L’invenzione della stampa a caratteri mobili ha dato adito ad alcune perplessità poichè attorno alla sua realizzazione si sono manifestate molte leggente. Eppure il nostro territorio può ricercare in Lorenzo Derossi il suo Giovanni Gutenberg

Giovanni Gutenberg è stato il ricercatore più accreditato, in quanto le sue idee si sono sviluppate su esperimenti già tentati in passato. Egli è orafo, pratico della fusione di metalli; usa, con maestria, punzoni, bulini, matrici, pertanto non gli è difficile applicare queste tecniche in altri campi.


Conosce le presse, seppure con gli inchiostri ed i vari tipi di carta non abbia dimestichezza, ma con un po’ di genio, riesce presto a divenire in confidenza, anche con questi. La preparazione professionale applicata agli studi condotti in precedenza, riesce a stampare la Bibbia nella sua città natale. Nato a Magonza, in Germania, da Nobile casato intorno al 1400, ha vissuto in diverse città tedesche, pratica molti mestieri incline alle sperimentazioni così, attorno 1440 prova a riprodurre uno “scritto artificiale”, nel contempo alimenta l’idea di trovare un sistema per scrivere e/o stampare nello stesso tempo.

L’innovazione è ritenuta perfetta, tenta d’azzardare lo sfruttamento commerciale associandosi con Johann Fust, un avvocato di Magonza il quale ha intravisto un buon successo, pertanto non esita a finanziare l’impresa imponendo, in un secondo tempo, il proprio diritto di creditore, confiscando i beni strumentali. La sua scoperta non tarda a trovare altri soci; ecco avanzare un nuovo azionista nel sindaco di Magonza Konrad Humery, con il quale ripubblica la Bibbia nel 1458 con diverso formato, includendo, in catalogo , altri volumi di soggetto religioso. Gli allievi, sotto la formazione di Giovanni Gutemberg, con questi propositi, sono partiti dalla Germania per spargersi, dapprima in Europa, poi per il mondo, diffondendo il nuovo sistema di stampa, sovente con lauti profitti, senza contare la gloria di vantare parecchi discepoli. Il piemontese Lorenzo De Rossi è stato uno di questi. Nato a Valenza in data incerta ha lasciato poche notizie biografiche, ha svolto, principalmente in Ferrara, la sua attività di stampatore, dal 1485 al 1499. Il soggiorno a Venezia, centro fiorente d’arte della stampa, gli è stato proficuo sul piano artistico poiché, in società con altri, ha riprodotto il famoso trattato medico/filosofico, scritto dall’arabo Averroè, dal titolo liber de medicina . Tornato a Valenza, nel 1492, dopo un breve periodo di attività nel ferrarese, si associa con Andrea Grassi, di Castelnuovo Scrivia, per aprire successivamente una tipografia proprio in Valenza.

Il nostro amico non rimane a lungo nella sua cittadina, torna a Ferrara nel 1496 ove pubblica un’opera di Pietro Tranese in merito ai buoni costumi degli adolescenti, lavorando senza collaboratori. URL​Sono di questo periodo le sue opere migliori, tra le quali primeggiano le Epistole di San Girolamo , tradotte in volgare da frate Matteo, stampato con un carattere nitido, considerato uno dei più belli, creati dall’arte tipografica. Un esemplare del suo lavoro è appartenuto alla celebre collezione Franz Trau, acquistato successivamente a Vienna da Leo S. Olschki, per il prezzo di 3360 lire. Un bellissimo volume, ottimamente conservato, è stato bandito in un’asta, nel 1928, dalla Libreria Antiquaria Milanese Ulrico Hoepli, raggiungendo l’elevata somma di 54.450 lire, un’enormità per gli stipendi di quegli anni. Il marchio tipografico, delle edizioni di Lorenzo De Rossi, consiste in un circolo, posizionato sotto una corona, dalla quale si evidenziano le lettere L. R. V.; le parole: Gloria in excelsis Deo, poste in circolo, completano il logo. Il figlio Francesco ha seguito le orme del padre con la stampa della prima edizione dell’ Orlando Furioso , nelle cui pagine spicca il bellissimo ritratto dell’Ariosto, su un disegno attribuito al Tiziano.

Franco Montaldo