Il nome di Paola era legato al noto Ristorante Torino nel cuore della città, oggi scomparso alla delizia degli alessandrini e… non solo! Il Torino, ricorda molto bene chi ha qualche anno in più, quell’insegna posta all’angolo “squadrato” fra via Andrea Vochieri e corso Virginia Marini, un angolo ove fuori discussione primeggiava il bon ton, in un secondo tempo il buon cibo. Si, il cibo, quello curato personalmente dal gusto raffinato di Paola Praglia, in quel locale adattabile ad ogni occasione, dove il sorriso della padrona di casa era aperto, per tutti, accompagnava ogni portata, con la disponibilità ad accontentare il palato di ogni avventore, Lei, in persona, accoglieva, sceglieva il miglior posto disponibile per il nuovo venuto, ove c’era sempre un gradito stuzzichino, accompagnato da una frase di benvenuto. Ogni piatto, posato sulla tavola, si assaporava prima dall’appetitoso profumo, poi dal raffinato gusto. La sua dote migliore era quella di saper sceglier il personale da cui era attorniata, in particolare sapeva individuare gli addetti alla cucina: fra essi era riuscita a carpire diversi chef alle dipendenze dei migliori ristoranti, come ad esempio quello del Cambio di Torino. Molti personaggi importanti avevano preso posto ai suoi tavoli: dalla politica, allo spettacolo, alla scienza; fra questi si ricorda, Giulio Andreotti, Massimo D’Alema, Giovanni Goria, per citare i meglio conosciuti; atleti del livello di Gianni Rivera, gente abituata a calcare le scene come: Milva, Catherine Spaak, si ricorda il Premio Nobel per la Medicina, Gunter Blobel, di passaggio dalla nostra città per andare in visita ai familiari, originari di Fubine. Le sue specialità erano i piatti tradizionali come: gnocchi alla parigina prima del brasato, o del filetto di tacchino alla zingara … alla fine … ecco: il gelato al forno, una personale creazione, una novità assoluta fra Tanaro e Bormida.

Franco Montaldo