Martedì 28 maggio, “assaggio” di vita universitaria per un gruppo di studenti della 3^AR Amministrazione, Finanza e Marketing e 3^AM Meccanica e Meccatronica dell’I.I.S. Marconi di Tortona che aderiscono al progetto  “Beni Culturali, il Cuore dell’Umanità” promosso  da Rocco Diana, Presidente della “Delegazione del tortonese” dell’Associazione “Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali (SIPBC) Onlus” che collabora con l’Istituto “Marconi” in questa importante iniziativa di alternanza scuola-lavoro.               

     A Palazzo Borsalino in Alessandria, presso la sede del Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università del Piemonte Orientale, accolti dal caldo benvenuto  del direttore del DIGSPES, professor Salvatore Rizzello, che ha illustrato l’offerta formativa universitaria, Teresa, Anastasiia, Adriana, Samar, Ioana, Marioara e Lorenzo hanno infatti visitato  la Biblioteca, l’Aula informatica e l’Aula Magna dell’Ateneo alessandrino ed hanno  assistito  alla  lezione a loro dedicata “Beni culturali: conservazione, protezione, accesso e valorizzazioni” del Prof. Enrico Ercole, docente del DIGSPES ed esperto in Sociologia del Territorio.


  Punto focale del discorso sono state la conservazione, la valorizzazione e la tutela dei Beni Culturali, che costituiscono un fattore essenziale, e talvolta negletto, dello sviluppo territoriale. Se il verbo “valorizzare” è, a tutti gli effetti, un termine polisemico (c’è una valorizzazione “materiale” che spesso entra in conflitto con quella “etica”), è più che mai indispensabile sviluppare una coscienza che intenda questo processo come subordinato a quello di “tutela”.  Non a caso, come ha ricordato il Prof. Ercole, sono proprio i siti naturali, oltre a quelli d’eccezione, come Venezia, a subire, spesso in modo irreparabile, lo stress derivante dall’impatto turistico e dalla speculazione edilizia e i beni del cosiddetto “patrimonio immateriale”, cioè le conoscenze, le tradizioni, i “saper fare”, sono i primi a venire intaccati dalla dimenticanza, dalla superficialità, dalle esigenze del consumismo.

  La World Heritage List, l’elenco dei siti dichiarati “Patrimonio dell’Umanità”  dall’UNESCO, l’agenzia ONU che si occupa della promozione e dello sviluppo dell’istruzione, della scienza e della cultura, vede l’Italia al primo posto con 54 siti, seguita dalla Cina con 53, dalla Spagna con 47, dalla Francia con 44 e poi via via dagli altri paesi del mondo, ma molti di questi beni rischiano il deterioramento o la distruzione per una mancata consapevolezza di questa inestimabile “eredità”, per ignoranza o fanatismo: come non pensare alla perdita delle rovine di Palmira o dei Buddha di Bamiyan ad opera delle milizie talebane, o alla rovina di città, monumenti, luoghi naturali, all’annientamento dei valori di un popolo sempre per mano dell’uomo?

E quanti di noi sanno che il territorio piemontese custodisce ben 5 siti riconosciuti  dall’UNESCO: le Residenze Sabaude, i siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, i Sacri Monti,  i paesaggi vitivinicoli delle Langhe e Monferrato e la città industriale di Ivrea?

 Coloro che accrescono la propria cultura e conoscenza acquisiscono la capacità di comprendere gli altri e vivere in serenità e tolleranza. La speranza dei popoli risiede quindi nell’abilità che essi avranno di “creare” cultura e di rispettare quella altrui, cominciando con il riconoscere l’importanza dei Beni del proprio territorio e cercando di “sentire” quel battito, quella vibrazione che attraversa i tempi e che viene dal cuore e dall’ingegno dell’Umanità.

Teresa Maria BAGGINI – 3^AR Amministrazione, Finanza e Marketing