Migliaia di persone malate di Covid-19 e mai seguite dal Sistema Sanitario di Sorveglianza regionale perché le segnalazioni dei medici di base non sono mai arrivate, pazienti non classificati come malati del virus e quindi non isolati, una parte di questi sicuramente deceduti e gli altri che invece probabilmente sono usciti dalla propria abitazione senza aver fatto il tampone che accertava che fossero guariti, quindi potenzialmente hanno infettato altre persone, perchè i tamponi non sono stati fatti.

Molti frequentatori della discoteca di Sale che probabilmente erano infetti e hanno continuato a vivere normalmente, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi che è stato informato tardi che la piattaforma per la raccolta dei malati Covid non funzionava e, nel mese di marzo, si sono perse un numero indefinito di segnalazioni di malati che non sono stati censiti e quindi non sono stati seguiti ma lasciati a se stessi.


Sindacati, medici di base e altri che confermano tutto questo, per non parlare dell’ospedale di Alessandria dove fino a pochi giorni fa, secondo le riprese, le persone consumavano ai tavolini del bar, cosa vietata.

Il sistema sanitario informatico che spiegava che solo se si sapeva il nome del malato di covid positivo che aveva infettato gli altri era possibile prendere in carico i pazienti, cosa praticamente impensabile individuarlo per un medico di base o per il malato stesso che avrebbe dovuto sapere lui per primo da chi era stato infettato.

Poi ci sono le Usca, unità territoriali che in base al decreto del 9 marzo avrebbero dovuto essere istituite in tutta la regione:si tratta di pool di esperti che avrebbero dovuto seguire i malati di Covid a casa con il compito di vistare il paziente a domicilio, ma delle 60 previste ne sono state realizzate solo 5 in tutta la Regione.

E la dichiarazione di Roberto Genesio presidente della Fimmg regionale che candidamente afferma che in Piemonte non è stato fatto.

Questo secondo la Regione fino al 17 marzo, perché da quella data in poi le Usca, secondo una nota della Regione, sono state attivate.

Così – dicono nella trasmissione – senza gli strumenti in grado di controllare il territorio, l’unità che gestisce l’emergenza sia regionale ma soprattutto locale, è come un corpo cieco: non sa chi sono i malati in casa né quante persone rispettano la quarantena o se ne vanno in giro ad infettare gli altri e non ci sono numeri certi sulla diffusione del virus.

Nel mese di aprile la Regione ha provveduto con un nuovo sistema informatico, ma prima?

Tutte queste cose le trovate sul servizio giornalistico d’inchiesta andato in onda ieri sera su “Report” che potete vedere al link https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/Il-pasticcio-piemontese-413ec5db-57e7-4822-8fe0-db45887a0b92.html

Un servizio a dir poco agghiacciante soprattutto perchè emergono alcune considerazioni che forse fanno capire perché la provincia di Alessandria sia quella con il maggior numero di infetti del Piemonte in rapporto alla popolazione.

Vedendo il servizio giornalistico sorge spontanea una domanda: quante persone si sono ammalate di Covid-19 e non sono state classificate tali?

Gli articoli sul numero dei morti certificato dall’istat che abbiamo pubblicato ieri fornisce indicazioni ben precise sulla portata che il fenomeno ha avuto a Tortona e in provincia di Alessandria, e d’altro canto di dati citati da Report parlano chiaro: dal 3 al 9 marzo sono passati da 0 a 73 infetti, dal 9 all’ 11 marzo da d 73 a 105 e nei 15 giorni successivi da 105 a 1.106.

la risposta del sistema covid-19
Il bar dell’ospedale di Alessandria
Il medico di base che ha denunciato i problemi