Matteo Gastaldo, 46 anni, Marco Triches di 38 e Antonio Candido di 32 anni: sono loro i tre Vigili del fuoco morti lunedì scorso nella tragedia di Quargnento, facendo come tante altre volte il loro dovere. Venerdì alle 11 in Duomo nel capoluogo di provincia si svolgeranno i funerali con le riprese della Rai.

Su autorizzazione della Diocesi di Alessandria riportiamo alcuni dichiarazioni del vescovo di Alessandria. Potete leggere tutto l’articolo al link https://lavocealessandrina.it/blog/2019/11/07/questa-e-la-certezza-ce-la-vita-eterna/


Eccellenza, cosa si può dire di fronte a tre ragazzi morti in questo modo?
«Il problema del senso della vita, ma ancora di più, paradossalmente, il senso della morte, attraversa tutta la storia dell’uomo. Questo senso della morte in realtà è qualcosa che cozza contro il senso che vorremmo dare alla vita. Come se l’uomo avesse una vita che ha una sua intelligibilità e una sua bellezza, e la morte facesse saltare i suoi tentativi di ricostruzione, di messa a fuoco del senso della vita, perché poi arriva questa morte a scombinare tutto».

Vuole dire qualcosa alle famiglie delle vittime?
«Voglio dire che il loro dolore schianta qualsiasi struttura umana. Voglio augurare loro di guardare il dolore in un contesto di senso autentico, affinché questa sofferenza non sia una ferita sterile che non si rimargina mai, ma sia un po’ come le piaghe di Cristo, che portano a una vita diversa ma in cui è possibile la pace».

Questi tre pompieri sono in Paradiso?
«Non mi piace essere chiamato in causa per “mettere” la gente all’inferno o in paradiso, perché non così voleva il Signore: lascio quindi a Lui il giudizio. Però sicuramente il momento della loro morte è stato un momento di offerta, di servizio: questo è un punto straordinariamente positivo ed è una parola detta a tutti noi. Una parola detta, scolpita nella nostra storia e nella nostra memoria, che dobbiamo custodire e tramandare».