Da giorni le Autorità continuano ad invitare la popolazione a rimanere in casa per diluire il più possibile i contagi nel tempo e fare in modo che le strutture sanitarie, pur con tutti gli ampliamenti che si stanno attuando, reggano, ma cosa succederebbe se queste misure non saranno sufficienti?

Cosa succederebbe, ad esempio, se i posti in terapia intensiva sono tutti occupati, soprattutto da persone affette da Coronavirus e una persone vittima di un incidente stradale, di un infarto o altro, ha necessità urgente di terapia intensiva perché solo questo può salvargli la vita?


La risposta a tutte queste domande è contenuta in un documento pubblicato ieri, sabato 7 marzo, sul sito della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (Siaarti) per gestire l’ammissione ai trattamenti intensivi.

Un documento che si intitola EMERGENZA COVID-19: ECCO LE RACCOMANDAZIONI DI ETICA CLINICA DELLA SIAARTI

“Come SIAARTI – si legge sul sito – crediamo sia importante ed essenziale in un momento così drammatico come quello che stiamo attraversando a causa del COVID-19, offrire un supporto professionale e scientifico autorevole a chi è costretto dagli eventi quotidiani a prendere decisioni a volte difficili e dolorose. Migliaia di anestesisti e rianimatori oggi in Italia fanno parte di quella “prima linea medica” che sta assommando turni di 24 ore, insieme agli colleghi medici e infermieri, pur di assicurare assistenza di qualità e in continuità di cure. Ma in una situazione così complessa, ogni medico può trovarsi a dover prendere in breve tempo decisioni laceranti da un punto di vista etico oltre che clinico: quali pazienti sottoporre a trattamenti intensivi quando le risorse non sono sufficienti per tutti i pazienti che arrivano, non tutti con le stesse chance di ripresa (leggasi: posti con speciali caratteristiche, disponibili in aree che non possono essere ampliate in breve tempo, al netto che il loro numero possa essere al momento supportato da Sale Operatorie “convertite” bloccando l’attività chirurgica…).”

“Nel Documento SIAARTI – si legge sul sito – si privilegia la “maggior speranza di vita”: questo comporta di non dover necessariamente seguire un criterio di accesso alle cure intensive di tipo “first come, first served”. Abbiamo voluto nelle Raccomandazioni sottolineare che l’applicazione di criteri di razionamento è giustificabile soltanto DOPO che da parte di tutti i soggetti coinvolti sono stati compiuti tutti gli sforzi possibili per aumentare la disponibilità di risorse erogabili (nella fattispecie, posti letto di Cure Intensive) e DOPO che è stata valutata ogni possibilità di trasferimento dei pazienti verso centri di cura con maggiore disponibilità di risorse. “

Vi invitiamo a leggere il documento che trovate al link: http://www.siaarti.it/SiteAssets/News/COVID19%20-%20documenti%20SIAARTI/SIAARTI%20-%20Covid19%20-%20Raccomandazioni%20di%20etica%20clinica.pdf