Diano Marina vive sul turismo.

Senza turisti e abitanti di seconde case, la città, con ogni probabilità, sarebbe al declino.

Per questo motivo è estremamente importante dedicare la massima attenzione per raccogliere turisti.

Questo perché solo coi turisti Diano Marina prospera. Senza turisti Diano Marina sarebbe alla bancarotta.

È lapalissiano e lo sanno tutti, dagli amministratori, agli operatori ai singoli cittadini.

Malgrado questo, però, chi è preposto a curare il turismo, sembra non abbia proprio la massima attenzione.

Secondo noi i tempi sono maturi per fare un discorso serio sul turismo a Diano Marina e in rimando nel Golfo Dianese.

E tempo di vedere cosa va e cosa non va in quella che dovrebbe essere la capitale del turismo, cioé Diano Marina e che, a quanto pare, presenta diverse magagne, cose che non funzionano come potrebbero.

Lo diciamo in tempi non sospetti e prima ancora che arrivino i dati relativi al flusso turistico nel mese di luglio che potrebbero dare segnali positivi per il turismo, tuttavia, a prescindere dai dati che arriveranno dall’osservatorio regionale del turismo, è necessario, a nostro avviso, un discorso approfondito su quello che offre la città di Diano Marina ai turisti, su quello che non offre e su quello che invece potrebbe offrire.

Per questo motivo abbiamo deciso di iniziare una serie di articoli analizzando la situazione  legata a questo importante settore economico. Chi scrive, vive a Diano Marina ad ormai 16 anni, anche se non stabilmente, e ha frequentato la città da turista prima ancora che da abitante di seconda casa, soggiornando in albergo negli anni 90 quando il turismo era in auge.

Chi scrive, inoltre ha molta esperienza in fatto turistico, avendo  viaggiato parecchio visitato moltissime città balneari e montane città d’arte e città turistiche di ogni genere, grandi e piccole,  fra cui le maggiori capitali europee ma anche le piccole città turistiche di Italia, Francia Spagna di Germania e tante altre località per una certa esperienza in oltre 45 anni di viaggi ce l’ha.

Come come giornale quindi abbiamo deciso di iniziare una serie di interventi con lui per valutare, nel modo più asettico e distaccato possibile e soprattutto obiettivo, Diano Marina dal punto di vista turistico.

Da oggi in poi seguiranno articoli volti a capire dove la città sbaglia e dove si potrebbe migliorare.

Il tutto allo scopo di incentivare l’afflusso turistico perché più turisti ci sono e più la città va bene, soprattutto a livello economico perché questo significa  più soldi che arrivano per l’economia dianese.

Questo inizialmente riferito ovviamente alla stagione estiva e al turismo marino ma poi, in successione, anche su come diversificare l’offerta turistica, la cosiddetta destagionalizzazione del turismo,  perché Diano Marina e l’entroterra hanno tutte le possibilità per a richiamare persone in quasi tutti i mesi dell’anno.

Gli italiani, come noto, amano il mare e appena ne hanno la possibilità vanno via delle grandi città per recarsi al mare.

La Liguria è il primo sbocco e da Milano Torino e da tutte le grandi città del Nord Italia, per cui si cerca l’approdo in Liguria.

La Liguria e perchi arriva dal Piemonte, dalla Lombardia o dall’Emilia prima di Diano Marina ci sono molte altre località marine.

E allora c’è da chiedersi: perché un abitante di Milano Torino Asti Alessandria Vercelli Pavia e tutte le altre città del Nord dovrebbe arrivare fino a Diano Marina quando ci sono tanti in cui fermarsi comuni prima?

Perché mai fare 30-40 km in più per arrivare a Diano con aggravio di spesa per benzina e autostrada e non fermarsi in qualche località prima?

Ecco perché è importante offrire, turisticamente parlando, delle attrattive che convincano le persone a fare quei km in più per arrivare qui, da noi, fino a Diano Marina e nel Golfo Dianese.

Ma cosa offrire di diverso dagli altri. C’è la sabbia fine a Diano Marina e in altre località la ghiaietta, vero, ma questo può bastare?

Noi non crediamo.

Gli articoli quindi che seguiranno, quindi hanno lo scopo prima di analizzare la situazione e poi di proporre soluzioni utili per incentivare il turismo.

Angelo Bottiroli