Probabilmente per chi la vede da fuori Sanremo ha ancora qualcosa da offrire.
Campo golf, campo ippico, tennis club e la canottieri che continua a sfornare titoli italiani e mondiali.
Un piccolo miracolo sportivo in quanto poche città delle dimensioni di Sanremo possono vantare tali discipline concentrate in uno spazio ridotto.
Ultimamente si sono aggiunte la ciclabile e il campo di atletica.
Noi che però a Sanremo ci viviamo, conosciamo  una realtà molto diversa, ovvero quella legata alla quotidianità’  dello sport cittadino che ci porta a conoscere come la situazione del campo di atletica sia mal inadatto alle gare per cui era stato pensato.
Per quanto riguarda tutte le altre strutture sportive minori, a quanto pare,  il campo ippico funziona grazie al buon cuore di una benefattrice,  il campo golf è in vendita e la ciclabile è piena di debiti, infine pare che lo stadio Comunale costruito ai tempi del Fascismo sia gestito con non poche difficoltà’.
Inoltre vi e’ la soluzione del mercato dei fiori che, com’è risaputo, sia del tutto provvisoria.
Basti pensare alla situazione legata al riscaldamento degli ambienti.
Per non parlare poi degli spogliatoi e delle fatiscenti tribune delle strutture di Pian di Poma che sono in queste condizioni da molti, troppi anni.
Alla luce di tutto questo, leggere di questo riconoscimento dato a San Remo, fa sorridere in maniera molto ironica ed ha veramente il sapore della beffa e della presa in giro.
Certo che per chi viene da fuori, tutto può apparire bello, ma e’ solo una visione superficiale non veritiera della realtà, che può trarre in inganno.
A questa situazione si e’ giunti col passare del tempo.
Il deterioramento è stato lento e inesorabile. Facile pensare frutto di manutenzioni inesistenti e totale mancanza di programmazione negli interventi.
Certo che l’attuale amministrazione si e’ presa una bella gatta da pelare.
Come pensa di affrontare queste spese quando predica da anni la mancanza di soldi per qualsiasi cosa?
C’è da augurarsi  che questo titolo serva a cambiare un po’ la situazione.


Alessandro Condò