Appuntamento culturale, sabato 10 giugno a Cervo: a palazzo viale alle 18, infatti verrà presentato il libro “Guida al giro del mondo” di Nanni Delbecchi con  ingresso libero.

Ci sono i gialli, i rosa, i neri, da un po’ di tempo anche i grigi nelle 50 e più sfumature. Guida al giro del mondo è un verde. Per la precisione, un verde shetland. Dico sul serio. Verde shetland è il colore della vecchia R4 con cui due amici ormai cinquantenni decidono di intraprendere il loro scombinato giro del mondo senza nessun itinerario prestabilito né particolari aspettative – ci si può pentire delle decisioni che abbiamo preso noi, non di quelle che ha preso il caso. Insomma: senza alcuna impresa da compiere, se non quella di andare a farsi un giro. Del mondo.
Due uomini e un’R4 verde shetland, colore di confine più che di lontananza, punto d’incontro tra la speranza e la nostalgia. Sei mesi da picari, da flaneur, da clochard… Ventimiglia, Nador, Comporta, Buenos Aires, L’Avana, Saigon, Bangkok, Zanzibar, Lisbona… A ogni capitolo nuovi incontri, nuovi scenari, nuove riflessioni sulla vita nomade, nuove avventure. Ogni capitolo è un colpo di spugna. Tutto riparte da zero, più di quanto non accada di solito nei racconti di viaggio, perché un viaggio è una fuga verso una meta, ma un giro del mondo è una fuga senza fine, finché non ci si ritrova a passare dal Via!.
Certo, questo “giro del mondo per principianti” non l’avrei mai raccontato se prima non ne avessi fatto un altro, sempre con un amico, sempre a bordo di un’R4. Guida al giro del mondo è un romanzo disegnato dal vero; a volte sembra che ci accadano delle cose proprio per poterne immaginare delle altre, e mai come quando si viaggia. “Il rapporto tra spazio e tempo ha qualcosa di illusionistico e di illusorio”, scrive W.G. Sebald in quel meraviglioso libro erratico che è Austerlitz, “ed è anche per questo che ogniqualvolta ritorniamo da un viaggio, non sappiamo mai con certezza se siamo stati via.” Le immagini “dal vero” che scandiscono Guida al giro del mondo sono un omaggio a Sebald (si parva licet), che d’altra parte non è l’unico fantasma ad aggirarsi tra le righe. Sebald, Verne, Zweig, Borges, Hemingway, Conrad… Guida al giro del mondo è un autentico libro d’evasione non solo perché racconta una storia di evasione, di sparizione, ma anche perché evade esso stesso, e cerca rifugio nelle regioni più diverse della letteratura (dopotutto, come mi disse una volta Carlo Fruttero, “è la letteratura che fa i luoghi”) e si conclude con una bibliografia; però anche qui, come in tutto il libro, c’è qualcosa di vero e qualcosa di inventato.
Ma insomma, perché Guida al giro del mondo? Intanto perché una guida al giro del mondo non esiste e non può esistere, dal momento che ogni giro del mondo è unico, dunque il titolo è antifrastico, da leggere al contrario. E poi perché sospetto che le guide e i romanzi si somiglino, non per nulla sono nati nello stesso periodo storico: prendono per mano il lettore, formano, insegnano, ambiscono a mettere ordine nello spazio come nel tempo. A dargli una trama.
La vita è un romanzo… Ma siamo proprio sicuri?
“Se non sappiamo cos’è la vita, perché un romanzo dovrebbe essere più chiaro?”, si domanda Enrique Vila-Matas in Perder teorias, ed è da questa domanda che sono partito. Proprio perché non lo sappiamo –dirà qualcuno – i romanzi invece dovrebbero sapere. Ma sapere cosa?
Ci sono romanzi che ambiscono a “vendicare” la vita; Guida al giro del mondo si accontenta di salutarla da lontano.