In merito alle critiche rivolte dal Comitato No Tav e dal Circolo PRC di Tortona al consiglio comunale aperto che si svolgerà mercoledì 29 giugno nella Sala Polifunzionale, devo fare qualche precisazione come presidente del Consiglio comunale ed esprimere qualche opinione.

Le critiche si appuntano sul fatto che il consiglio comunale non sarebbe realmente aperto, anzi “una vera e propria farsa” perché non dà il diritto di parola a qualsiasi cittadino.

Premesso che la riunione si concentrerà sul coinvolgimento del territorio tortonese nella opere del Terzo Valico e lascerà sullo sfondo il giudizio sull’opera in via di realizzazione che è stata sottratta dalla “Legge obiettivo” del 2001 al potere di decisione degli enti locali, ricordo che la decisione di trattare in seduta aperta questo argomento è stata votata su proposta del Movimento 5 Stelle all’unanimità dal Consiglio comunale, consapevoli i consiglieri delle modalità e dei limiti di svolgimento di un consiglio aperto.

Aggiungo per i cittadini che il Regolamento comunale, approvato nel 2012, dedica l’art.62 alle “adunanze aperte” e, dopo aver detto che possono essere invitati rappresentanti delle istituzioni, di enti, di partiti, sindacati, associazioni e organismi di rappresentanza, al 3° comma precisa che: “… il Presidente, oltre a garantire la piena libertà di espressione dei Consiglieri Comunali, consente anche interventi dei rappresentanti degli organismi invitati”.

Quali le ragioni di questa limitazione? Probabilmente, nelle intenzioni di chi formulò il regolamento, l’esigenza di prevedere i tempi di svolgimento dei consigli aperti e forse anche il timore di interventi improvvisati e poco pertinenti che possono compromettere quell’ordine che è necessario per ogni confronto democratico. Come sia, questo è il regolamento in vigore, si potrà proporre di modificarlo, ma per ora è doveroso rispettarlo, anche perché, se comporta una limitazione della democrazia questa non è così pregiudizievole da rendere “una farsa” o “un teatrino” il consiglio aperto che svolgeremo.

Nei limiti del diritto di parola previsto dal regolamento, sono stati inviati settantun inviti, undici dei quali ad associazioni impegnate a favore dell’ambiente; se il singolo cittadino non può direttamente intervenire, è possibile e facile per tutti coloro che avvertono l’importanza del tema ed hanno una domanda o un argomento da portare prendere contatto con uno dei soggetti che rappresentano il tessuto di organismi ed associazioni del nostro territorio (magari i No Tav o PRC) e farsi rappresentare o addirittura proporsi come portavoce.

Un’ultima cosa devo aggiungere. Il Comitato No Tav , dichiara che il consiglio aperto sarà “un’operazione di propaganda Sì Tav” anticipandone lo svolgimento, con apertura di Sindaco ed assessore, poi il Cociv o Rfi e così via, ma dimenticando però che queste informazioni, provenienti dalla commissione capigruppo del 19 maggio, sono soltanto una prima ipotesi, da confermare o modificare sulla base delle risposte ai nostri inviti; lì si stabilirà anche, in base al numero delle richiesta di intervento, quanto tempo dare ad ognuno e dove collocare l’intervento del Sindaco e dell’assessore.

Per tutto quanto detto – tralasciando di commentare le offese generiche e infondate all’amministrazione – mi sembra pretestuoso non partecipare al consiglio aperto che non umilia la democrazia perché è per tutti un’occasione di informazione sia sui diversi aspetti dell’opera, sia sui pericoli che comporta e sulle attenzioni che richiede, e permetterà un concreto esercizio di democrazia nel quale il diritto di parola, proprio perché regolato, è riconosciuto a un’ampia pluralità di soggetti in un contesto che non sarà di propaganda pro o contro ma di confronto critico e civile.

                                                                                                            Giovanni Castagnello