Gianni usa il computer come se fosse un pennello, i cromatismi elettronici alla stregue di tavolozza in un insieme di volute non indifferenti lasciate dalla scia del mouse

 L’autore, Gianni Stefanutto, sa trarre dalle volute dello schermo le forme più singolari, sa trasformare quelle linee sinusoidali in disegni, in sculture, con l’impiego di molti materiali come il legno, la plastica, la vetroresina, ecc…, da guardare, da sfiorare con i polpastrelli delle dita, come nelle migliori sculture, poiché l’opera in terza dimensione appaga la doppia visione, sia attraverso lo sguardo, come il tatto.

Le forme si recepiscono immediatamente, sono caratterizzate da linee ormai conosciute, d’uso quotidiano, dalle quali più non sappiamo allontanarsi.

L’impostazione artistica può definirsi astratta, anche se molti sono i contatti con questa corrente.

Per Gianni il discorso cambia; non tutte le forme scorrevoli sotto i suoi occhi sono da fermare per essere riportate. Solo alcune, certamente le migliori, quelle appaganti dapprima la sensibilità dell’autore, poi lo sguardo dell’osservatore.

Il critico Carlo Pesce, disquisendo sull’opera di Gianni, giustamente osserva a questo proposito: …. con moduli suggestivi e efficaci che designano un portentoso percorso nell’attualità, degno di particolare rilevanza.

Gianni carpisce il suo spazio attraverso un gusto personale, sceglie, per così dire, i soggetti i quali, a loro volta, sono sottoposti ad un esame più selettivo, per valutare l’opportunità di essere riportati attraverso la terza dimensione, oppure se più consoni al valore cromatico bidimensionale.

L’esposizione raccoglie una miriade di esempi, nell’una, nonché nell’altra versione, esempi ricavati da continui processi di linee in rincorsa, le quali si sovrappongono, si sfiorano, s’accarezzano con un susseguirsi di figure, molto vicine al momento frenetico della società d’oggi.

                                                                                     Franco Montaldo