Forse affiorano i primi dubbi sull’opportunità di chiedere un Referendum su dove realizzare una pista ciclabile a Diano  marina. Compreso che il Comune non intende e non può realizzarlo perché quasi un terzo dell’ex sedime verrà utilizzato per una nuova viabilità verso la stazione e perché un referendum, a quanto pare, non può riguardare la programmazione urbanistica, tra i fautori della consultazione popolare sembrano affiorare i primi dubbi.

Anche se non è giunta alcuna comunicazione ufficiale da parte del Comitato a favore della pista sull’ex sedime della ferrovia, qualcosa si sta muovendo:   sui social e gruppi  FB sembra si stia facendo strada l’idea di accettare al nuova viabilità che raggrupperà sedime e via Saponiera,  e addirittura si propone di realizzare circa un Km di ciclabile parallela alla futura strada, anche se non sarebbe il massimo della salubrità.

Arriva la proposta che la  stazione di Diano – secondo alcuni fautori della pista sull’ex sedime – dovrà essere ben collegata alla città con una strada corredata di marciapiedi, sicura e confortevole, ma il sedime ferroviario “dovrà  mantenere  uno spazio sufficiente alla costruzione di una ciclabile che non potrà essere di immediata realizzazione in quanto saranno necessari fondi pubblici.”

Qualcuno ha notato che l’unico vantaggio  ottenuto con lo spostamento della ferrovia è stata l’eliminazione dei passaggi a livello ma il sedime si sta rapidamente trasformando in una giungla selvaggia.

Sui social si ribadisce che i fautori della ciclabile sull’ex sedime non hanno pregiudizi o avversità verso l’Amministrazione comunale, ma vogliono soltanto non sprecare inutilmente la possibilità di realizzare una ciclabile sull’ex sedime, perché questa è la volontà di tutti coloro che hanno sottoscritto la petizione e le firme raccolte – sempre secondo quanto si legge sui social dai fautori della ciclabile sull’ex sedime – dovrebbe essere più che sufficiente per far deviare le decisioni dell’amministrazione. “Utilizzando il buon senso – sostengono alcuni degli aderenti al gruppo FB dal quale poi è nato il Comitato –  si possono risparmiare anche soldi e tempo per un referendum non indispensabile.”

Sembra un’apertura verso l’Amministrazione comunale e non più un muro contro muro.
Un’apertura e una collaborazione con il Comune, cosa che noi andiamo sostenendo da tempo perché crediamo che cittadini e amministratori – ognuno nel proprio  ruolo – debbano e possano collaborare, partendo da progetti esistenti o futuri (come l’indispensabile ampliamento di via Saponiera) per creare qualcosa che, bene o male, riesca a soddisfare tutti.