Sabato 14 dicembre 2019 la giovane artista imperiese Giulia Quaranta Provenzano ha ricevuto l’alto titolo accademico dell’Accademia Santa Sara consistente nell’assegnazione della Laurea Internazionale ad honorem in Arti Visive.

Fino al 21 dicembre , in occasione della 1° Annuale d’arte di Alessandria sarà visibile presso l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia dedicata al Capitano di Fregata Vittorio Moccagatta in Via Piacenza n. 33 ad Alessandria appunto la fotografia d’arte “Piemonte, con gli occhi di una Ligure” della trentenne di Diano Arentino


La Quaranta Provenzano esordisce <<Mi fa piacere presenziare alla 1° Annuale d’arte di Alessandria, esposizione concorso internazionale d’Arte Contemporanea a cura del critico Cav. Flavio De Gregorio e sono estremamente grata e felice di ritirare da questi, presidente dell’alessandrina Accademia Santa Sara, la Laurea Internazionale ad honorem in Arti Visive: è un bel valore aggiunto nonché incentivo a non demordere nella prosecuzione del mio faticoso iter artistico…>>. Giulia poi continua spiegando <<Ad oggi tuttavia mi domando cosa significhi essere un artista, chi può venir definito tale. Durante la famosa fiera d’arte Art Basel Miami Beach, nel cui contesto anch’io ho presentato una mia fotografia d’arte per la scuderia di Spoleto Arte, una banana comprata in un negozio di alimentari di Miami è stata infatti attaccata con nastro adesivo alla parete dello stand della galleria propositrice e quotata vertiginosamente. Certamente importanti sono le idee, ciò che si vuole comunicare e per raggiungere il proposito differenti possono essere le vie ed i mezzi. Ironia, provocazione ma mi trovo un attimo disorientata perché stando così le cose la competenza tecnica quasi risulta superflua e l’accesso al fare Arte allargato di parecchio e non di rado a scapito della qualità materiale dell’opera>>.

Ed ancora aggiunge <<Con ciò non mi permetto di sentenziare sull’operato di chicchessia, non è forse neppure questa l’occasione per elucubrare sulla tanto attualmente inflazionata “democrazia dell’arte”, eppure non posso negare l’istintivo fastidio nell’essere sommersa da immagini di tutti; che siano selfie, pietanze, tramonti o avvenenti donne. Il gradevole alla vista, per ciò che mi concerne, non è garanzia di beltà. Ci vuole in primis spessore nei contenuti, un racconto e sentire emozionale profondo, una proposizione rinnovatrice o dall’apporto scevro da convenienze e calcoli pecuniari “da farmacista”>>.