Tortona ha un regista di grande levatura, che mercoledì sera è ritornato nella sua città natale per illustrare al pubblico presente in sala il suo ultimo film “Fulci for fake” presentato per la prima volta all’ultimo festival di Venezia e, da fine ottobre, in molte sale italiane.

Mercoledì è stato portato anche al Megaplex Stardust di Tortona e non poteva mancare la presenza dell’autore e regista del film, uno dei tanti tortonesi che si fanno onore in giro per il mondo ma che, nella loro città e chissà per quale motivo, non sono così apprezzati come meriterebbero o come lo sono altrove.

Parliamo di Simone Scafidi, 41 anni, tortonese, oggi residente nel’area Milanese in quanto docente alla scuola di cinema “Lucchino Visconti” di Milano ma soprattutto autore e regista. Ha scritto e diretto cinque lungometraggi, tra i quali Gli arcangeli (2007), Eva Braun (2014) e Zanetti Story (2015, codiretto con Carlo A. Sigon), film che ha raggiunto il primo posto al box office italiano.

Un personaggio di altissimo calibro, quindi, che fa ritorno nella sua città con un film tutt’altro che banale che traccia la storia di uno dei registi più enigmatici e forse più famosi che l’Italia abbia mai avuto nella sua storia: Lucio Fulci.


Simone apre la serata spiegando i motivi per cui ha voluto realizzare questo film e a fine proiezione si sottopone alle domande del pubblico: non eccezionalmente numeroso ma sicuramente molto qualificato.

Simone risponde con garbo, è preparato ma soprattutto è pronto a soddisfare qualsiasi domanda.

Racconta che Fulci è l’unico regista italiano di cui esiste un pupazzo e un merchandising incredibile, oltre a tantissimi siti che parlano di lui. Racconta che poco o nulla si da di quella che forse era la sua vera vita e non quella che lui amava costruirsi pubblicamente.

Il film documentaristico cerca di indagare sull’esistenza dell’uomo attraverso le testimonianze di chi gli stava vicino e lo conosceva ma l’impressione che si ha alla fine è che forse, nemmeno tutte queste persone vivevano accanto a Fulci hanno compreso chi fosse veramente, come non lo ha compreso, forse, neppure il resto del mondo.

La cosa strana è proprio questa cioé che pur essendo stato regista di ben 53 film tra il 1959 e il 1991 fra cui i rinomati Zanna Bianca e Zombie, attore in 19 film, sceneggiatore in 59, autore di 5 documentari, un varietà, uno sceneggiato e due film per la Televisione, quasi nessuno ha capito che uomo fosse Lucio Fulci.

Il film di Simone Scafidi cerca di far luce sul personaggio, ma ci riesce solo in maniera relativa, aumentando ancor di più l’alone di mistero che aleggia attorno a questo uomo, artista come pochi, che forse raccontava la parte recondita di se stesso nei suoi film.

O forse no.

Con “Fulci for fake” Simone Scafidi, nei prossimi mesi, girerà il mondo: porterà il film nei maggiori festival cinematografici mondiali e d’altro canto non è certo da tutti partecipare al festival di Venezia, che con quello di Cannes è tra i più famosi al mondo.

Solo questo dovrebbe far capire quale artista ha saputo forgiare Tortona, autore e regista come Fulci ma diverso in certi aspetti, perché Simone mantiene sempre un basso profilo, come se avesse timore a farsi notare.

Il suo film su Lucio Fulci è molto particolare e arriva a 22 anni dalla morte del regista.

Simone, con questo film è riuscito a fare qualcosa che in tanti avevano provato ma nessuno c’era riuscito: far raccontare Fulci dalla figlia maggiore del regista, Camilla, che mai prima d’ora dopo la morte del padre aveva rilasciato interviste.

E’ stata la prima e anche l’ultima volta che l’ha fatto, però, perché Camilla è morta nel marzo scorso proprio dopo aver finito le interviste col regista tortonese.

Si è trattato insomma di un piccolo miracolo, una prodezza di Scafidi, l’ennesimo figlio illustre di una città di 27 mila abitanti che, con meno campanilismo, forse, giocherebbe un ruolo sicuramente più importante di quello che ha.

Angelo Bottiroli