Una mattina dei primi di agosto, passando, ripassando per via Verona, un’amara sorpresa coglie gli alessandrini: Zoccola, il panifico più antico della città ha chiuso definitivamente!

La targa affissa all’angolo fra le vie Verona e Volturno riporta una data importantissima: 1820.


Alessandro Zoccola in quell’anno, in un centro a pochi chilometri dalla città, cuoce il pane per i contadini, sforna le pagnotte per artigiani, commercianti, nobili e signori.

Il suo forno, nei ritagli di tempo, manda fuori qualche genuina torta, qualche pasticcino ottimo con il te, impastate con la ricetta della nonna.

Alessandro ha tante idee irrealizzabili in un paese, seppure di prestigio come Cassine, così decide di trasferire i ferri del mestiere, compresa al sua abilità, nel capoluogo.

Alessandria è invasa dagli stranieri, arrivati ad occupare il nostro territorio, in particolare gli austriaci.

È il momento del pranzo, questi si sfamano, con una forma di pane piccola, facilmente collocabile nella loro gavetta.

Osserva oggi, osserva domani, il nostro fornaio conosce bene il mestiere, concentra l’attenzione su quella pagnotta, proponendosi di riprodurla nel suo forno.

Dunque, ecco ra vianeisa, in lingua italiana la viennese, così chiamata in omaggio a Vienna, la Capitale dell’Austria, consegnata alle mamme, alle mogli per essere collocata nelle sporte dei loro congiunti da consumare a pranzo nelle pause di lavoro.

La forma di pane sta, a poco a poco, allontanandosi dalle nostre tavole, tuttavia è stata protagonista d’eccellenza per l’uso quotidiano, indispensabile la domenica per le scampagnate fuori porta, al mare, ai monti, lungo le rive dei nostri laghi.

La famiglia Zoccola ha continuato nella tradizione, ha approntato le più svariate forme di pane, ha accontentato tutti i gusti, ha assecondato le esigenze dei clienti, ha escogitato il modo di appagare i nuovi venuti di religione mussulmana, con la stessa attenzione dei suoi predecessori seguendo le richieste dei mercati, le mode.

Oggi, a distanza di 194 anni dall’inaugurazione di quel primo forno a Cassine, quel forno è freddo, irrimediabilmente freddo, senza neppure arrivare al compimento del secondo secolo!

Franco Montaldo