Nel panorama nazionale il Piemonte si conferma una tra le regioni con maggior presenza di stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante.
Come illustrato nella piantina tratta dal sito dell’Arpa, la provincia di Alessandria risulta quella con il maggior numero di stabilimenti RIR (pari a 21); seguono le province di Novara e Torino, rispettivamente con 20 e 18 stabilimenti ciascuna.

Il triste dato emerge dal Rapporto sullo stato dell’Ambiente presentato in questi giorni dall’Arpa, l’appuntamento annuale per fare il punto sui dati e le politiche ambientali attuate e previste.

Nell’ambito più specifico e maggiormente sentito della qualità dell’aria, la recente sottoscrizione del protocollo Under 2 Mou per la riduzione delle emissioni in atmosfera, l’adozione del protocollo regionale antismog diventato operativo nell’aprile 2016, con la pubblicazione del primo report giornaliero sullo stato dell’aria in Piemonte, e il Piano regionale sulla qualità dell’aria vanno tutti in un’unica direzione: promuovere delle strategie chiare e condivise affinché tutti possano fornire il proprio contributo a vantaggio dell’ambiente in cui viviamo.

Il Direttore Generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto sottolinea: “Aria, acqua e territorio risentono del cambiamento climatico in modo sempre più percettibile. I dati presentati oggi ne sono in qualche modo uno specchio. Il caldo estivo, con temperature ben al di sopra della media, e la scarsità di precipitazioni registrata negli ultimi mesi del 2015 hanno aumentato i valori di inquinanti come Ozono e PM10 rispetto agli anni precedenti. E’ doveroso evidenziare però, che i trend dei valori per questi e altri inquinanti, quale ad esempio il biossido di azoto, sono in diminuzione, anche se non ancora sufficienti a rispettare i valori limite indicati dalla normativa europea vigente.

I valori delle emissioni degli impianti civili e industriali, sono altresì in diminuzione, anche grazie ai controlli dell’Agenzia che sul territorio, capillarmente, verifica che vengano rispettate le prescrizioni previste per legge.
Il 2015, oltre ad essere stato l’anno più caldo a livello globale, da quando sono effettuate misure, è stato il più caldo degli ultimi 60 anni in Piemonte e ha visto il verificarsi di eventi la cui frequenza è destinata ad aumentare con il cambiamento climatico: l’alternanza di periodi di siccità anche prolungati, che nell’estate del 2015 e nell’autunno-inverno 2015/2016 ha visto una progressiva riduzione dei deflussi dei corsi d’acqua, a eventi pluviometrici eccezionali per intensità, con piogge cumulate totali fino a 250 mm in pochi giorni che hanno provocato effetti al suolo significativi, con danni anche ad abitazioni e tratti stradali.
Il monitoraggio del clima e dei suoi impatti, la definizione degli scenari futuri, attraverso l’analisi multidisciplinare che l’Agenzia è in grado di mettere in campo, integrando gli aspetti ambientali, rappresentano una robusta e indispensabile base di conoscenza per implementare le azioni di mitigazione e adattamento e per sostenere le politiche sul clima oggi oggetto di numerosi accordi e trattati internazionali”.