“Nessuna cultura può vivere se cerca di essere esclusiva.”  Sono parole di Gandhi, uno tra i personaggi più popolari al mondo, che confermano come la cultura non debba mai essere a vantaggio di pochi, ma per prosperare debba essere divulgata a tutti, anche a chi, apparentemente sembra non comprenderla.

Cultura infatti è anche condivisione del sapere a un  numero elevato di persone.

Purtroppo a Tortona e nel Tortonese non è così: moltissimi avvenimenti culturali vengono organizzati per gruppi ristretti di poche persone: incontri di associazioni culturali o pseudo tali che organizzano eventi per pochi senza darne risalto e senza coinvolgere il grande pubblico.

Associazioni che si considerano di “elite” che organizzano eventi e invitano solo persone che vogliono loro e ben si guardano comunicare ai giornali ciò che fanno. Capita anche per negozi: bar, librerie, ristoranti, locali pubblici che  si fanno i loro eventi e non li comunicano al grande pubblico.

E se un giornalista chiede di essere informato preventivamente su ciò che accade gli rispondo “certamente” ma poi continuano a farsi la cultura da soli, per quei pochi eletti che frequentano i loro giri privati, convinti di essere superiori agli altri perché soltanto loro fanno cultura, quella vera.

Si potrebbero fare centinaia di esempi e i nomi di decine e decine di associazioni: persone e dirigenti delle medesime che non ti informano perché non ti ritengono degno di far parte di quella che loro ritengono al “Tortona bene”  o dell’elite dei vari paesi del Tortonese: ognuno attaccato al proprio campanilismo.

Persone che cercano di darsi un tono organizzando e partecipando ad eventi culturali convinti di essere padroni della cultura e che questo serva a farli sentire migliori, più eruditi perché loro sì che sanno bearsi della cultura.

In questa categoria ci sono anche quelli che cercano di darsi un tono partecipando a concerti di musica classica, teatro, presentazioni di libri, convegni, mostre dibattiti e chi ne ha più ne metta: partecipano come statuine e annuiscono: bello di qui, bello di là, bella recitazione, bell’esecuzione, ma in realtà capiscono poco o nulla dell’arte che hanno scelto di vedere e si vede perché non fanno mai domande, non chiedono, non si confrontano.

Persone che sbadigliano ad un concerto, oppure a teatro scambiano messaggi sul telefonino e quando al termine ti rivolgi loro avanzando qualche critica allo spettacolo, forse eccessivamente lungo o noioso, ti guardano male come se fossi un alieno oppure con aria di superiorità perché tu non capisci nulla: “Ma cosa dici? – ti rispondono – era bellissimo, bravi, perfetti, io adoro partecipare a queste serate.”

Cultura di provincia? Cultura Tortonese? Forse non è così dappertutto, ma di sicuro questa è la fotografia della cultura a Tortona.

Per  fortuna non completa perché anche da noi, c’è chi va a teatro, al cinema, a un dibattito o altrove perché ama farlo e non per farsi vedere o darsi un tono.

Angelo Bottiroli