Presentata in Regione una proposta di legge contro il business immigrati sul territorio. Stefania Pucciarelli (Lega Nord Liguria): “Le strutture ricettive che ospitano i migranti non si possono considerare attività turistiche. Anzi, il turismo lo danneggiano. Per loro, quindi, mai più contributi  pubblici regionali”.

 

Il consigliere regionale della Lega Nord Liguria e presidente della III Commissione Attività produttive, Stefania Pucciarelli, oggi ha presentato una proposta di legge per contrastare il fenomeno del business immigrati, che porta degrado anziché sviluppo del nostro territorio.

 

“Le strutture ricettive (hotel, alberghi, bed and breakfast, affittacamere etc…) che ospitano i migranti non si possono considerare attività turistiche. Anzi, il turismo lo danneggiano. Per loro, quindi, mai più un euro di contributi  pubblici regionali previsti a sostegno del comparto turistico-alberghiero.

Un’analoga normativa è stata presentata due anni fa in Regione Lombardia e proprio il testo lombardo è stato preso a modello per la stesura della nostra proposta di legge.

Gli incentivi alle piccole e medie imprese per la qualificazione e lo sviluppo dell’offerta turistica dovranno prevedere che, nel caso di P.M.I. che svolgono attività ricettiva, i contributi siano accessibili soltanto se il ricavato o fatturato dell’attività ricettiva degli ultimi tre anni derivi integralmente dall’attività turistica. In tal modo, saranno escluse dagli interventi contributivi quelle strutture che aderiscono ai progetti che alimentano il business immigrati e il degrado nel territorio.

La legge lombarda e la proposta che vogliamo introdurre in Liguria sono iniziative di buonsenso. Il Governo a trazione Pd e la UE anziché prendere provvedimenti per favorire lo sviluppo turistico e mitigare la crisi come stiamo facendo noi in Regione Liguria, vogliono incentivare gli albergatori al business dell’immigrazione.

Alcuni titolari di attività ricettive hanno quindi trasformato le loro strutture in centri di accoglienza a due passi dal mare. Altri imprenditori, invece, si sono rifiutati e resistono con ammirevole coraggio e caparbietà perché amano il loro territorio, si rifiutano di cedere al ricatto e non vogliono danneggiare la cittadinanza: loro vanno premiati, chi danneggia il turismo no.

Gli albergatori e gli altri titolari di attività ricettive che si fanno complici delle disastrose politiche del Pd e della UE non potranno pretendere, dopo avere incassato molti soldi pubblici per svolgere una funzione che non compete al loro comparto, di usufruire dei contributi regionali per il sostegno al turismo.

Abbiamo pensato di porre il limite dei tre anni per evitare che un privato o un’azienda possa passare con troppa facilità dalla vocazione ‘assistenziale’ a quella turistica, usufruendo di benefici che spettano unicamente a quanti hanno sempre impostato il loro business per il benessere economico e lo sviluppo del territorio e non esclusivamente per il proprio utile personale”.