“Invidio Tortona perché ha una Fondazione che aiuta la città e che noi non abbiamo.” Sono parole dette qualche tempo fa al nostro direttore dal Sindaco di Novi Ligure Rocchino Muliere e sono parole che la dicono lunga su quanto sia importante per la città di Tortona avere la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona che eroga soldi a fondo perduto, collabora a finanziare progetti e tanto altro.

La notizia pubblicata l’altro giorno che a visitare “Il Divisionismo” arrivano anche dalla Cina unita alla conferma di un secondo mandato per il presidente Dante Davio, ci ha dato lo spunto per un’intervista a 360 gradi allo stesso presidente, di cui pubblichiamo al prima parte

Dante Davio, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona 

Nel 2017 hai concluso il primo mandato e sei stato rieletto per un secondo, quali sono i progetti conclusi che ti hanno dato le maggiori soddisfazioni, e perché?

La capacità e la possibilità di intercettare i bisogni di un territorio e di una piccola comunità sono i fattori che determinano l’efficacia dell’azione di un Ente come la Fondazione.

In questi anni, mi riferisco anche al prezioso lavoro di chi ha preceduto nella carica gli attuali componenti del Consiglio di amministrazione, abbiamo cercato di lavorare in questa direzione.

Mi sono reso conto di quanto le Istituzioni e i cittadini apprezzino il nostro Ente e la notevole mole di lavoro che è riuscito a sviluppare nel corso degli anni: dal costante supporto alla vita e ai progetti delle Associazioni, alle iniziative di maggior impatto sociale, culturale ed economico.

Vedere tanti studenti del territorio concludere con brillanti risultati i loro impegnativi percorsi universitari di studio, anche grazie al concreto supporto economico della Fondazione, è sempre una grande soddisfazione.

L’aver donato ai volontari e alla città una struttura di accoglienza posta in posizione strategica dove i più bisognosi possono trovare una risposta costante ed efficace ai bisogni più elementari, sarà sempre un motivo di particolare orgoglio per chi è stato chiamato a rivestire la carica di amministratore.

Per non dimenticare il livello qualitativo oggi raggiunto dalla Pinacoteca della Fondazione e dell’importanza che ha acquisito e acquisirà ulteriormente nel panorama museale italiano.

La nuova vita del Parco del Castello, il supporto allo sport giovanile e tante altre iniziative hanno in questi anni reso orgoglioso il Consiglio di amministrazione.

La Pinacoteca “Il Divisionismo” è un punto fermo per la valorizzazione del territorio e rappresenta forse qualcosa di unico del settore, credi si potrebbe valorizzarla ulteriormente magari anche all’estero oppure la promozione è già sufficiente?

Per proporsi a livello nazionale e, soprattutto internazionale, in maniera credibile occorreva creare qualcosa di unico con alla base una salda impostazione culturale e scientifica.

Crediamo di averlo fatto e sappiamo che dall’Europa qualcuno guarda con attenzione e curiosità a un Museo di un piccola città di provincia divenuto un unicum a livello nazionale.

Pochi giorni fa una nostra delegata ha presenziato e illustrato a un folto pubblico di giornalisti e operatori turistici cinesi il nostro Museo. Speriamo di continuare a raccogliere risultati prestigiosi dagli sforzi compiuti in questi anni. Un lavoro che deve diventare a beneficio di tutta la città.

Il Logo della Fondazione

La Fondazione sviluppa la cultura dell’arte attraverso la formazione delle nuove generazioni, non a caso la Pinacoteca è aperta anche ai bambini con giochi didattici e di ruolo e alle famiglie. Quanto credi sia importante questo?

Dire che è fondamentale. Un bambino del territorio deve crescere con la consapevolezza e l’orgoglio di disporre di un Museo così importante nella sua città.

Frequentare, anche in più occasioni nel corso dell’intero ciclo scolastico un luogo di così alta cultura e di rigore, è sempre una lezione di educazione civica, di rispetto per un ambiente museale.

Le nostre scuole hanno a disposizione, proprio perché la pittura divisionista lo permette, una “palestra” per la mente e gli occhi degli studenti.

In questo discorso immagino rientri anche il non indifferente finanziamento alle incredibili iniziative realizzate con Perosi 60, Perosi.edu, perosi 2017 che hanno portato a Tortona una serie incredibile di concerti gratuiti.

Sicuramente questa manifestazione che ha raccolto un meritato, quanto insperato successo, si colloca nel filone di eccellenza che la Fondazione ha perseguito in questi anni. L’eredità musicale di monsignor Lorenzo Perosi è sicuramente un’altra preziosa realtà del territorio.

Oltre alla cultura e al turismo due settori in cui la Fondazione è stata sempre presente sono il sociale dove spiccano la residenza Lisino, l’acquisto della Casa di Accoglienza e l’ambulatorio Caritas in via Emilia. Quanto è importante per la Fondazione aiutare il prossimo e le persone a prescindere da razza, sesso e nazionalità?

Le cifre testimoniano negli anni la particolare attenzione del nostro Ente al sociale. Le risorse destinate a questo settore superano la media delle altre Fondazioni di origine bancaria.

Va peraltro sottolineato come la crisi della finanza pubblica abbia in qualche modo spinto la Fondazione a intervenire anche in aree tematiche di competenza dell’Ente Pubblico.

Una necessità, per certi versi, ma anche una naturale attenzione verso i più bisognosi e l’idea che un sistema di welfare di comunità possa e debba oggi rispondere in maniera efficace ai bisogni delle fasce deboli.