Il Palazzo municipale di Tortona ha fatto da teatro questa mattina, giovedì 16 Novembre, alla presentazione delle importanti novità fortemente sinergiche nate all’interno del progetto Pa.N.E. Panem Nostrum Everyday.


Il Vice Sindaco Marcella Graziano del Comune di Tortona  nel suo saluto di benvenuto si è voluta soffermare sul significato e il portato di quest’anno, che hanno originato una vera e propria economia circolare, dalla Terra alla tavola, dagli agricoltori, attraverso i trasformatori, per arrivare ai consumatori con un successo enorme e che sempre più si cementa; così è avvenuto -ricorda la Graziano- in occasione della Prima Festa del Ringraziamento del San Pastore e del Pane Grosso di Tortona, lo scorso 23 luglio, che ha celebrato il pane, il grano, gli agricoltori, i panificatori e tutti coloro che ne avrebbero fatto il proprio nutrimento.

“A riportare oggi sul mercato il San Pastore sono le sue grandi qualità nutrizionali e  agronomiche. – afferma il direttore provinciale Coldiretti Alessandria Leandro Grazioli – Un grano che oggi torna ad essere apprezzato perché ne riteniamo importante la salvaguardia, perché la qualità di questo grano trova ancora oggi il consenso dei consumatori che invece rifiutano produzioni che derivano da semi di organismi geneticamente modificati che rischiano di fare perdere la grande ricchezza della biodiversità con gravi perdite del patrimonio alimentare, culturale ed ambientale del Made in Italy.  Come Coldiretti riteniamo fondamentale salvaguardare un patrimonio genetico il più ampio possibile per affrontare le sfide future, per questo ci siamo assunti l’onere e l’onore di recuperare produzioni di frumento con caratteristiche genetiche che si stanno rivelando adatte alle nuove esigenze di coltivazione con elevati standard organolettici che rispondono alla domanda di buona e sana alimentazione”.


Il Dott. Introzzi della Fondazione Morando Bolognini custode negli ultimi decenni dello straordinario lavoro del genetista Nazareno Strampelli “l fulcro di tutto il ragionamento sta nella domanda: quanti ettari si possono seminare con un ettaro di coltura da seme di S. Pastore? -ha dichiarato Fabio Introzzi- se tutto va bene, considerando una produzione di 40 quintali per ettaro e una dose di seme, per comodità, di 200 kg/ha, anche se si sa come la penso, c’è una relazione di 1 a 20” nel 2015, casualità fortunata, la Fondazione Morando Bolognini semina circa 2 ha e nonostante non tutto sia andato per il verso giusto con molto allettamento si è riusciti per la semina 2016/2017 a mettere in coltura da seme 3 ha a S.Angelo e a Castelnuovo Scrivia da elilu poco più di 1 ha. Complessivamente circa 4 ha e attraverso il progetto Pa.N.E. che abbiamo sottoscritto  colture da macina, presso gli agricoltori Pa.N.E. circa 13 ha. Parte del seme prodotto è stato usato per macina.. a raccolto 2017 complessivamente, dai circa 4 ettari di produzione da seme, abbiamo ottenuto circa 150 quintali selezionati, ossia circa 37,5 quintali per ettaro. Potenzialmente questo significa 18,75 ettari per ogni ettaro  di seme andando molto vicini alla relazione teorica di 1 a 20.  Il  buon lavoro dello scorso anno ha consentito di seminare quest’anno  presso la Fondazione circa 20 ettari (poco meno) in coltura convenzionale, presso l’azienda agricola Pietro Castellani socio di Volterra (PI del Consorzio circa 3 ha in coltura biologica, presso un ente sementiero autorizzato circa 2 ha in coltura convenzionale per un  totale 25 ha di colture da seme. Basandosi sulla relazione teorica 25 ha x 20 = 500 ha potenziali, se tutto va bene, per le semine 2018. Naturalmente una parte di questi 500 saranno ancora colture da seme.

In aggiunta, sempre quest’anno, sono stati seminati dagli agricoltori Pa.N.E. e CONAP circa 55 ettari di colture da macina. Dunque, complessivamente, 25 ha da seme + 55 ha da macina per un totale di 80 ettari seminati. 

Le previsioni per la semina del prossimo anno 2018 stimate con la regola 1 a 20 le previsioni sarebbero rapide:

– Coltura da seme biologica 3 ha: 60 ha

– Coltura da seme convenzionale 20-22 ha: circa 400-450 ettari.

