A Tortona ha avuto luogo, presso la Sala Convegni della Fondazione Cassa Risparmio di Tortona, un convegno promosso dall’associazione Enrico Cucchi Volontari per le Cure Palliative, in collaborazione con il Centro di promozione Cure Palliative e la Rete Oncologica Piemonte/Valle d’Aosta, dal titolo “Il rapporto dei cittadini con i loro medici. Una riflessione sulla legge 219/2017”.

Il convegno, aperto a tutta la cittadinanza, era volto a chiarire i dettami della legge 219/2017 con particolare riferimento alle corrette modalità di espressione e acquisizione del consenso informato e di compilazione e deposito delle disposizioni anticipate di trattamento, meglio note come DAT.


Ma già quialche giorno prima sempre presso la medesima sede,  si era svolto un corso di formazione dal titolo “La vita fragile e il coraggio della cura”.

Lucianella Presta, attivista del Popolo della Famiglia, intervenuta al convegno con una delegazione del PdF-Piemonte, dichiara : «Ho molto apprezzato quanto monsignor Viola, vescovo di Tortona, ha  affermato recentemente, proprio circa le DAT: “Se io dovessi scrivere la mia DAT chiederei, anche ai medici, di accompagnarmi nella sofferenza così come l’ha vissuta Lui…”

Per i presenti, credo, il riferimento al crocifisso, che ciclicamente voci laiciste vorrebbero rimuovere, sia stato evidente ed eloquente. Cristo crocifisso però ci insegna che la vita è un bene indisponibile. Cristo, innocente e debole, soffrendo atrocemente e morendo, ci redime. Per un cristiano la sofferenza accolta ha un valore redentivo che apre alla salvezza dell’anima. Per un ateo la difesa della vita, che è bene del singolo ma anche risorsa per la comunità, non si dovrebbe nemmeno discutere.

Ma con le DAT, e recentemente con la depenalizzazione del suicidio assistito, stabilita dalla Consulta senza che il Parlamento legiferasse, è in atto il tentativo di generalizzare una cultura della morte. Cappato e i “signor Morte” vogliono far passare la convinzione che la sofferenza non abbia alcun senso e che l’individuo possa disporre di sé disponendo, tramite le DAT, il proprio suicidio assistito. Inaccettabile per un credente, inconcepibile secondo la Costituzione.

Lo scopo in realtà è quello di eliminare i costi della Sanità con la prospettiva che solo i ricchi potranno morire nel loro letto. Noi ,invece, invitiamo lo Stato a potenziare strutture specializzate per essere vicino alle famiglie di tanti disabili e malati che oggi lottano sole e scongiuriamo fin d’ora l’apertura di “cliniche della morte”, secondo il modello svizzero.»Mentre i signori della Morte vogliono indurre i più deboli a sentirsi un peso, il PdF si impegna a diffondere e difendere la cultura della Vita, sempre.

Popolo della Famiglia – Piemonte