Le mani in pasta e una speranza per il futuro. È stato un mese intenso per i neo panificatori inseriti nel primo percorso di Alimentare, Watson!, il progetto lanciato dall’Associazione di Promozione Sociale Cambalache, in collaborazione con diversi partner locali, volto a favorire l’inclusione sociale dei soggetti più svantaggiati e a rischio marginalità. Dieci le persone coinvolte, una classe mista di italiani e stranieri nell’ottica di puntare alla crescita individuale e all’inclusione sociale.

Dopo le prime lezioni teoriche, dedicate alle certificazioni HACCP e alla sicurezza sul lavoro, è iniziato il laboratorio, nei locali del panificio Nuovo & Antico di Alessandria. «Si è creato fin da subito un gruppo coeso, fatto di persone che hanno messo in campo le proprie fragilità, la delicatezza e l’entusiasmo, alla ricerca continua dell’autenticità», spiega Elisa Gastaldi, dell’Azienda Agricola Elilu di Castelnuovo Scrivia partner del progetto, assieme al Consorzio Nazionale Produttori San Pastore e al gruppo panificatori del Pane Grosso di Tortona. «Lo scopo – sottolinea – era fornire competenze teoriche e pratiche sulla panificazione naturale, cercando di fornire le basi per arrivare a un’autonomia lavorativa, a partire da come è organizzato un panificio e da elementi importanti come la tracciabilità degli ingredienti, l’utilizzo dei macchinari, le intolleranze».


Lo sguardo al lavoro e all’inclusione (al termine del percorso verranno attivati dei tirocini in aziende del territorio), ma anche alla sostenibilità e all’utilizzo dei giusti prodotti. Protagonista è stato infatti il grano antico San Pastore, una delle eccellenze del nostro territorio, dal punto di vista alimentare e nutrizionale. «Un grano – spiega ancora Gastaldi – non facile da trattare nemmeno per i panificatori esperti. Eppure anche queste persone, che non avevano un background nel settore, si sono messe in gioco e in pochi giorni hanno imparato moltissimo. E lo hanno fatto anche come consumatori consapevoli. Abbiamo lavorato al “pane grosso” di Tortona, al “grosso integrale”, alla focaccia, sempre utilizzando metodi tradizionali».

Ma è questo solo l’inizio di “Alimentare, Watson”, progetto realizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con la Regione Piemonte. In partenza a breve il primo dei due percorsi di avvicinamento all’orticoltura e apicoltura diretti a disoccupati over 50 e persone con disabilità: previste visite guidate al “polo produttivo alimentare” gestito da Cambalache al parco del Forte Acqui di Alessandria, condotte da rifugiati già formati e competenti nel settore, affiancati da professionisti di aziende agricole. Dodici i posti disponibili in tutto, sei per ogni percorso. Le candidature possono arrivare entro il 12 marzo per il primo percorso ed entro il 3 maggio per il secondo. Al termine, saranno attivati sei tirocini part time di tre mesi per la produzione apistica e ortofrutticola e la commercializzazione dei prodotti del polo alimentare.