muoiono ogni giorno per questa epidemia? Può dare fastidio che questi soldi potevano essere impiegati per acquistare qualche macchinario o letto di ospedale per salvare delle vite e non per fare rimpatriare una sola donna che, da quanto ho potuto apprendere dalle sue stesse dichiarazioni, si è perfettamente adattata al sistema in cui viveva tanto che non vuole togliersi di dosso la sua palandrana? Quei soldi non potevano essere impiegati per tamponare i tagli economici IGNOBILI alla sanità che i predecessori degli attuali governanti hanno a suo tempo attuato?

4 Milioni di euro possono essere tanti o pochi. A casa mia il poco si conta il niente no!

Il mio dissenso non è stato gradito e quindi via libera alla censura!

Cari Lettori, dopo che il Direttore Bottiroli avrà pubblicato, se lo riterrà opportuno, questo articolo sul suo giornale online e conseguentemente sulla Pagina Facebook, io non potrò leggere i vostri commenti e soprattutto non avrò possibilità di replica su questo Social.

Se volete pertanto scrivere qualcosa, concedendomi almeno voi, il diritto di replica, scrivetemi per cortesia alla seguente mail: pierpaolo.liuzzo@gmail.com sperando che Google non si presti pure lui a questo giochetto.

Durante un periodo storico, che ci hanno insegnato a odiare (con gli stessi suoi strumenti ad esempio la propaganda), vi era la censura (attraverso l’Ufficio Stampa del Ministero Cultura Popolare o MIN.CUL.POP.) ed era alla luce del Sole. Era una legge. Ora la censura è abolita solo sulla carta, ma di fatto no. Non è più legge ma è sempre in vigore! Torbidamente applicano le stesse procedure.

Direttore, la mia preghiera che Le rivolgo è quella di diffondere questa notizia il più possibile, affinchè possiamo tutti insieme capire a che razza di gentaglia abbiamo dato in mano la nostra Patria!

VERGOGNA!!!

Cordialità!

Pier Paolo Liuzzo – ITALIANO CENSURATO (solo virtualmente)