Al Parlamento Europeo non passa la mozione per tutelare la Pernigotti. Se questa è l’Europa, gli Europei non sono da meno, ma pure gli eletti italiani non si salvano.  Secondo gli atti del processo verbale della seduta di lunedì 10 dicembre 2018 al Parlamento Europeo di Strasburgo, tre illustri nomi italiani erano presenti ma non hanno votato al momento di mettere all’ordine del giorno il caso Pernigotti.

L’iniziativa in favore della Pernigotti, promossa da Mario Borghezio a nome del gruppo ENF, trovava l’adesione di Mercedes Bresso che, a nome del gruppo S&D, si associava alla richiesta.


Dopo la votazione per appello nominale (113 favorevoli, 154contrari, 14 astensioni), il Parlamento Europeo respingeva tale richiesta.

Un peso determinate nella vittoria dei No dovuto soprattutto ai parlamentari del Ppe, il PartitoPopolare europeo a cui fa riferimento Forza Italia. I deputati al Parlamento europeo si raggruppano, infatti, in funzione delle loro affinità politiche e non per nazionalità. Favorevoli i deputati di S&D, il gruppo dei Socialisti e Democratici a cui fa capo il Pd. Quel che è più grave, al di là delle appartenenze politiche, è stata soprattutto l’assenza dei parlamentari italiani. Dei 73 eurodeputati italiani eletti, erano solo 27 quelli presenti (compreso il presidente Antonio Tajani). Nel fronte del “No” ha fatto scalpore (unico per mano italiana) il “fuocoamico” di Barbara Spinelli, giornalista, componente del gruppo della Sinistra Europea eletta nella lista Tsipras.

Tre grandi assenti alla votazione

Alberto Cirio, Tiziana Beghin, Sergio Cofferati erano registrati al parlamento di Strasburgo quel giorno, ma inspiegabilmente non hanno partecipato alla votazione. (1)

Alberto Cirio, eletto con Forza Italia e candidato del centro destra per le prossime elezioni regionali,secondo il resoconto dei lavori era aStrasburgo il 10 dicembre quando si è tenuta  questa votazione ma non risulta abbia votato. Veramente strano per chi, nelle scorse settimane aveva addirittura accompagnato Antonio Tajani a Novi Ligure per incontrare i lavoratori della Pernigotti sostenendo “Adesso dobbiamo mobilitarci tutti affinché il marchio Pernigotti rimanga in Italia”. Magari ribadirlo a Strasburgo con il proprio voto a favore, oltre che enunciarlo davanti ai cancelli della Pernigotti, era più efficace.

Anche Tiziana Beghin, del Movimento Cinque Stelle, era presenteal Parlamento Europeo quel giorno. Ilgruppo EFDD, cui appartiene la Beghin, ha votato Sì. Resta inspiegabile ladefezione della grillina, che si era attivata fin da subito presso la Commissione Europea presentando una interrogazione con richiesta di risposta scritta riguardo la chiusura della Pernigotti SpA e relativo trasferimento della produzione per appurare se il gruppo turco Toksöz avesse beneficiato,anche indirettamente, di fondi europei sotto qualsiasi forma. A tale interrogazione è stato replicato dalla Commissione europea il 7 dicembre scorso, affermando che, secondo le informazioni attualmente a disposizione dei servizi della Commissione, Pernigotti S.p.A. non ha avuto accesso diretto ai finanziamenti dell’UE nell’ambito del quadro finanziario pluriennale 2014-2020 né ha ricevuto alcun cofinanziamento da parte del Fondo sociale europeo (FSE) o dal Fondo europeo di sviluppo regionale(FESR).

Da Sergio Cofferati,storico leader CGIL ora eurodeputato, componente della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, oltre alla defezione dal voto il 10 dicembre, silenzio tombale sul caso Pernigotti. Sulla responsabilità sociale di imprese quali Whirlpool ed Embraco di lui rimane questa sfolgorante citazione, fatta proprio nell’emiciclo di Strasburgo: “Io credo che sarebbe molto utile una cosa,un atto politico. La Commissione intervenga su Whirlpool. Contano molto di più i fatti, anche quelli piccoli o apparentemente piccoli, di tante dichiarazioni di principio. Se convocate l’azienda e chiedete all’azienda di cambiare direzione di marcia, rimettendo le cose al loro posto, avrete fatto un’eccezione rispetto alla regola, ma un atto politico del quale vi daranno atto molte persone.” (2)

Peccato che, quando si è trattato di passare dalla teoria ai fatti, sul voto Pernigotti Cofferati è stato latitante, nonostante egli fosse, fisicamente, al Parlamento Europeo.

(1) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+PV+20181210+ATT-REG+DOC+XML+V0//IT&language=IT

(2) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+CRE+20180314+ITEM-017+DOC+XML+V0//IT&language=IT&query=INTERV&detail=3-591-000