“Stupirsi perchè la Lega propone l’istituzione di una consulta per gli stranieri ed accetta un invito a colazione presso la comunità islamica di Novi? Francamente non ne vedo il motivo. La Lega è sempre stata favorevole a chi viene in Italia, anche se è un extracomunitario, se rispetta le leggi e dimostra di avere voglia di lavorare”: lo dice Giacomo Perocchio, coordinatore cittadino della Lega della quale è anche consigliere comunale, con delega all’immigrazione ed alla integrazione. La conversazione trae lo spunto da questi due fatti che non hanno mancato di fare molto scalpore.

E la colazione presso la comunità islamica?

Data la proposta di istituire la consulta per gli stranieri la comunità islamica ci ha cercato per saperne qualche cosa di più e ci ha invitato ad una colazione. Sapendo benissimo quali sono le posizioni della Lega. E poi, come amministratori comunali, volevamo avere ragguagli sul centro culturale islamico e rendercene conto di persona.

Non può negare, però, che proprio per le posizioni della Lega questi episodi non potevano mancare di creare scalpore.


Vorrei fare presente che la Lega ha tanti iscritti fra gli immigrati regolari ed ha sempre preso molte preferenze da costoro. Ripeto, la posizione della Lega è quella di essere contraria a chi non viene in Italia per rispettare le leggi e lavorare ma per fare altro. Con la comunità islamica, partendo dalla famosa colazione, c’è un dialogo  molto interessante e siamo in attesa di avere l’indicazione di un loro membro che li rappresenti all’interno della consulta.

Consulta che mi sembra di capire verrà eletta in modo diverso da quanto detto in commissione consiliare per le politiche sociali mercoledì 2 ottobre.

E’ così. Qualche   settimana fa, nella riunione della commissione consiliare per le politiche sociali, era ancora in discussione il modo con il quale si sarebbe arrivati alla costituzione della consulta. L’ipotesi prevalente era quella di procedere tramite una  consultazione elettorale. Adesso, invece, chiediamo alle comunità di stranieri di esprimere un loro referente e le comunità maggiori  vedranno un proprio membro designato alla Consulta. Questo, chiaramente, non avverrà per tutte le comunità in quanto quelle presenti a Novi sono davvero tantissime e ve ne sono di quelle che contano pochi esponenti.

Quindi aumenteranno anche i componenti della Consulta?

Si, alcune settimane fa avevamo avanzato l’idea di una Consulta composta da sette membri, due designati dall’amministrazione comunale e cinque dalle comunità degli stranieri. Ora, invece, stiamo pensando ad una consulta  composta da una dozzina di membri. Sicuramente rappresentate saranno le cinque comunità con la maggiore popolazione ovvero la cinese, la marocchina, l’albanese, la romena e la ecuadoregna. A seguire vi saranno altri sei-sette elementi della consulta rappresentanti delle comunità un po’ più piccole.

Nella colazione presso la comunità islamica avete fatto presente anche qualche vostra esigenza?

Abbiamo messo in chiaro,  in questo incontro avuto con la comunità islamica, come la preferenza dell’amministrazione comunale vada ad una designazione che sia una donna od un giovane che abbia studiato in Italia. Questo come esempio di integrazione.

Il motivo per cui avete scelto di far designare dalle comunità i propri rappresentanti non attraverso quel metodo delle elezioni che qualche settimana fa sembravate preferire?

Del sistema per la costituzione della Consulta avevamo parlato in commissione consiliare e poi dialogando con le comunità degli stranieri. Abbiamo preso coscienza che con l’elezione dei cinque membri della Consulta, seguendo la bozza di regolamento che avevamo preparato, sarebbero stati eletti solo gli esponenti delle cinque nazionalità maggiormente rappresentate. Molto probabilmente non ci sarebbe stato alcuno spazio per le altre. Inoltre abbiamo analizzato a fondo anche le possibilità di fare gestire le elezioni ai dipendenti comunali ed abbiamo preso coscienza che per loro sarebbe stato particolarmente gravoso. Soprattutto, in questo caso,   il portare a conoscenza dell’appuntamento elettorale tutte le persone aventi diritto di voto. Senza dimenticare l’esigenza di avere le candidature. Fra i rappresentanti che sarebbero stati solo delle comunità maggiori e lo sforzo richiesto  ai dipendenti del Comune, abbiamo deciso di modificare il sistema di costituzione della consulta. Così abbiamo scelto di aumentarne i membri facendoli designare  direttamente dalle comunità.

In questo modo si aumentano un poco i membri della consulta cercando di coinvolgere tutti.

Chi sarà coinvolto nella fase della costituzione della Consulta?

 Le indicazioni arriveranno direttamente dalla comunità mentre in merito alla figura del  coordinatore sarà la giunta comunale ad esprimersi. Questi collaborerà,  nella fase preparatoria della consultazione, con il consigliere comunale delegato in materia di immigrazione ed integrazione e due mediatori culturali che saranno membri di diritto della consulta per stranieri. Una volta fatto il regolamento, queste figure serviranno per trovare i membri che, designati dalle comunità, ne faranno parte e per dialogare con le comunità anche se questa azione, sostanzialmente, abbiamo già cominciato a farla. La colazione alla quale abbiamo partecipato ne è stato un momento.

C’è già una tempistica per arrivare alla elezione ed alla costituzione della consulta?

Il regolamento è stato modificato con l’aumento dei membri e sul metodo per arrivare alla sua costituzione. Dovremo fare ancora due passaggi in commissione consiliare e poi portarlo in discussione ed in votazione nel consiglio comunale alla prima data utile. Io spero che entro il mese di novembre si possa finire tutto l’iter burocratico. Quindi illustrazione alla commissione delle politiche sociali ed a quella bilancio dove passano tutti i regolamenti. Prossimamente fisseremo le date in cui tenerle.

In commissione consiliare ha detto che i membri della consulta andranno a lezioni per imparare il dialetto novese. Conferma?.

Al riguardo voglio precisare che la Lega è sempre stata a difesa delle autonomie , delle identità e delle lingue locali. Capisco che il novese non sia diffuso come altre lingue e dialetti locali ma, per esempio, in Catalogna gli stranieri si integrano imparando a parlare il catalano. A Genova, al porto, sento dei senegalesi che usano il genovesissimo termine di “belin”. Credo che anche da noi sia importante per chi vuole integrarsi conoscere anche parole e termini di dialetto locale. Non è, come apparso su qualche foglio locale, che noi obbligheremo gli stranieri ad imparare il nostro dialetto. Però penso che, per favorire il processo di integrazione, l’insegnamento della nostra storia ed anche dei termini dialettali maggiormente usati possa essere importante. Anzi devo dire che, davanti a questa proposta, la stessa comunità islamica ha mostrato un certo qual interesse, dimostrando una notevole curiosità ed anche voglia di apprendere. Io conosco una persona che organizzava i corsi di dialetto piemontese all’Università del Piemonte orientale e mi diceva che c’erano più iscritti romeni ed albanesi che italiani.

Un’ultima cosa: già in consiglio comunale si è sbilanciato sulla figura del coordinatore della consulta per stranieri, dicendo che ha già in mente chi potrebbe essere. Quindi..

Io ho già in mente la figura della coordinatrice, quindi sarà una donna. Posso dire che non fa parte delle prime cinque comunità di stranieri presenti a Novi e sarà europea. Lascio a lei il compito di indovinare a quale nazionalità appartiene.

Maurizio Priano