La Situazione è tragica. E non solo dal punto di vista della salute, ma perché l’emergenza da Coronavirus, in certi soggetti, sta portando alla luce il più bieco menefreghismo nei confronti degli altri e della società in generale.

Per fortuna queste persone sono poche, ma per disgrazia esistono e noi non possiamo far altro che documentare la loro stupidità, che sembra così tale che forse neppure Batman riuscirebbe a porre un freno. Noi, però, andiamo avanti e abbiamo deciso di raccontare, attraverso l’ennesima storia di un lettore, ciò che sta accadendo nella nostra zona. Un lettore che, per la sua incolumità, ha deciso di non divulgare le generalità.


Prima di passare a spiegarvi quello che è successo ricordiamo che tutte le lettere in redazione che pubblichiamo anche se appaiono non firmate (perché così vuole l’autore e noi siamo tenuti a rispettare le sue volontà per via della legge sulla privacy) sono firmate e verificate. Chi scrive è persona conosciuta o lascia le sue generalità con tanto di numero telefonico.

Riceviamo anche numerose lettere, l’ultima delle quali relativa ad una situazione particolare per i dipendenti in un supermercato cittadino, ma non essendo firmate e anonime, queste vengono cestinate in quanto è impossibile verificare l’autenticità.

Di seguito ora la nostra quinta e vera storia, in questo periodo di Coronavirus

Egregio direttore,

l’emergenza da Coronavirus ha mietuto due ulteriori vittime: i loro nomi erano “Diritto di precedenza” e “Codice della strada”.

Chi, come me, deve lavorare e circolare in auto in tempi di “quarantena”, “isolamento”, #restateacasa, si trova a fronteggiare una vera e propria giungla sull’asfalto. Poche auto in giro e la maggior parte di esse guidate da persone che sembrano fuori di testa!Solo ieri mattina in quattro, QUATTRO incroci dove avevo il diritto di precedenza ho sfiorato l’incidente con persone che hanno “saltato” il loro stop obbligatorio. Ho inchiodato, fermandomi, a guardare in faccia i “fenomeni”.

Due avevano il cellulare all’orecchio, due stavano evidentemente pensando di essere a Monza, o a Imola, emulando il Michael Schumacher dei bei tempi. Tutti e quattro, in sostanza, se ne fregavano.

I freni della mia auto hanno chiesto asilo politico a un noleggio di risciò.Sulla ex statale 35 dei Giovi, tra Carbonara e Castellar Ponzano, vengo sistematicamente sorpassato da più bolidi lanciati oltre i 100 km orari, e il mio non è un piede leggero da anziano col cappello in testa alla guida di una Panda. Mi aspetto di trovare i cronometristi prima o poi, perché deve esserci qualche prova speciale effettuata a mia insaputa (e a insaputa anche dell’autovelox fisso).

L’ho presa con ironia perché la piccolezza di certe menti umane fa sorridere. Però, tra schivare i runner, i pedoni che attraversano la strada convinti di essere alfieri su una scacchiera (muovendosi in diagonale e tirando lungo l’attraversamento, forse per stare più tempo fuori casa?) la situazione per chi deve guidare in una città semideserta è paradossale. Si rischia l’incidente di continuo.Un plauso e un elogio per le forze dell’ordine che in questa emergenza sono chiamate a incarichi più importanti che il controllo del traffico, e un pollice in giù per chi si mette alla guida solo per costituire un pericolo.

Datemi retta. Restate a casa. Siete un pericolo per voi stessi e per gli altri, non solo a causa del coronavirus.


L’automobilista coi freni fumanti (e non solo quelli)