E’ confermato: i miasmi che ogni tanto si avvertono a Tortona provengono da 4 diversi impianti, ma l’odore più intenso, stando ad alcune misurazioni, sembra proprio quello del biogas che proviene dalla Piattaforma fanghi sulla strada provinciale per Castelnuovo Scrivia.

A quanto pare, secondo le rilevazioni dei “nasi odorigeni” è avvertito fino a quantità 4 volte superiore al normale, anche in centro città.

Risulterebbe dallo studio finanziato dalla Ladurner che gestisce la Piattaforma fanghi e realizzato dall’azienda Osmotech. Lo studio è stato presentato con delle slide durante l’ultima riunione della Commissione urbanistica (nella foto), alla presenza del Sindaco Federico Chiodi e dell’assessore all’urbanistica Fabio Morreale, ma abbiamo dovuto usare il dubitativo e condizionale, perché purtroppo, a quanto ci è stato detto, i dati di questo studio non sono stati ancora consegnati al Comune di Tortona né tanto meno distribuiti agli organi di informazione nell’ambito di una trasparenza che, a nostro parere, invece, sarebbe doverosa nei confronti dei cittadini che in certi giorni devono sorbirsi puzze maleodoranti.

L’unica cosa che abbiamo potuto notare fra la marea di nozioni e immagini presentate è che la situazione del biogas proveniente dall’impianto, a quanto risulta, ha registrato una frequenza di 3,8 volte in centro città a fronte di un limite di 1.


Per il resto, spiace che il relatore dello studio, Maurizio Benzo, non abbia avuto l’accortezza di inviarci i dati, malgrado lo abbiamo contattato personalmente lasciandogli i recapiti del giornale.

Abbiamo atteso anche alcuni giorni prima di scrivere l’articolo, ma purtroppo nulla è pervenuto in redazione e così siamo costretti a riferirvi ciò che da lontano abbiamo visto e i dati, stando a quanto emerso, parlano chiaro: in 6 mesi di rilevazioni (tre invernali e tre estivi) diversi sono stati gli odori avvertiti dai 12 volontari che hanno partecipato al progetto e questi odori avevano provenienze diverse.

Dalla Piattaforma fanghi della Ladurner arrivano odori di Biofiltro, Umido, Compost e Biogas, dal vicino Depuratore odori dalle vasche di ossidazione, dal vicino impianto di stoccaggio rifiuti odori di immondizia dell’indifferenziato e poi poco più in là c’è anche la discarica.

Insomma tre impianti di trattamento rifiuti uno vicino all’altro e il quarto poco distante, ed è per questo che lo studio sugli odori è stato fatto in 60 punti di misura con 65 uscite e ogni punto visitato 13 volte ma, siccome gli operatori sul territorio erano volontari e uscivano quando potevano, è evidente che lo studio, pur realizzato con fondamenti logici e scientifici è dotato di forti carenze, perché quando vengono avvertiti gli odori in città in molti casi non è stato possibile far uscire i “nasi”.

Un caso eclatante è stato illustrato dallo stesso relatore, Maurizio Benzo e riguardava il 14 giugno scorso quando un forte odore di m. aveva invaso Tortona. Nessuna rilevazione è stata fatta in quelle ore: i “nasi” sono usciti nel pomeriggio e hanno avvertito altri odori che non c’entravano nulla con quelli del mattino ed erano di immondizia in decomposizione ma non sono stati avvertiti in città.

Chi scrive vive a breve distanza in linea d’aria dall’ubicazione dei tre impianti e può testimoniare che l’odore sgradevole si avverte soprattutto nelle prime ore della mattinata, a volte anche verso mezzogiorno e altre anche dopo cena ma molto raramente nel pomeriggio.

Quante misurazioni sono state fatte in quelle ore e in quei momenti in cui si avvertiva lo sgradevole odore? Non lo sappiamo, né ci è stato detto.

Dopo l’illustrazione dei dati abbiamo cercato il relatore dello studio per chiedere ulteriori delucidazioni e su quante volte i nasi hanno operato nel preciso momento in cui venivano avvertiti gli odori, ma non è stato più possibile rintracciarlo per cui non siamo in grado di dirvelo.

Le considerazioni a questo punto che si pongono è che siamo di fronte ad uno studio parziale: sicuramente utile ma parziale.

“Gli odori – ha detto in conclusione il presidente della Commissione urbanistica Pierpaolo Cortesi – arrivano da impianti che Arpa e provincia di Alessandria hanno autorizzato e a cui loro, adesso, devono porre rimedio.”