Illustratore scenografo ha lavorato con i migliori registi sia al Teatro alla Scala di Milano come per il grande schermo

Vittorio è nato a Casale Monferrato nell’anno 1896. La grande passione è il disegno, ama la matita da autodidatta, senza una guida riesce a trasmettere la sua abilità fin quando qualcuno coglie il suo estro per introdurlo, prima nel mondo dell’editoria, poi in quello dello spettacolo, infine in quello del cinematografo, per usare un’espressione di quei tempi.

Il suo estro si apre qui, in tutte le sfumature soprattutto quando i suoi bozzetti varcano le porte di quel teatro, progettato da Giuseppe Piermarini.

È proprio nel disegnare le scene per le rappresentazioni scaligere si schiude, per Vittorio, un avvenire brillante, un nuovo mondo, il suo mondo naturale, entro il quale ottiene i migliori risultati.

I bozzetti per i costumi sono i più apprezzati, in particolare si distinguono quelli predisposti per La Traviata, andata in scena nel 1938; qualche mese dopo il suo stile è condiviso per gli abiti di Marcella, un’opera di Giordano.

Il suo estro è stimato dal Maestro, l’alessandrino Luigi Ferrari Trecate, il quale lo chiama al suo fianco per allestire i costumi de L’Orso re: ora è l’inizio d’una carriera inarrestabile, apprezzata non solo dal massimo Tempio della Lirica, ove lavora quasi ininterrottamente fino agli anni 50.

La sua opera è richiesta in altri teatri per essere avvalorato, con i suoi schizzi anche sul grande schermo, ove la matite si lancia per scene, costumi ambientati in diversi scenari.

L’impatto con l’esperienza cinematografica avviene nel 1936, quando è chiamato come scenografo, nonché costumista nel film Nozze Vagabonde, tuttavia la sua verve migliore s’esprime in Squadrone Bianco, ove lavora al fianco di Augusto Genina, aiutato da un giovanissimo Mario Monicelli di appena 20 anni, in una pellicola ambientata nell’afoso deserto del Sahara.

                                                                           Franco Montaldo