Giovedì 6 dicembre alle ore 20,45 alla Biblioteca Civica Canna di Casale Monferrato, in via Corte d’Appello 12, sarà presentato il saggio “Ferrovie nel Piemonte preunitario” (Hoepli, 2018) a cura di Giulio Guderzo. Con l’autore, durante un appuntamento a ingresso gratuito, dialogheranno il direttore Roberto Botta e Dionigi Roggero, capo delegazione del FAI di Casale Monferrato.

Nel corso dell’evento, il professor Guderzo proporrà anche una proiezione di slide con una selezione delle immagini, mappe e foto d’epoca che corredano il volume; uno spazio “visivo” sarà dedicato anche a fotografie delle ferrovie casalesi tratte dall’Archivio Fotografico “Francesco Negri”.

I casalesi che si trovarono a passeggiare per la città nel 1855 poterono leggere, affisso ai muri, un manifesto del “Comitato Promotore per la Strada Ferrata da Vercelli a Valenza per Casale” con il quale si invitavano i cittadini “a concorrere con sollecitudine all’acquisto delle azioni di lire 500 cadauna per coprire il capitale sociale” necessario al completamento della tratta ferroviaria. Nata attraverso una “mobilitazione” cittadina, questa linea ferroviaria, al pari delle altre dismesse negli anni scorsi, oggi è al centro di un altro vivace dibattito e di una mobilitazione che ne chiede il ripristino.

Vale dunque la pena proporre un momento di approfondimento storico e culturale sull’importanza delle linee ferroviarie che dal periodo preunitario hanno accompagnato lo sviluppo economico e segnato il paesaggio di Casale Monferrato e di tutto il Piemonte: linee che hanno favorito i commerci e il turismo, gli scambi culturali e l’apertura delle città verso l’esterno; ferrovie ricche di storia, dunque, ma proiettate anche verso il futuro.

L’occasione per questa riflessione è data dalla recentissima pubblicazione di un assai documentato volume dedicato alle Ferrovie piemontesi che si svilupparono nel territorio regionale nei decenni che precedettero l’Unità italiana. Il volume, scritto da uno dei più autorevoli storici ferroviari italiani, Giulio Guderzo che, come recita la quarta di copertina del saggio, “corona con questo volume una lunga attività di ricerca sul campo”. E in effetti il suo libro, accuratissimo e corredato da un rigoroso apparato fotografico e documentario, si presta a molteplici linee di lettura. Compendio indispensabile per gli specialisti in virtù dell’uso accurato delle fonti e del ricchissimo apparato di note; opera divulgativa destinata al vasto pubblico in ragione della scrittura piana e dell’apparato iconografico; libro strenna per l’eleganza dell’edizione curata dalla prestigiosa Hoepli di Milano, come sempre attenta alla qualità di stampa.

Giulio Guderzo. Nato a Udine nel 1932, laureato a Pavia in Lettere classiche nel ’54, assistente di Storia moderna prima con Luigi Bulferetti, che lo indirizzava a studi di Storia economica ottocentesca, poi con Mario Bendiscioli, libero docente di Storia del Risorgimento nel ’63, iniziava l’insegnamento di questa disciplina a Pavia nel ’64. Vincitore di cattedra nel ’76, ne continuava a Pavia l’insegnamento sino al 2004. Ha fondato nel ’79 e diretto a Pavia per oltre un ventennio gli “Annali di storia pavese”, innovativi nel campo della storia locale. Ha diretto per un quarantennio, ed ora presiede, l’Istituto pavese di storia della Resistenza e dell’età contemporanea, innovandovi pure approcci e metodologie di lavoro.

Ha promosso e in gran parte attuato il riordino dell’Archivio storico dell’Università di Pavia dall’Unità al secondo dopoguerra, fondando e guidando il Centro per la storia del Novecento, che se ne è fatto carico. Direttore prima dell’Istituto di Storia moderna e contemporanea, poi, per un sessennio, negli anni Novanta, del Dipartimento storico-geografico, è tornato a dirigerlo dal 2005.

Oltre ai numerosi saggi e volumi dedicati alla storia ferroviaria e del Risorgimento, occorre ricordare le sue ricerche decalcate al fascismo, alla seconda guerra mondiale e alla resistenza culminati nel ponderoso volume L’altra guerra. Neofascisti, tedeschi, partigiani, popolo in una provincia padana. Pavia 1943-’45, Bologna, 2002.