Compagni di scuola alle medie: pur abitando nella stessa città o nei dintorni, è facile non vedersi più. Qualcuno rimane in contatto ma le strade della maggior parte delle persone si dividono.

In primis perché arrivano altri compagni di scuola: alle superiori e all’Università, poi qualcuno cambia città, o addirittura Regione o Stato.

Tutto sembra irrimediabilmente andato e perduto chissà dove, nei meandri della memoria di ogni persona…

Poi, però, arriva un giorno che uno dei 26 compagni di scuola, Pierangelo, appena andato in pensione, prende in mano, per caso, una fotografia in bianco e nero che risale al 1970 e si domanda: ma che fine hanno fatto i miei vecchi compagni di scuola delle medie?

Conosco Daniela che lavorava con me in Comune ma gli altri? Dove sono finiti? Cosa faranno?

Ed ecco che scatta l’idea: perché non cercarli? Perché non ritrovarsi a distanza di quasi mezzo secolo?

Questa bellissima storia è accaduta nei giorni scorsi a Tortona e i nomi sono rigorosamente veri: parliamo della sezione “B” anni 1970-1973 scuola Media “Alessandro Manzoni” di Tortona che adesso non c’è più.

Il meccanismo si mette in moto e Pierangelo e Daniela, ognuno nelle rispettive case e con le loro famiglie, aprono i vecchi bauli impolverati in cui erano custodite le vecchie fotografie e scoprono che in seconda media la foto di classe non era stata fatta.

Solo prima e terza, con immagini sbiadite in bianco e nero: come si chiamavano i compagni di classe? Qualcuno me lo ricordo, ma gli altri? Chi era questo? E quest’altro come si chiamava?

Aspetta, qualcuno lo conosco perché lo vedo in giro, iniziamo a contattarlo.

Prende così il via la costituzione di un gruppo whatsapp dove i primi, pochi compagni di scuola aprono i cassetti della memoria e a poco a poco e per qualcuno anche grazie a Facebook la classe viene ricostituita: ai volti viene associato un nome e poi un numero di telefono.

Tre sono deceduti e ce li ricordiamo bene, una quarta è ricoverata in una Comunità ma gli altri dovrebbero stare tutti bene.

La mobilitazione è totale e dopo tre settimane viene deciso di ritrovarsi tutti per una cena a Tortona, non prima però di fermarsi davanti alla scuola che non c’è più, oggi sostituita dal “Carbone” per una foto in ricordo dei tempi passati.

Per la cena viene fissata una data in anticipo, in modo che ognuno possa organizzarsi per tempo mentre continuano le ricerche per rintracciare chi manca..

Tutti vengono “recuperati” tranne uno di cui si sono perse le tracce e di cui si ricorda solo il cognome “Orlando” e anche di Paolo si riesce a sapere poco o nulla.

Non tutti però riusciranno a partecipare alla cena: Roberto dice no: “Voglio ricordarli com’erano una volta e non vederci tutti vecchi e coi capelli bianchi”

Maria lavora e non riesce a partecipare, mentre Rosa che aveva garantito di esserci, non si presenta.

Alla fine si ritrovano in 17: ma nessuno è superstizioso.

La scena del ritrovo è da cinema: i pochi che si conoscono si salutano tra di loro ma gli altri si guardano. Qualcuno si riconosce perché lo sguardo è rimasto uguale ma altri davvero sono interdetti: “Tu chi sei nella foto? Fammi vedere! Ah ciao, non ti ho riconosciuto!” Frasi del genere che si sprecano, tra il serio e il faceto di chi cerca di ricordare il passato.

Il fisico è cambiato per tanti ma il carattere dei compagni di classe sembra rimasto quello di allora: i timidi, gli esuberanti, i riservati e gli sfacciati sono sempre gli stessi: la vita non cambia semmai peggiora.

Antonello ha pochi capelli ma è rimasto il simpaticone di sempre, così come Antonella esuberante da ragazzina e ancor di più da adulta. Poi c’è Maura, educata e riservata come quando andava alle medie e ancora amica di Anna e infine Clara, amante della natura e grande camminatrice.

Poi c’é Pinuccia, sempre la stessa, cambiata pochissimo, a differenza di Graziella che sembra un’altra persona, Elena che deve ritornare dai nipotini e poi Mirella che è stata in classe con noi soltanto il primo anno.

Tutti – e specie i maschietti – hanno qualche Kg in più ma la simpatia non è cambiata.

Si socializza e poi i ricordi un poco alla volta riaffiorano e in pizzeria si inizia a ridere e a divertirsi: è passato quasi mezzo secolo ma è come fosse ieri e tutti ritornano giovani come un tempo, con tanta voglia di scherzare per una serata che rimarrà indimenticabile.

I compagni di scuola si salutano e, alla spicciolata, tornano alle loro case e alle loro famiglie ma qualcuno rimane ancora lì un poco, in piazza, a parlare nel buio della notte per oltre un’ora, nella speranza, forse, di fermare il tempo.

Angelo Bottiroli

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