 

Il Presidente del Co.Na.P San Pastore Cristina Poggio ha evidenziato la gioia per il grande riscontro e gradimento avuto dal Pane Grosso di Tortona sottolineando che in questa alleanza strategica con i consumatori il consorzio ha registrato due marchi: quello del Pane Grosso di Tortona per tutelare il consumatore dalle contraffazioni e tentativi di imitazione “il Pane Grosso è solo quello che trovate nelle rivendite con la vetrofania Qui il Grosso di Tortona” e quello 100% San Pastore  che identifica i prodotti riconosciuti dal Co.Na.P. San Pastore che ad oggi sono Il Pane Grosso di Tortona, il Monfrà il panino Piemontese dello Chef Domenico Sorrentino e da oggi anche la Buséla. “eccoci ancora sui nostri trattori in prima linea -dice Cristina Poggio, 24 anni, agricoltore in Carbonara Scrivia (AL), Presidente del Consorzio-, siamo tornati a fare agricoltura come un tempo riscoprendo la vera essenza del nostro lavoro, custodire la terra per produrre alimenti sani: da qui è nato il desidero di creare un consorzio nazionale principalmente legato a questa varietà che in soli 3 mesi dalla costituzione ha visto aumentare gli associati di oltre il 50%”. Il  consiglio di amministrazione che affianca Cristina Poggio nel suo nuovo incarico è composto da Luca Canevaro (Vice Presidente), agricoltore biologico in Avolasca (AL), e dall’agronomo Pietro Castellani, agricoltore biodinamico in Volterra (PI). Aderiscono al Consorzio anche azienda agricola Moreno Baggini Voghera (PV), azienda agricola Bo Bartolomeo di Bo Piera Luisa Solero (AL), azienda agricola Bovone Mirko Tortona (AL), D.G. azienda agricola di Daffunchio Giorgio Viguzzolo (AL), azienda agricola elilu di Gastaldi Elisa Castelnuovo Scrivia (AL), azienda agricola Cascina Scannata di Garbelli Alberto Sale (AL), azienda agricola Massone Marco Voghera (PV) e azienda agricola Remotti Oreste Monleale (AL) a cui si sono aggiunti azienda  agricola Ardizzina di Paolo Costanzo Casale Monferrato (AL), azienda agricola Crepaldi Riccardo di Castelnuovo Don Bosco (AT), azienda agricola Monticella di Parodi Matteo Pozzolo Formigaro (AL), azienda agricola Taccone Raffaella di Paderna(AL), Coop Vallenostra di Mongiardino Ligure (AL) e Zerba di Sibilla Raffa di Pontecurone (AL) per un totale di 17 aziende custodi a cui si aggiunge la Fondazione Morando Bolognini e per la prima volta 257 bambini dell’istituto San Giuseppe di Tortona.

 

E’ stato Luca Benicchi Direttore del Co.Na.P San Pastore a presentare il progetto C’era una volta il Gusto dal grano San Pastore al  Pane Grosso di Tortona che si svilupperà durante tutto l’anno scolastico con 257 bambini dell’Istituto San Giuseppe di Tortona: il 2 novembre scorso dopo che gli agricoltori del Co.Na.P. hanno vangato e fresato il tereno I 257 ragazzi hanno seminato a mano all’antica il grano San Pastore benedetto da Don Claudio Baldi nella collinetta che sta all’interno dell’Istituto San Giuseppe. Nel coro dell’anno I ragazzi faranno 2 visite di istruzione una alla fattoria didattica elilu di Castelnuovo Scrivia ed una al Mulino ad acqua di Momperone ed un laboratorio di panificazione naturale del Grosso di Tortona con Simona Bernaudo (del gruppo panificatori del Grosso di Tortona) presso il CIOFS. Alcuni ragazzi lavoreranno sulla fiaba per una rappresentazione teatrale ed altri alle illustrazioni il tutto finalizzato alla pubblicazione di un libro, grazie anche ll’impegno e al contributo del Rotary Club Tortona e del Lions Club Tortona Duomo, che sarà presentato alla fine dell’anno scolastico durante la festa di fine anno e nella festa del ringraziamento di luglio.

Lucia Torti Autrice della fiaba “Il tesoro segreto “Nella creazione della storia ho tenuto presente due elementi: il pane e la fiaba popolare.

Il pane ha attraversato la storia dell’uomo offrendo significati e simbolismi e accompagna anche la storia personale di ognuno di noi con ricordi, riferimenti, suggestioni che coinvolgono la sfera sensoriale, emotiva e affettiva. Le fiabe popolari narrano situazioni emblematiche del vivere umano, comunicano che la lotta contro le difficoltà della vita è inevitabile ma che va affrontata con coraggio per uscirne vittoriosi. Le fiabe arrivano al profondo della psiche del bambino, favoriscono la sua crescita psicologica, gli propongono di pensare, fantasticare e capire, per induzione, il mondo che lo circonda.

E’ evidente quindi la scelta di scrivere una fiaba: per trasmettere in modo indelebile all’interiorità dei bambini i valori insiti nella creazione di un nuovo pane e nella volontà di prepararlo con il grano San Pastore, cereale antico creato dal grande scienziato Nazareno Strampelli per rimediare alle carenze alimentari del suo tempo. Valori e scoperte che i bambini faranno propri anche attraverso la creazione di illustrazioni per il libro e di una rappresentazione teatrale.

