Nel momento tra i più delicati durante l’anno in vigneto, la situazione è gravemente minacciata dai danni della fauna selvatica. La loro presenza incontrollata mette a rischio le aziende agricole del territorio, oltre a compromettere seriamente la sicurezza pubblica, di strade e centri abitati.


Giungono numerose, in Cia, le segnalazione degli agricoltori che subiscono danni ai filari da cinghiali e caprioli; molti di loro non procedono nemmeno più alla richiesta dei danni agli enti competenti (la fauna selvatica è proprietà dello Stato).

Spiega Italo Danielli, imprenditore vitivinicolo di Cremolino già dirigente Cia Alessandria: “Siamo sempre alle solite: i danni sono rilevanti, nonostante quanto fatto in potere alle Organizzazioni di categoria, alle segnalazioni e alle manifestazioni di protesta. La situazione non si risolve. Sono certo che se trovassimo un giornale di dieci anni fa, la cronaca di questi fatti non sarebbe diversa. Più passa il tempo più mi rendo conto che il nostro settore non è tutelato: noi agricoltori vogliamo portare a casa il raccolto, invece spendiamo tempo e risorse per cintare e trovare protezione dalla fauna selvatica. Quest’anno non abbiamo vissuto gravi difficoltà di meteo – nessuna gelata né siccità, ma i raccolti saranno ugualmente rovinati. Facciamo fatica a capire perché non si risolva la questione: capiamo che gli interessi siano diversi, ma mettere in gioco l’esistenza delle aziende di determinati territori è sconvolgente. Il rischio concreto è la chiusura delle attività. In un periodo in cui il territorio si spende molto per la promozione e la ricerca di nuovi mercati, il pericolo è che venga a mancare il prodotto. Per le imprese, l’asticella della redditività passa dal segno positivo a quello negativo in un attimo!“.