Il Comune di Tortona ha allestito una mostra sulla cosiddetta “Zona Alfa”
che è l’acronimo della azienda Anonima Ligure Forniture Acciaio che, insieme al cotonificio Dellepiane, è stata la prima “industria” insediatasi a Tortona agli inizi del ‘900, dando il via alla trasformazione urbana aldilà della rete ferroviaria.

L’azienda rimase pochi anni per poi essere trasformata nel deposito tabacchi Greggi di Tortona che rimase in funzione fino alla fine del XX secolo.


La mostra illustrerà soprattutto la zona e i famosi “Capannoni del sale ” realizzati da Nervi, considerati archeologia industriale, in questo articolo, invece, vogliamo dirvi cosa succedeva quando l’Anonima Ligure Forniture Acciaio venne trasformata in deposito tabacchi Greggi da chi, all’interno di quel Deposito ci ha lavorato per decenni.

Il deposito tabacchi greggi di Tortona si divideva sostanzialmente in tre reparti: quello del sale che si trovava a ridosso della statale per Voghera dove venivano utilizzati due capannoni realizzati da Nervi e veniva ammucchiato all’interno il sale. Qui, in pratica si produceva il sale che veniva raffinato e impacchettato, e dopo e smistato ai magazzini generi di monopolio sparsi in tutto il Piemonte persino a Voghera.

C’erano delle vasche di decantazione e c’erano due turni di operai che si alternavano alle macchine impacchettatrici. Il sale grezzo e veniva ammassato all’interno dei capannoni e raffinato in sale grosso e sale fino.

Il secondo reparto con una dozzina di dipendenti era quello dei tabacchi greggi che occupava una quindicina di capannoni, cioé la maggior parte della superficie della struttura dove venivano custodite botti e grandi pacchi di foglie di tabacco grezzo lasciate a maturare per poi essere spedite alle manifatture sparse in tutta Italia dopo essere state pesate.

Il terzo reparto infine era quello dei “Tabacchi lavorati” e si articolava soprattutto in due capannoni dove una ventina di persone scaricavano dai treni le scatole di sigarette che provenivano dalle manifatture e poi caricavano le caricavano sui camion per essere smistati ai Magazzini vendita che a loro volta le mandavano alle tabaccherie.

L’organico si completava con il reparto officina che curava anche la manutenzione e gli uffici.

All’interno della grande struttura era in funzione anche una mensa per i dipendenti.

Gli oltre 120 lavoratori statali erano coadiuvati da una trentina di dipendenti di una cooperativa privata.

Gli operai del monopolio si riconoscevano perché indossavano una divisa (pantaloni e giacca) di colore marrone come quella del tabacco.

Soltanto i dipendenti dell’officina avevano la tuta blu mentre gli impiegati erano vestiti. All’interno del deposito erano in funzione anche degli spogliatoi, docce e tutta una serie di servizi.

Alla fine degli anni 90 era in funzione anche la tradizionale “sirena” che suonava alle otto, all’inizio del lavoro e alle 16:15 quando terminava l’orario di lavoro.

La mostra verrà inaugurata a Palazzo Guidobono il 22 febbraio 2019, alle ore 17,30.