Il titolo è indicativo: IL TESORO SEGRETO. Quindi la storia tratta di un “tesoro”, dice che è “segreto” e, come tale, per acquistare significato, necessita di essere disvelato e condiviso. Facile intendere quale sia il “tesoro” da proporre, dividere e gustare: un grano e un pane, simbolicamente alle origini di quello che ora identifica il territorio e la comunità di Tortona.


Istituto San Giuseppe
Suor Enrica Ferroglio Coordinatrice delle attività educative e didattiche.
Come scuola abbiamo aderito con molto piacere a questa proposta progettuale perché ha un carattere modulare che ci permette di coinvolgere tutte le fasce di età dalla scuola dell’infanzia, alla primaria alla secondaria di primo grado. È un’iniziativa che guida i ragazzi in un percorso di conoscenza sull’importanza della valorizzazione dei prodotti locali e sulla conoscenza dei mestieri antichi e tipici del nostro territorio. L’avvio del progetto, avvenuto con la preparazione del terreno e la semina del grano, sulla collina della nostra scuola, è stata una bella occasione per i ragazzi per condividere le loro esperienze di famiglia e i racconti dei loro nonni sull’agricoltura e la vita in campagna. Del resto in questi ultimi anni stiamo riscontrando il desiderio dei ragazzi di fare dell’imprenditorialità agricola la propria professione proseguendo, dopo la terza media, con percorsi formativi specifici.

C’è grande fermento per le future fasi del progetto, per la visita al mulino, alla fattoria, per la panificazione e soprattutto per la possibilità di diventare giovani illustratori e piccoli interpreti della fiaba scritta dall’autrice Lucia Torti. Ringrazio per aver voluto coinvolgere la nostra scuola in questa bella esperienza.

Per Rotary Club Tortona, il Presidente Dott. Luigi Prati ha ricordato quanto per l’Associazione siano sempre stati importanti da un lato il legame con il territorio e dall’altro l’attenzione verso le nuove generazioni e i più piccoli, soprattutto, che costituiscono il nostro futuro.

Per Lions Club Tortona Duomo il Presidente Emanuela Pasquali Balzarotti, figlia di agricoltori e agricoltrice nell’anima ella stessa, ha espresso attiva partecipazione e coinvolgimento per il progetto, dato l’importante ruolo che può ricoprire per i bambini.


Il Prof. Leonardo Marchese e il Prof. Emilio Marengo dell’UPO Università del Piemonte Orientale si sono soffermati sul punto di vista scientifico della filiera corta del San Pastore e del Pane Grosso di Tortona. Dopo aver portato il saluto del Magnifico Rettore Cesare Emanuel hanno visto il ruolo della ricerca per affiancare questa filiera territoriale. Oltre a supportare il Co.Na.P. San Pastore nell’effettuare le analisi dei campioni del pane per verificare la congruenza al disciplinare e di conseguenza certificare al consumatore il rispetto delle promesse, gli esiti hanno verificato il bassissimo livello di diverse proteine (una su tutte, il glutine che causa fastidio agli intolleranti), l’assenza di glifosate, con l’obiettivo di arrivare a una piena caratterizzazione dei marker e delle proteine del San Pastore e del Pane Grosso di Tortona.

Irene Calamante coordinatore del Gruppo Panificatori del Pane Grosso di Tortona ha sottolineato che solo fino a 3 mesi fa Il Pane Grosso di Tortona esisteva solo nei sogni dei protagonisti della filiera che hanno voluto realizzare per la prima volta un pane d’area innovativo pur nel rispetto di una straordinaria e lunghissima tradizione sia colturale -attraverso il recupero del frumento tenero San Pastore, il grano più diffuso in Italia e recuperato dopo oltre sessant’anni- sia artigianale attraverso la panificazione con lievitazioni naturali. Oggi Il Pane Grosso di Tortona occupa un posto d’onore sulle tavole di centinaia di famiglie che il sabato acquistano regolarmente l’inconfondibile pane con il taglio a mo’ di stella a 8 punte che porta a convergenza sia la stella impressa sulla moneta sia quella dello stemma vescovile di S.E.R. Monsignor Vittorio Viola, Vescovo della Diocesi di Tortona. L’idea di un Pane che porta il nome di un’antica moneta di grande valore (socio-economico e culturale) è la sintesi dell’idea che il gruppo del San Pastore e del Grosso di Tortona promuove: il cibo locale come moneta di scambio nelle relazioni tra città e campagne circostanti, un’alleanza vantaggiosa sia per chi produce lungo tutta la filiera sia per chi mette sulla propria tavola un pane unico per salubrità e valore e i punti vendita sono raddoppiati da 15 a 30 e da gennaio sarà possibile aumentare il numero dei panificatori in vista della nuova produzione che dovrebbe dare una maggior quantità di farina disponibile quasi 10 volte in più di quella di quest’anno.